La scelta della scuola superiore è una decisione che mette in difficoltà molte ragazze e molti ragazzi. Ho osservato come madre il percorso proposto ai miei figli, ai loro amici in altre scuole, ai figli dei miei amici. Ci sono degli approcci nei percorsi di orientamento scolastico che non vanno bene per tutti, che hanno generato più insicurezze che fiducia. Sono aspetti a cui prestare attenzione per non rendere la scelta della scuola superiore ancora più difficile.
Al termine dalla scuola secondaria di primo grado di uno dei miei figli è stato pubblicato un album fotografico: una sorta di annuario della singola classe con le fotografie dei ragazzi e delle ragazze e una breve presentazione di sé. Ognuno doveva rispondere a due o tre domande sui gusti personali e sulle aspirazioni per il futuro. Il progetto è stato concluso a fine scuola, quando ormai tutti avevano fatto la scelta delle scuole superiori. A leggere le presentazioni di ogni ragazzo e ragazza si percepiva una omologazione generale. Tutti avevano risposto di passare il tempo a leggere manga, ad ascoltare musica e a guardare i social. Se i gusti personali fossero un parametro per l’orientamento scolastico, quale scuola si poteva proporre sulla base di questi gusti? Questa era solo una punta dell’iceberg rispetto al percorso di orientamento scolastico che avevano fatto, ma mi ha fatto riflettere sull’effetto di alcune domande standardizzate. Durante i mesi precedenti avevo sentito molti commenti dei ragazzi e delle ragazze, di amici e altri genitori. Dalle mie impressioni traggo alcuni suggerimenti per chi vuole aiutare i figli nella scelta della scuola superiore.
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Domande personali
Molti adolescenti non parlano facilmente della loro sfera personale. Nell’età in cui devono scegliere la scuola superiore sono fortemente influenzati dal gruppo dei pari. Temono di essere derisi se raccontano qualcosa di personale e preferiscono dare risposte omologate e inattaccabili. Per assecondare la dinamica del gruppo preferirebbero dichiarare di trascorrere il tempo libero a leggere manga, esattamente come rispondono gli altri compagni, invece di confessare che in realtà di pomeriggio compongono poesie. Le domande personali però hanno un peso decisivo sulla scelta del percorso di studi. Smettono di essere strumenti utili solo nel momento in cui i ragazzi sono obbligati a condividere le risposte. La sfera personale dovrebbe godere del beneficio della privacy.
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Possibili proposte
Invece di sottoporre moduli da compilare con i gusti personali per poi consegnarli all’insegnante o leggerli in classe, si potrebbe adottare un diario personale che i ragazzi decideranno a fine percorso se condividere con qualcuno (genitori, fratelli, amici, insegnanti) o tenere per sé. Un’altra alternativa è l’utilizzo dello strumento di identificazione che troviamo nei romanzi e nei film. Vedendo un film, ad esempio sulla storia di uno scienziato, i ragazzi alla fine della visione potrebbero valutare quanto si sono riconosciuti nel personaggio, scrivere se hanno provato curiosità per l’argomento. Lo stesso si potrebbe fare proponendo altri titoli di film che parlano di letteratura, di tecnologia, di medicina, di arte, ecc.
Domande da fare
Quali sono le materie che non ti stanca studiare? Quali quelle per cui hai maggiore curiosità? Separa il tuo giudizio della materia dall’insegnante, quale non ti mette di malumore se è tra i compiti da fare?
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Conoscenza delle professioni
Sappiamo tutti che le professioni che faranno molti dei nostri ragazzi oggi ancora non esistono. Ce ne sono però tante che resteranno e molti di loro non conoscono. Questo è un altro aspetto che ho raccolto anche dai discorsi di altri genitori. Oltre alla difficoltà di saper spiegare che lavoro fanno i genitori, soprattutto se hanno attinenza con la tecnologia, molti ragazzi non sanno cosa fa un commercialista, ad esempio. La sfera di professionisti di riferimento è circoscritta all’esperienza personale. Conoscono il dentista, la pediatra, il parrucchiere, il corriere di Amazon… Può far sorridere ma se provate a chiedere ai ragazzi di elencare i mestieri che conoscono, potreste avere delle sorprese. C’è per caso un notaio nel loro elenco? Sanno cosa fa il broker di Borsa?
