Come genitori ci troviamo nel ruolo di motivare i figli allo studio. Arriva un brutto voto, un argomento proprio non entra in testa, diminuisce la voglia di studiare. Cosa possiamo fare per motivare allo studio? A spiegare come nasce la motivazione è Mario Polito, nel libro Motivazioni per studiare (Editori Riuniti).
Trovare uno scopo per studiare
La motivazione funziona quando coincide con l’autorealizzazione: sono i ragazzi a dover trovare lo scopo per studiare come obiettivo finale da raggiungere. Se questo scopo è materiale, come un premio, la motivazione non rimane dopo il raggiungimento dell’obiettivo. Serve uno scopo a lunga scadenza: non farsi sottomettere, non farsi raggirare, avere una propria sicurezza.
“Studiate per non essere sottomessi. Studiate per non prendere calci nel sedere. Non voglio che vi maltrattino. Quindi studiate. Anzi, dovete studiare.” (Don Milani)
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Capire la connessione tra studio e vita
Per i ragazzi il futuro non esiste. Lo considerano troppo lontano per poter credere che ogni azione compiuta oggi possa davvero perseguitarli in futuro. Invece è importante farli ragionare sulla stretta connessione tra studio e vita: la cultura è una bussola per capire in ogni circostanza in che direzione andare. I ragazzi hanno un naturale bisogno di autorealizzazione e dobbiamo fare leva su quello. Stimolarli a cercare l’utilità di ciò che imparano, ma in termini commerciali (guadagni tanto) bensì didattici e di autorealizzazione.
“Studio perché mi piace, perché mi fa sentire capace, competente, intelligente, creativo.”
Appassionare agli argomenti di scuola
La pillola amare non va giù, anche se fa bene. Rendere interessante ciò che i ragazzi devono studiare è una strategia che aiuta molto. Ci sono tecniche di insegnamento che mettono al centro la partecipazione dei ragazzi (classe capovolta, ad esempio). A casa cosa possiamo fare? Cerchiamo altri materiali per affrontare quell’argomento da un punto di vista diverso: video, film, romanzi, progetti, connessioni con la pratica.
Trovare la motivazione intrinseca
I ragazzi che hanno una motivazione intrinseca sanno qual è il loro progetto di vita: hanno già in mente cosa vogliono fare e quando ancora non c’è chiarezza, sanno che vogliono lasciare il segno. Senza ambire a obiettivi troppo alti, basterebbe desiderare di essere padroni del proprio destino. I film motivazionali possono aiutarci in questo: film sull’importanza della scuola, film su imprenditori partiti dal niente, film su chi ha lottato contro gli stereotipi.
“Ho capito. Ho risolto il problema. Sono in gamba“
Valutare le cause dell’insuccesso
I motivi per cui non piace la scuola o lo studio ci sono sempre, ma non sono sempre coscienti. La distrazione a cosa è dovuta? Perché quella materia proprio non entra in testa? Cosa succede quando affronta il compito in classe? Possiamo aiutare i ragazzi a capire le loro emozioni, i pensieri negativi, analizzare le motivazioni che si sono dati e aiutarli a girarle in forza positiva.
Cambiare routine di studio
La distrazione ha effetto perché i ragazzi non prendono le dovute precauzioni per proteggere la motivazione. Si spegne il telefono. Si chiudono le chat. Si spegne la televisione. I compiti spesso sono sulla app utilizzata dalla scuola, utilizziamola da pc dove non ci sono le notifiche delle chat. Aiutiamoli a stabilire una tabella di marcia per lo studio. La distrazione non è la sola colpevole, ci sono anche il sovraccarico dei compiti (tutti in un giorno), la fretta, l’iperstimolazione.
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Curare l’autostima
Le emozioni negative azzerano la voglia di studiare. Di fronte alla difficoltà o all’insuccesso alcuni ragazzi si demoralizzano e diventano ipercritici verso se stessi. Hanno bisogno di essere incoraggiati. Aiutiamoli a non generalizzare (Sono un incapace), a non essere catastrofici (Non ce la farò mai). La verifica deve essere vista come una opportunità per mettersi alla prova, per valutare gli sforzi, per sfidare la propria mente. Il sostegno di cui hanno bisogno è cognitivo (col metodo di studio) ed emotivo (con buone motivazioni). Quando sentono che la loro autostima diminuisce e quando invece cresce?
“Studiando mi sento un ragazzo in gamba”
Sostituire il rimprovero con l’autoanalisi
Da genitori è difficile accettare un brutto voto. Imporre di studiare o rimproverare è una tecnica che rischia di ritornare indietro con effetto boomerang. Può servire in alcuni casi dare uno scossone emotivo, far capire che l’argomento scuola è importante, ma rischia di alimentare la commiserazione del ragazzo. Analizziamo con lui cosa è successo, se ha capito gli errori. Ridefiniamo la strategia di studio.
