
Alberto Oliverio, medico e studioso di neuroscienze, spiega nel suo libro Il cervello che impara come funziona la memoria e come allenarla. È un libro ricco di spunti da riportare nel nostro approccio all’educazione e all’apprendimento.
Imparare a memoria serve davvero?
Molti bambini sui banchi di scuola sono sottoposti a frequenti esercizi di memorizzazione. Alcuni insegnanti hanno abbandonato l’assegnazione di poesie da imparare a memoria, ma la richiesta di memorizzare liste di nozioni è spesso ancora attuale. Secondo Oliverio imparare a memoria per recitare come un pappagallo non serve. Si rischia che tutto finisca nel dimenticatoio dopo una settimana e che non si riesca a prendere l’argomento da un punto intermedio rispetto alla cantilena memorizzata.
Come allenare la memoria?
Lo studioso nel libro suggerisce di modificare l’esercizio con cui viene avviata la memorizzazione: invece di dare liste da imparare, si dovrebbe insegnare a creare collegamenti che agganciano quel concetto (o parola, numero, data, ecc.) al resto del nostro sapere. Analizziamo alcune strategie suggerite.
Creare mappe concettuali
Si possono creare mappe concettuali i cui riportare concetti e dati costruendo una rete di collegamenti: frecce, categorie e gerarchie di informazioni (dal concetto principale al particolare). È che siano gli studenti a creare loro stessi le mappe in modo che facciano l’esercizio di cercare e rappresentare graficamente le connessioni per ricordarle meglio.
Cercare associazioni mentali
Per fare un esempio di associazioni mentali prendiamo il caso dei vocaboli in una seconda lingua da memorizzare. Possiamo pensare a una parola con un suono simile, visualizzare una scena in cui si usa un vocabolo, cercare una assonanza con un termine in italiano.
Mimare il significato
La tecnica dell’apprendimento recitato viene suggerita da Oliverio per imparare una seconda lingua. Il bambino che impara una espressione in inglese può mimarla mentre la pronuncia per le prime volte in modo che l’apprendimento sia aiutato dalla memoria cinestetica, la memoria dei movimenti. Le memorie legate al movimento sono più robuste e vanno in soccorso delle memorie semantiche che sono più fragili.
Curare la concentrazione
Oliverio ricorda nel libro come cambia la capacità ricettiva dopo aver svolto una attività fisica. Dopo 30 minuti di corsa la capacità di concentrazione è molto più elevata. Questa informazione ci suggerisce di fare brevi pause durante lo studio in cui dedicarsi a esercizi di controllo motorio.
Proporre attività creative e musicali
Costruire con le mani e fare musica (anche con strumenti musicali fatti da noi) sono attività che accelerano lo sviluppo della corteccia cingolata e migliorano le funzioni cognitive dei bambini.
Il cervello che impara
Neuropedagogia dall’infanzia alla vecchiaia
Alberto Oliverio
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