Proposte di attività
Assegnate ai ragazzi di stilare la lista di professioni del vostro territorio. Potrebbe risultare un elenco lunghissimo, ma molto dipende anche dove abitate, forse il pescatore di perle è poco diffuso nella vostra città e lo stesso vale per la guida alpina. Per non disperdere le forze e la motivazione, iniziate da una mappa concettuale: professioni di cura della persona, professioni legate alla vendita diretta, ecc. Scegliete voi la base su cui orientare la ricerca. Potreste dividere le professioni in base agli anni di studio: medico, avvocato, ingegnere sono esempi di professioni che non si possono esercitare senza una preparazione universitaria. Meccanico, parrucchiere, idraulico sono professioni a cui si accede dopo la scuola superiore. Una mappa delle professioni può essere fatta anche in base alle materie: le professioni sono legata alla scienza, quelle legate all’arte, ecc.
Domande da fare
Osservando la lista dei mestieri e delle professioni possiamo porre domande che aiutino i ragazzi e le ragazze a orientarsi. Quanto sei disposto a studiare? Non puoi fare il pediatra se non vuoi andare all’università.
Proiezioni sul futuro
Molte domande sulle ambizioni professionali dovrebbero essere vagliate con cautela, perché i ragazzi nel dire se sono interessati o meno potrebbero farsi influenza dalle aspettative di guadagno. Questa generazione ha l’esempio di youtuber e tiktoker che sfornano soldi a palate e fanno la bella vita apparentemente senza fatica. È un esempio poco rappresentativo e di disturbo in un percorso di orientamento. Chiedere ai ragazzi cosa vorresti per il tuo futuro è rischioso. Potrebbero desiderare di viaggiare, di vivere in una villa con piscina e di guidare auto di lusso. Quali sono però le professioni che permettono un simile tenore di vita? D”altro canto la questione dei soldi non può nemmeno essere sottovalutata. Vediamola al contrario: un ragazzo che dice di non voler studiare tanto un lavoro lo trova sempre ha ragione, si può andare a scaricare le cassette al supermercato che è un lavoro dignitoso e di rispetto ma deve sapere che comporterà rinunce, fatica fisica e forse anche difficoltà economiche. Non tutti i lavori che ritengono facili portano a grandi guadagni. A dire la verità non è tanto facile nemmeno diventare youtuber di successo, ma questo spesso è un aspetto ignorato dai ragazzi e dalle ragazze.
Proposte di attività
Non tutti i ragazzi e le ragazze hanno la misura dei soldi e di quanto costi mantenere una famiglia. Possiamo fare una attività molto semplice per capire se hanno riferimenti economici realistici: prendere lo scontrino dell’ultima spesa e chiedere quanto costa il latte o qualunque altro alimento. Un’altra attività può essere la composizione di un mini budget familiare. Ci si informa su quanto costa nella vostra zona un appartamento in affitto, quanto si spende mediamente per la spesa settimanale, per + un’auto, ecc. Senza mettere in imbarazzo nessuna famiglia, stabilite le caratteristiche di un nucleo familiare da prendere come riferimento e ipotizzate i costi che deve sostenere al mese. Potrebbe essere anche semplicemente un single.
