La scuola è quel gran calderone a cui si danno tutte le colpe. È colpa della scuola se i ragazzi non studiano, non svettano nelle classifiche europee, se sono bulli o senza voglia di fare. Per quanto la generalizzazione è sempre falsa per principio, di storie belle sulla scuola ce ne sono e si tratta di veri successi, anzi quasi di miracoli. Ne ho trovata un’altra: Come quando la piscina dorme, la storia vera di Luca.
Come quando la piscina dorme
Luca è nato con al sindrome dell’X fragile che causa ritardo mentale. Luca è così dalla nascita, purtroppo non esiste cura e la sua vita quotidiana è piena di ostacoli. Arriva alla scuola superiore sapendo a mala pena scrivere il suo nome e parlando con grandi difficoltà. A causa del ritardo mentale e delle forti crisi di cui è vittima, Luca ha vissuto gli anni di scuola primaria e media attraverso programmi che a fatica arrivavano a contenerlo. Esiliato in un’aula da solo, nessun programma ha successo, non si riesce a farlo stare con gli altri ragazzi, poi arriva il passaggio alla scuola superiore e lì inizia la rinascita.
Miracoli che fa solo la scuola
Per qualcuno la scuola è una struttura vecchiotta che andrebbe rimodernata pena tutte le sue colpe. Per altri la scuola sono gli insegnanti e ce ne sono di meravigliosi. Ci sono persone che per indole riescono a essere una benedizione dal cielo e per nostra fortuna scelgono di aiutare gli altri. Una salvezza per chi li incontra, una storia fantastica per chi li conosce nei libri. Il super eroe qui è una professoressa di sostegno e il suo gruppo di insegnanti che nonostante la fatica non si arrende e cerca fino all’ultimo il modo per agganciare l’attenzione di Luca e aiutarlo a progredire, ma non è solo lui che aiuteranno.
Il valore dell’inclusione
Sono anni di morsi da parte di Luca agli insegnanti di sostegno. Sono anni di fughe in cui bisogna contenerlo anche fisicamente. Sono ricerche, tentativi, prove finché arriva l’idea: se Luca non riesce a entrare in classe, sarà la classe ad andare da lui. Gli fanno conoscere uno a uno i compagni, con la scusa di brevi interviste per fare schede da lasciare a Luca per imparare i loro nomi, ma lui non è il solo a imparare.
Quei ragazzi che sembravano attori non protagonisti di un libro già meraviglioso di suo, si offrono volontari per stare con Luca il pomeriggio, lo accompagnano, lo aiutano e alla fine quando c’è da descrivere l’inclusione fanno per lui un video che non riesco a smettere di guardare. È una storia vera, il video è vero, Luca è vero e grazie all’insegnante di sostegno che non si è mai arresa per lui dopo la scuola superiore non ci sarà un centro diurno, ma la possibilità di un lavoro.
Come quando la piscina dorme, di Stefania Nanni (madre di Luca) e Maria Ghiddi (la professoressa di sostegno), edito da Longanesi.
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