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28 Ottobre 2019 by Daniela - QUESTO POST POTREBBE CONTENERE LINK AFFILIATI

Metodo di studio: come fare schemi che funzionano davvero

Come fare gli schemi per studiare
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Partiamo dal presupposto che ognuno di noi possa avere una preferenza personale per il metodo di studio, ma c’è un elemento che ci accomuna: abbiamo tutti la mente che funziona per sinapsi, i concetti collegati ad altri rimangono nella memoria mentre quelli scollegati si perdono più facilmente. Sono stati fatti degli studi per capire come funziona la mente e suggerire come migliorare il metodo di studio. Lo schema a cascata è il metodo più vicino al funzionamento del nostro cervello. Come fare schemi che funzionano davvero?

Studiare con i riassunti?

I bambini imparano a studiare per riassunti alla scuola primaria. Solo verso il passaggio alla scuola secondaria di primo grado vengono introdotti all’uso degli schemi. Non si tratta di un errore di percorso ma di una forma di comprensione dell’argomento che si appoggia su quelle che sono le competenze del bambino in quel momento. Ai bambini piccoli piacciono le storie e l’apprendimento viene proposto ancora in forma di racconto, pertanto si usa il riassunto.

Dopo gli otto anni il concetto di astrazione, secondo Piaget, si forma in modo cosciente nel bambino che è in grado di comprendere cose che non ha mai visto ed estrapolare concetti astratti. A quel punto si può iniziare a proporre il metodo degli schemi concettuali, ma saremo già alla fine della primaria.

Studiare per riassunti è faticoso quando le pagine sono tante e rischia di esaurire le nostre energie curando la forma più del concetto. Costruire una bella frase richiede energie, a volte anche giri di parole. Se lo scopo non è imparare a memoria come un pappagallo quel riassunto, meglio non farlo nemmeno. Ci possono essere parti del libro molto discorsive da cui estrapolare solo alcuni concetti, ma il metodo di studiare per riassunti non può sostenere il carico di lavoro delle scuole superiori.

Schema o mappa concettuale

Lo schema concettuale è stato proposto dal professore di didattica J.D. Novak che voleva creare una struttura molto agevole per fissare solo i concetti di un argomento. Dall’argomento principale partono diramazioni verso i sottoargomenti che possono essere ulteriormente allargati in altre sotto sezioni. Lo schema o mappa concettuale ricorda una ragnatela o la rappresentazione delle sinapsi nel nostro cervello.

La mappa concettuale è utile per individuare gli argomenti a cui dare la priorità nello studio e per riordinare i concetti. Agevola la memoria visiva essendo uno schema molto pulito con poche parole, ma se le pagine da studiare sono stante dovrà essere corredato da altri schemi con le singole informazioni da ricordare.

Mappa Mentale

Il concetto è simile alla mappa concettuale con la differenza della rappresentazione: invece di essere una mappa a discesa dal concetto principale agli argomenti secondari, è una esplosione in tutte le direzioni che permette di aggiungere molti sottoargomenti ma senza una priorità.

Qual è la differenza tra mappa concettuale e mappa mentale?

La mappa concettuale assomiglia molto a un grafico: utilizza uno schema a rettangoli e organizza i concetti dall’alto verso verso il basso ma in modo sempre uguale. La mappa mentale utilizza colori, immagini e forme grafiche diverse per creare uno schema orizzontale in cui si aiuta la memoria visiva cercando stili grafici diversi.

Schema a cascata

Lo schema a cascata è la forma più spontanea con cui prendiamo appunti: si scrive l’argomento principale, si elencano i punti importanti, si aggiungono frecce per evidenziare concetti e definizioni. È uno schema più lungo da scrivere, ma indispensabile se si devono studiare e schematizzare molte pagine.

La soluzione ottimale è scrivere uno schema a cascata mentre si legge il libro di testo, facendo ben attenzione a evitare di farne un riassunto, per poi riprendere i punti più importanti in una mappa concettuale.

Consigli per comprendere meglio il testo

Prima di metterci al lavoro con la creazione di schemi, facciamo il punto sulle buone prassi per comprendere bene il testo:

  • tenere il dizionario a portata di mano per cercare le parole nuove
  • se ci troviamo a dover rileggere una frase, proviamo a ripeterla con parole nostre per renderla più fluida e comprensibile
  • non sottolineate! È tempo perso se avete molto da studiare e non agevola l’occhio. State già facendo uno schema con le parole più importati e i relativi concetti, ricordatevi che dovete imparare l’argomento non conoscere il libro a memoria.
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