Educhiamo al sacrificio
L’era consumistica ha convinto che si possa avere tutto. La pubblicità trova una soluzione a tutti i nostri problemi. Lo studio è un percorso di sacrificio a cui ci si prepara con allenamento e coraggio. “Nella nostra cultura non è più presente la mitologia del coraggio che insegni ad affrontare i drammi dell’esistenza”. Riflettiamo sulla differenza tra studio facile che rende debole la motivazione e studio significato che stimola a cercare un approccio interessante per facilitare l’apprendimento.
Strategie per motivare allo studio
- Fare emergere la sensazione di competenza: ragionare in termini di sfida con se stessi e potenziamento della mente.
- Curare l’autostima, senza cadere ai due estremi opposti, rendendo visibili le competenze acquisite.
- Sollecitare il bisogno naturale di apprendere e di realizzazione: perché ho bisogno di sapere?
- Attivare emozioni positive basate sul successo formativo: potenziare l’intelligenza emozionale e la su influenza sull’apprendimento.
- Compensare lo sforzo di studiare con la gratificazione: reggere la fatica e diventare più forte capendo l’utilità non solo materiale ma anche culturale e spirituale di ciò che impara. Frazionare la fatica per facilitare la sensazione di competenza (uno scalino alla volta è meglio di una rampa in salita).
- Stimolare un apprendimento creativo: cercare risorse nuove, di scoperta, di sfida, rendere più vitali gli argomenti, cercare domande, giochi, riferimenti, tutto ciò che metteremmo nella “valigetta delle sorprese” di Petter
- Comunicare in modo personale e autentico.
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Conquistare autonomia critica nello studio
Pur avendo sostenuto il ruolo del genitore nel motivare i figli allo studio, come il tutto progetto educativo l’obiettivo deve essere l’autonomia. Stimoliamo i ragazzi a monitorare da soli il loro metodo di studio, in modo che ne tragga vantaggi il senso di competenza. Perché qui sono riuscito? Perché qui ho fallito? Quale strategia posso usare per risolvere questo problema?
“Se tu tratti un uomo qual è, egli rimarrà così com’è. Ma se tu lo tratti come se fosse quello che potrebbe o dovrebbe essere, certamente diverrà ciò che potrebbe o dovrebbe essere” (W. Goethe)
Frasi motivanti
- Nello studio la fatica è temporanea, ma la soddisfazione è permanente.
- Non aspettare di essere motivato dagli altri: scegli un progetto per la tua vita.
- Impara cose nuove ogni giorno e ripeti ogni giorno quello che hai già imparato.
- Studia in modo attivo come il motto: se ascolto dimentico, se vedo ricordo, se faccio capisco.
- L’esperienza è il miglior maestro.
- Assumi il controllo della tua vita.
- Apprende dilata i propri orizzonti, aumenta il proprio valore, regala la sensazione di essere competenti.
- Studia, così dai una opportunità alla tua mente di diventare veloce, esperta, potente e intelligente.
- Sai da dove sei partito e quali difficoltà hai affrontato: punta a essere soddisfatto del lavoro che stai facendo.
- Se vuoi raggiungere grandi risultati, insisti di più: insisti di più. Oggi devi diventare migliore di ieri.
- I risultati arriveranno sicuramente ma solo dopo un lungo allenamento.
- La perseveranza è la trasformazione di un desiderio (Vorrei) in un progetto (Voglio questo!).
Domande per motivare i ragazzi
Quali sono gli aspetti interessanti di questo argomento?
Quale può essere un compito sfidante su questo tema?
Come fai a essere sicuro di aver capito?
Come ti rendi conto che non hai capito?
Quali strategie utilizzi per superare questa difficoltà?
Come ti incoraggi e sollevi emotivamente?
Cosa ne pensi di questa teoria? Come potremmo utilizzarla?
Cosa dovrebbe cambiare per farti sentire più coinvolto e interessato?
Come puoi avvicinare questo concetto alla tua esperienza?
Quanto di sei sforzato su questo argomento?
Come vivi lo studio di questa materia?
FONTE: Mario Polito, dal libro Motivazioni per studiare (Editori Riuniti)
Rita dice
Leggere queste frasi sulla motivazione mi dà fiducia. Ma quando devo agire su mio figlio demotivato, trovo difficoltà. Rimane un sogno irraggiungibile.
Daniela - QUESTO POST POTREBBE CONTENERE LINK AFFILIATI dice
I figli ci mettono sempre alla prova, a tutte le età. Cosa hai fatto quando era piccolo e non voleva mangiare le verdure, o lasciare il ciuccio, ecc? Immagino tu abbia cercato di capire le sue difficoltà, lo abbia confortato sulle sue capacità e gli abbia dato fiducia finché non è arrivato per lui il momento di fare un salto di crescita. Confrontati con i docenti, cerca di capire cosa lo ostacola.