Il Giorno della Memoria è una data fissata per il 27 gennaio di ogni anno, come impegno per ricordare le vittime dell’Olocausto. È stata istituita non solo come giornata commemorativa, ma come momento di riflessione collettiva. Come spiegare la Giornata della Memoria ai bambini? Come lo stiamo facendo? Perché troviamo invece ideologie fasciste tra i giovani? Ho posto questa domanda a Daniele Susini, autore con Fulvia Alidori di “Nonno Terremoto. Un bambino nel 1938” pubblicato da Edizioni EL.
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Nonno Terremoto: un libro per Giornata della Memoria
Come hanno vissuto la Shoah i bambini? Il libro Nonno Terremoto racconta le memorie di un sopravvissuto all’Olocausto. In quegli anni era un bambino che frequentava la scuola primaria, amava giocare a calcio ed era tanto vivace da meritarsi il soprannome Terremoto. L’attenzione del racconto è sulla quotidianità dei bambini ebrei che improvvisamente sono stati espulsi da scuola. Questo è l’inizio della storia, ma spiegato con attenzione su concetti chiave per quei periodi: il concetto di razza, le leggi razziali, l’esclusione e poi l’espulsione.
Nonno Terremoto è un libro che propone molti spunti di ricerca e riflessione con i bambini, concetti da cui partire per approfondire il significato della Giornata della Memoria e il motivo per cui è stata istituita.
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Intervista a Daniele Susini
Perché secondo Lei i ragazzi stanno tornando al fascismo? Glielo chiedo da madre, ho già avuto modo di conoscere due ragazzi filo fascisti quando mio figlio è arrivato alle superiori, ma parlando con una insegnante ho scoperto che ci sono casi già alla scuola primaria. Da cosa nasce secondo Lei questo interesse che spesso – lo dico perché conosco i due ragazzi – non è condiviso in famiglia?
Le fornisco tre motivazioni. La prima è “classica”: è il fascino del male, che spesso affiora dopo le delusioni dei modelli positivi che tradiscono le aspettative. Questa colpisce sopratutto i più giovani. Il fascino del capo, dell’uomo forte, della mentalità decisa. La letteratura esplicativa è sconfinata in tal senso.
La seconda è dovuta ad un bassissimo livello della trasmissione della memoria, tutta incentrata sull’emotività, e spesso banalizzata e trivializzata. Sempre più spesso, per un politicamente corretto, si opta per (sciapi) messaggi universalistici che si perdono nel mare dei sentimentalismi imperanti, ma che non fanno muovere le meningi e rafforzare le coscienze civiche, e portano anche ad effetti stancanti o repulsivi. L’abuso dei viaggi della Memoria è un esempio calzante in tal senso.
La terza la politicizzazione della Memoria. In Italia, va male ma ancora la situazione regge, anche se non so ancora per quanto. Le recenti affermazioni sul fatto che la memoria di Auschwitz sarebbe divisiva pongono grossi interrogativi sulla nascita di nuove tipologie di negazionismo. Ma la situazione ad Est è già fuori controllo. Tra Russia, Polonia, Repubbliche Baltiche, Ucraina, Bielorussia e non ultimo Israele, i conflitti di Memoria, l’uso spregiudicato della Memoria per unici fini politici interni hanno già superato i limiti. Vediamo cosa sta succedendo per le celebrazioni dei 75 anni della “liberazione” di Auschwitz, dove le assenze fioccano e pesano. Tutto questo non fa altro che indebolire la Memoria e il suo messaggio storico pedagogico.
Il questo panorama i pifferai magici hanno gioco facile, come lo è stato negli anni venti\trenta.
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Ringrazio il Dott. Susini per la collaborazione e vi invito a leggere con i bambini il libro “Nonno Terremoto. Un bambino nel 1938” che ho trovato ben scritto e perfetto per un progetto educativo sulla Giornata della Memoria spiegata ai bambini.
1938: il regime fascista introduce le leggi razziali e migliaia di ebrei perdono il posto di lavoro o vengono cacciati dalle scuole e dalle università. Questa è la storia di Luciano, “Nonno Terremoto”, un bambino ebreo che quel giorno perse tutto: scuola, giochi, amici. Una storia per ricordare che non esiste colpa per essere nati.
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