Offerta scolastica
In alcune aree geografiche quest’ultima domanda è l’unica che ci si può porre. Purtroppo la diffusione di istituti scolastici superiori non offre ampia scelta in tutte le zone d’Italia. Chi vive vicino alle città potrebbe trovare un’offerta maggiore, ma non è una condizione comune in Italia. Scegliere la scuola superiore guardando quali sono quelle presenti sul territorio può sembrare riduttivo, ma la vicinanza all’istituto può essere un fattore a favore della continuità scolastica. Il tragitto sui mezzi per raggiungere istituti più lontani a molte ragazze e molti ragazzi risulta pesante. Per alcuni il viaggio è tempo sottratto allo studio o al relax prima di mettersi sui compiti. È molto soggettivo. Per altri invece quel viaggio una opportunità perché riescono a usare la trasferta come tempo di decompressione prima dei compiti. Nella fase della scelta della scuola superiore c’è un elemento da non trascurare: la motivazione! Se un ragazzo sogna di studiare economia ma non ha un liceo scientifico vicino a casa, potrà iniziare il suo percorso con un istituto tecnico di amministrazione e finanza che invece non è distante, e prepararsi in modo più approfondito su materie che gli serviranno all’università.
Domande da porre
Quanto tempo sei disposto a stare sui mezzi? Quanto tempo impieghi oggi per lo studio? Cosa fai appena torni a casa da scuola?
Apertura al cambiamento
Quando parliamo di adolescenti li definiamo tecnologici, moderni, aperti al cambiamento, ma non sempre i ragazzi e le ragazze incarnano questi concetti nel significato più completo. Sono tecnologici perché sanno schiacciare tasti sui cellulari, ma le loro competenze spesso non vanno oltre la gestione di un account. Li crediamo moderni ma si omologano a tendenze, mentre su alcuni concetti recepiscono vecchi retaggi culturali. L’apertura al cambiamento non appartiene a tutti i ragazzi e le ragazze, per questo gli va spiegata. Per il loro livello di sviluppo psicologico si arenano su ragionamenti out out: o sei mio amico o non sei mio amico, o sei magro o sei grasso, o bianco o nero. Fermiamoci qui un attimo e pensiamo alla domanda che questi ragazzi si sentono porre fin da quando erano alla scuola dell’infanzia: cosa vuoi fare da grande? E si può rispondere con una cosa sola, ma una si deve dire, che sia astronauta o babysitter. Nel periodo dell’orientamento scolastico questa domanda torna, anche se in forma diversa. Non viene più chiesto cosa vogliono fare da grandi ma quali professioni vogliono svolgere. Si crea un nesso logico che collega la scuola superiore con il proprio futuro. Dalla prospettiva di adolescenti ragionano con poche ipotesi sul tavolo, quel binomio (scuola + lavoro futuro) viene percepito come una gabbia. “Se scelgo quella scuola, potrò fare solo quello e mi dovrà piacere per forza.” I ragazzi hanno bisogno di accumulare fiducia verso il futuro e sviluppare la capacità di accettare cambiamenti. Il cambiamento ci sarà: lo abbiamo detto all’inizio che faranno probabilmente professioni che non esistono ancora. Devono allora imparare a convivere con il concetto di cambiamento e prepararsi per esso.
Proposte di attività
Raccogliamo storie di persone che pur avendo studiato altro si sono affermate in ambiti lavorativi diversi. Ne possiamo trovare molte tra gli sportivi. Ad esempio il giocatore di basket Antetokumpo voleva diventare un calciatore, ma non ha dimostrato talento e ha provato con il basket, dove invece è diventato una stella dell’NBA. Nelle biografie di imprenditori possiamo trovare altre storie di cambiamento. Pensiamo alla Lamborghini che è nata come azienda di trattori e oggi è famosa per le automobili di lusso. Collezioniamo le storie di persone che hanno tratto il meglio dal cambiamento perché sono validi esempi di motivazione da tenere come riferimento.
Libri utili
- Cercasi scuola disperatamente di Francesco Dell’Oro
- E poi cosa faccio? Guida all’orientamento dopo la scuola media di Silvio Crosera e Alessandra Favaro
- Quale scuola superiore? Come aiutare i ragazzi nella scelta di Maria Rosaria Mancinelli
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