Alberto Oliverio è uno studioso di neuroscienze che nel libro Il cervello che impara ha descritto come invecchiare bene. Analizziamo i consigli per una vecchiaia in salute fisica e mentale.
Lo studio di Oliverio si è concentrato sulle connessioni tra insegnamento e neuroscienze per capire come possiamo facilitare il funzionamento del nostro cervello. Conoscere il funzionamento del cervello gli ha permesso di analizzare le tecniche per prevenire l’invecchiamento mentale che sono attualmente sul mercato e valutarne l’efficacia dal punto di vista scientifico.
Quando iniziare a preoccuparsi della vecchiaia?
Nessuno di noi può prevedere quando inizierà a sentire gli effetti dell’invecchiamento. Il declino fisico dipende da molti aspetti: genetica, stile di vita, malattie. Per quanto riguarda invece l’invecchiamento mentale sappiamo che in linea generali abbiamo tutti uno spartiacque che è il pensionamento. Non significa che si diventa vecchi andando in pensione ma che l’abbondono dell’attività lavorativa ha un forte impatto a livello psicologico ed è in previsione di quella data che dobbiamo iniziare a lavorare su noi stessi. Quando iniziare? Dai 50-55 anni perché è la fase in cui si è ancora attivi, impegnati e inclini a cambiare abitudini.
Come prepararsi alla vecchiaia
Da un punto di vista più ampio potremmo pensare che la progettazione della nostra vecchiaia comprenda molti aspetti: pianificazione economica, organizzativa (dove abitare) e familiare (aiutare i figli, assicurazioni, ecc.), ma qui ci limiteremo alla salute fisica e mentale, almeno dal punto di vista di ciò che possiamo fare noi attivamente.
Alimentazione
Oliverio scrive che è consigliabile iniziare a rivedere (con i consigli di un medico) la propria alimentazione, studiando una dieta che contrasti lo sviluppo di forme arteriosclerotiche (povera in lipidi) e che punti al non sovrappeso. Mettiamo nel piatto “grassi buoni” e sostanze antiossidanti. Le ricerche che ricorda nel libro riguardano l’utilità di una dieta appropriata che ostacoli l’accumulo di quei radicali liberi che ossidano le cellule nervose e l’efficienza del cervello.
Consigli del CNR per l’invecchiamento
Il CNR sta portando avanti studi sull’invecchiamento, sulla nutriage e l’influenza del microbiota intestinale per la salute. Secondo la ricerca del CNR la dieta dovrebbe essere parca:
- 1200 calorie al giorno
- dieta bilanciata con molta frutta e verdura
- consumare olio extravergine
- seguire i consigli per una dieta antinfiammatoria
- valutare con il medico l’apporto di vitamine (carenza o eccesso) soprattutto quelle del gruppo B: B1, B2, B3 e B9 (acido folico)
- attenzione alla salubrità dell’ambiente in cui si trascorre la maggior parte del tempo
Esercizio fisico
Nell’invecchiamento del nostro corpo vale la regola del “quello che non serve si elimina” pertanto l’esercizio fisico diventa importate per mantenere attiva la struttura e il suo funzionamento. È importante fare attività fisica e trascorrere tempo all’aria aperta.
Perché perdiamo la memoria?
La perdita di memoria è uno dei primi sintomi che ci allarma e ci fa sentire vicina la vecchiaia. In realtà sono molto i fattori che influiscono quando non riusciamo a ricordare le cose: stress, stanchezza, poco utilizzo di quel nome (numero, dato, o altro), o il fatto che ci venga richiesto fuori dal suo abituale contesto. Sono le memorie semantiche, legate al linguaggio, quelle che più spesso risentono del passare gli anni e non quelle legate al movimento (andare in bicicletta). Conserviamo le memorie autobiografiche, legate al nostro passato, ma facciamo fatica a ricordare concetti nuovi. Questa difficoltà di memoria è dovuta alla riduzione della capacità di attenzione, una minore capacità di memoria a breve termine e una minore efficienza del cervello a formare nuove sinapsi e e la difficoltà di queste a consolidarsi in memoria a lungo termine. Come intervenire?
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Potenziare l’attenzione per migliorare la memoria
Un esercizio che possiamo fare per migliorare la memoria è incrementare la cosiddetta “attenzione selettiva” facendo attenzione a coinvolgere maggiormente i sensi, le emozioni che ci suscita un messaggio e infine a cercare l’interpretazione razionale di un messaggio, ossia cosa vuole dire.
Esercitare la memoria a breve termine
Alcuni programmi per tenere attivo il cervello durante la vecchiaia (Brain Training) sono si rivelano sempre soluzioni efficaci perché la capacità allenata si limita all’esecuzione di quel preciso esercizio, mentre non avviene in transfer su altre competenze di vita quotidiana. È meglio puntare ad attività che esercitano la memoria a breve termine, che negli anziani tende a essere più debole (quasi uno spazio ridotto rispetto a quella dei giovani). Cerchiamo esercizi per potenziare la gestione delle informazioni, come ad esempio l’imparare a memoria. Si può imparare qualche verso, il testo di una canzone, qualche massima, i numeri di telefono, sequenze di cifre, ecc.
Imparare a contrastare lo stress
Lo stress ha moli effetti negativi sul nostro corpo, sul sistema nervoso e sulle capacità cognitive. Imparare già dalla mezza età a contrastare lo stress, a rilassarsi e a reagire in modo consono agli eventi stressogeni, ci aiuterà durante la vecchiaia.
Alcuni aspetti dalla vita degli anziani che possono interferire con le loro capacità cognitive sono difficili da anticipare se non iniziando a pensarci. Stiamo parlando delle routine monotone, dell’isolamento sociale, della carenza di iniziative che sono alcuni dei punti elencati nel decalogo di una vecchiaia ideale dal National Institute for Aging (Istituto statunitense per la ricerca sulla vecchiaia).
Il cervello che impara
Neuropedagogia dall’infanzia alla vecchiaia
Alberto Oliverio
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