
Nei libri di Maria Montessori si fa spesso riferimento all’ambiente in cui cresce il bambino. L’ambiente Montessori è ricco di stimoli, rispetta i tempi dei bambini e li facilita, ma quando si parla di sviluppare il linguaggio come si caratterizza l’ambiente?
Ambiente Montessori: non solo mobili
L’ambiente montessoriano non è caratterizzato solo da mobili bassi e vassoi con i materiali. Pensare che l’influenza dell’ambiente avvenga solo tramite oggetti potrebbe rivelarsi una strategia di scarso successo. Non bisogna dimenticare che anche gli educatori fanno parte del concetto montessoriano di ambiente.
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Cosa rende un ambiente educativo
Nel metodo Montessori gli educatori svolgono un ruolo molto importante. I bambini sono proiettati verso l’autonomia, ma il loro percorso sarebbe quasi impossibile se non ci fosse chi spiega (lezione in tre tempi) e dà un esempio da seguire. La funzione dell’educatore non è solo di supporto: è il primo modello preso in considerazione dai bambini. Nel concetto di ambiente Montessori fanno parte le persone che circondano i bambini, che si assumano un ruolo di educatori o meno.
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Insegnare a parlare
I bambini ci imitano, o meglio ci prendono come modello per svolgere attività. Parlare è una di queste attività. Il linguaggio è un mezzo di comunicazione che implica già nel suo concetto uno scambio tra due o più persone. Insegniamo ai bambini la lingua materna parlando con loro fin dalla nascita, ma crescendo il livello di linguaggio utilizzato con i bambini diventa sempre più importante.
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Come arricchire il linguaggio dei bambini
Céline Alvarez, specializzata in Scienze del linguaggio, ha scritto il libro Le leggi naturali del bambino in cui racconta la sua esperienza in una piccola scuola Montessori. Per arricchire il linguaggio dei bambini dobbiamo essere i primi a cercare uno stile espressivo corretto e completo.
La Alvarez notò che il linguaggio complessivo dei bambini che frequentavano la sua scuola era molto povero. Decise di istituire una sorveglianza linguistica. Nel libro ci sono esempi molto pratici di come lei e la sua collaboratrice riuscirono letteralmente a smontare le espressioni che i bambini avevano registrato come linguaggio normale da usare in ogni situazione, sostituendole con un linguaggio ricco e appropriato.
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I principi della sorveglianza linguistica
La Alzarez aveva affrontato il problema del linguaggio dei bambini istituendo le regole che tutti dovevano rispettare almeno dentro la scuola. La sua strategia era semplice ma impegnativa:
- gli adulti presenti a scuola dovevano sempre parlare molto bene
- i bambini venivano invitati a usare le parole e i toni più adatti, eventualmente suggeriti dalle educatrici
- tutti doveva cercare di usare termini precisi (vietato: roba, quello, cosa) e frasi strutturate (non: Vuoi?, ma Vuoi un bicchiere d’acqua?)
- vietate le parolacce
Perché è necessario un linguaggio ricco?
Il libro Le leggi naturali del bambino è molto chiaro in proposito: sapersi esprimere correttamente, in modo preciso e con scioltezza, non è solo garanzia di inserimento sociale, ma un modo di sviluppo del pensiero complesso, logico, ricco, esatto e strutturato.
Il bambino che parla in modo strutturato pensa in modo strutturato. Lo sforzo di esprimersi in modo corretto implica l’attività di tenere a mente le informazioni, organizzarle per riuscire a comunicarle, ma anche controllare la frustrazione di non trovare le parole giuste.
Esempi pratici di educazione del linguaggio
L’autrice racconta alcuni esempi che accadevano nella sua scuola, leggerli è utile per capire cosa intendesse con la pratica di sorveglianza linguistica. Se un bambino parlava ad alta voce, non gli avrebbero mai urlato: “Smettila che disturbi tutti!” perché sarebbe stato un comportamento che la Alzarez definisce “cattivo” dato che avrebbe aumentato la confusione. Si sarebbero invece avvicinate con calma al bambino per dirgli con voce posata di parlare meno forte.
L’esempio che ho riportato mi ha ricordato quell’idea di eleganza nel modo di rivolgersi agli altri che spesso distingue una persona di classe. Non è una novità che il metodo Montessori sia uno stile di vita e non un insieme di regole.
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Attività di sviluppo del linguaggio
Oltre all’attenzione da parte dell’adulto al linguaggio che utilizza in prima persona, la Alvarez ricorda la necessità di introdurre nuovi vocaboli in diverse occasioni sempre impostate sul piacere della parola:
- recitare insieme le filastrocche
- parlare ai bambini durante il bagnetto
- partecipare ai loro giochi con i pupazzi
- nominare i cibi, gli oggetti sempre con i termini precisi
- cantare le canzoncine
- rassicurarlo quando è travolto dalle emozioni o dallo stress
- leggere insieme albi illustrati e sforzarsi di utilizzare i vocaboli nuovi nei giorni successivi.
di Cèline Alvarez
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