C’è un gusto particolare in tutto ciò che ha superato il baratro del tempo conservando un fascino tutto suo. E’ ciò che penso dei libri per bambini che vedo nelle vetrine degli antiquari o che inseguo per mercatini. Qualche giorno fa ho letto un commento a un articolo di carta stampata su un libro fuori catalogo: ‘Chi consiglia libri introvabili ha perso un lettore’. Io credo invece che parlare di bei libri significhi anche descrivere chicche introvabili che i collezionisti custodiscono con gelosia. Se io non avessi letto l’articolo di Topipittori su Biancaneve e i Sette Nani di Emme Edizioni, non avrei girato per mercatini con una missione e io adoro i mercatini di libri.
Parliamo di Emme Edizioni quando era ancora sotto la guida di Rosellina Archinto, una pietra miliare dell’editoria per l’infanzia. E’ stata lei che ha portato in Italia gli albi illustrati dopo averli apprezzati durante gli anni trascorsi negli Stati Uniti con i figli piccoli. I libri di quegli anni sono una ricerca del bello. L’hanno accusata di aver selezionato solo libri per figli di architetti, ma il tempo le ha dato ragione e oggi un bel libro costa come un videogioco o forse meno ma non sono regali paragonabili.
Mi piace andare per mercatini e la mia famiglia ha una sola istruzione: portarmi tutto ciò che trovano di Emme Edizioni. Ognuno ha le passioni! Quando ho visto il viso di Biancaneve sono rimasta colpita dalla sua espressione. Sta fuggendo, controlla chi la segue, è viva. Siamo lontani dall’immagine Disney, che comunque adoro, ma a libro chiedo di più e anche l’occhio più inesperto si accorge sfogliandolo che c’è una ricerca di dettagli nelle illustrazioni: la trama dei tessuti, la verosimiglianza degli animali e la caratterizzazione dei nani.
Nei libri per l’infanzia la coerenza tra illustrazione e testo è fondamentale. Nei bei libri le immagini raccontano molto più delle parole e portano la storia su un piano più alto con metafore e simbolismo. In Biancaneve di Emme Edizioni le illustrazioni sono a doppia pagina, ma la linea di costa che le divide segna la separazione tra due mondi. E’ quasi sempre un dualismo tra bene e male.
Nell’illustrazione della fuga il dualismo delle pagine si nota molto bene. Biancaneve scappa verso sinistra e gli animali verso destra, ma entrambi hanno la testa girata verso il centro per guardarsi indietro. Biancaneve corre verso la luce, tanto che l’ambiente passa al bianco e nero e il suo vestito azzurro si stacca dal contesto. Gli animali invece corrono verso il buio, una zona d’ombra che ha i loro colori.
Questo è il regno di Biancaneve. Sono affascinata dalla creazione dello stemma araldico, dalla linea di luce o ombra che divide il solo e da questa figura del male, la matrigna, che si muove sempre di spalle senza mai rivelare il volto.
Come ultima immagine scelgo l’interno della casa dei nani. L’ambiente ricreato mi ricorda una soffitta e lo trovo perfetto per questo blog. L’immagine dei nani è molto diversa dallo stereotipo classico con cui vengono proposti: oltre al cappello senza punta, sono uomini stanchi e con fattezze a metà tra l’umano e la creatura di fantasia.
Le illustrazioni sono di Nancy Ekholm Burkert, nata in Colorado nel 1945. La sua opera più famosa è proprio Biancaneve e i sette nani, che il New York Times nell’anno in cui uscì (1972) definì uno dei titoli più interessanti tra gli albi illustrati. L’edizione di Rosellina Archinto è del 1974. Chi è nato in quegli anni, come me, che libri per bambini si ricorda?
P.S.: Il libro era accatastato in un cesta di un robivecchi con tanti altri titoli per lui senza mercato al prezzo di 1 euro. Una volta tanto ho rinunciato a spiegare all’ennesima vittima il valore di un libro e l’ho comprato subito.
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