Cosa raccontano le filastrocche su ottobre? Scopriamo i colori, i profumi e i dettagli più poetici di questo mese attraverso le parole degli autori di queste poesie e filastrocche.
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Sera d’ottobre
Venne la sera ed abbuiò le strade.
Stridule, qua e là, di più colori,
correan le foglie; non s’udia per gli ampi
filari che il vocio degli aratori.
E tutta la semente era nei campi.
Or le vacche tornavano alle stalle:
e la gente, ciarlando per la via,
saliva coi marrelli sulle spalle.
Sonò, di qua e di là, l’Avemaria.
Ora il fuoco accendeva ogni capanna
e i bimbi sazi ricevea la cuna,
col sussurrare della ninna nanna.
(Giovanni Pascoli)
***
Ottobre
Tempo d’uva,
la terra si spoglia tutta,
la casa odora di frutta,
il cielo piange di addio.
Alla prima pioggia si è più soli,
il muro sanguina di rampicanti:
nei giorni dorati di incanti
la rondine scrive gli ultimi voli.
(R. Pezzani)
***
Ottobre
Son fuggite le giornate
dolci e chiare dell’estate.
Or di nebbie un grigio velo
copre mesto terra e cielo,
mentre, foglia dopo foglia,
ogni ramo già si spoglia.
Non più all’alba, lieti gridi
d’uccellini e voli e stridi.
Non si sente che il lamento
lungo e flebile del vento,
che par dire sera e mattina:
“Già l’inverno si avvicina”.
(Ugo Ghiron)
***
Ottobrata
Com’è dolce l’Ottobrata!
La campagna tutta intorno
s’è vestita di gran gala
per la sera del suo giorno.
Grossi grappoli rubino,
d’un colore ch’è un incanto
foglie rosse, foglie d’oro
sopra il verde del suo manto.
Che ricchezza, che tesoro!
Una lieta stornellata
se ne va di colle in colle
a cantare l’Ottobrata.
***
Sole d’ottobre
È così pura questa
gioia fatta di luce e d’aria: questa
serenità ch’è d’ogni cosa intorno
a te, d’ogni pensiero entro di te:
quest’armonia dell’anima col punto
del tempo e con l’amore che il tempo guida.
Non più grano, né frutti ha ormai la terra
da offrire. Sta limpido l’Autunno
sul riposo dell’anno… Il fisso
azzurro, immemore
di tuoni e lampi, stende il suo gran velo
di pace sulle rosseggianti chiome
delle foreste. Quand’è falciata
la spiga, spoglia la pannocchia,
rosso il vin nei tini, e le dorate noci
chiaman l’abbacchio, e fuor del
riccio scoppia
la castagna, che importa la minaccia
dell’Inverno, alla terra?..
Trasparente luce
d’ottobre, al cui tepor nulla matura
perché già tutto maturò: chiarezza
che della terra fa cosa di cielo.
(Ada Negri)
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