Ogni genitore si augura il meglio per i propri figli. Desideriamo per loro un futuro sereno, ricco di soddisfazioni e possibilmente in salute. Diventare ricchi non è nella mia lista di priorità, ma non auguro nemmeno il contrario ai miei figli. C’è un aspetto che mi interessa a riguardo ed è l’idea che i genitori ti hanno trasmesso dei soldi. Ne parla Roberto Shemin nel libro Perché quel cretino è ricco e io no?
5 Frasi da non dire ai figli
Come potete intuire dal titolo si tratta il libro ha un approccio decisamente provocatorio e scanzonato alla questione della ricchezza. Penso che sia capitato a tutti almeno una volta nella vita di chiedersi come mai un personaggio potesse avere tanto successo e tanti soldi, senza dimostrare molte qualità. Shemin non spiega come allevare figli incapaci ma ricchi, bensì come liberare i bambini da quei preconcetti educativi che ci impediscono di lanciarsi, di puntare tutto su se stessi e provare a conquistare la propria fetta di successo. Ovviamente sempre restando nella legalità e nel buon senso!
“Se vai bene a scuola, avrai successo nella vita”
Noi genitori lo sappiamo bene che i voti di scuola e la vita reale sono due sfere separate. Quando diciamo ai figli di studiare perché servirà per la loro vita futura, in fondo sappiamo che le principali fonti di apprendimento sono altre. Loro nel frattempo si costruiscono l’idea che devono avere buoni voti per avere successo, che per un bambino spesso significa diventare ricchi. Secondo Shemin è un’idea che radicata nella mente dei ragazzi fa pensare che se non hanno successo pur consumandosi sui libri la ragione è che devono ricorrere a trucchi poco leciti. “Quello non studiava mai a scuola e adesso ha una azienda di successo: avrà qualche aggancio politico”. No, semplicemente potrebbe avere avuto un’idea geniale, aver usato le sue qualità nel modo giusto o essere stato in grado di seguire il mercato.
“Smettila di fare domande”
Le domande dei bambini possono essere sfinenti. Alcune volte sono vere interrogazioni e riescono a metterci in difficoltà. Un bambino che si pone delle domande sta costruendo dei collegamenti, sta andando avanti da solo nella ricerca di sapere. Fare domande è modo per esplorare la realtà e forse un giorno potrebbe essere il modo giusto per trovare l’idea per un progetto geniale che mancava. Dirgli si smetterla di fare domande non è un aiuto per la sua intelligenza.
“Questa è la regola e si fa così”
È una frase che forse potrebbe suonarvi più familiare in altre versioni, come: nessuno si è mai sognato di fare diversamente; non si mette la t-shirt sopra la camicia perché non lo fa nessuno, si fa il foro alle orecchie perché lo fanno tutti. Ovviamente parliamo sempre di cose lecite. Shemin definisce questo genere di frasi una omologazione dei figli al sistema. Alcuni ragazzi crescendo ne vorranno uscire da soli, altri resteranno intrappolati nella gabbia del si fa e non si fa, è giusto e non è giusto. La creatività spesso inizia rompendo le regole, ma lascia anche un certo senso di colpa se non sei stato allevato con l’idea che puoi inventare il tuo stile e cercare soluzioni alternative.
“I soldi si fanno con la fatica”
È vero, soprattutto se pensiamo alla fatica in senso più ampio: è faticoso fare i soldi, inteso come non così semplice fare i soldi. Questa frase è un modo di dire che ripetiamo ai nostri figli per rispetto verso i nonni che veramente si spaccavano la schiena sul lavoro. Tanti genitori ancora oggi svolgono lavori pensanti, ma non sempre così ben retribuiti da poter fare soldi. Secondo Shemin questo rapporto tra soldi e fatica che ci viene insegnato fin da piccoli, preclude la fiducia a lanciarsi in nuove attività che sembrano idee vincenti ma non sono abbastanza faticose da poter rispettare quel preconcetto secondo cui senza fatica non si fanno i soldi. Chi lavora sul web, conosce bene la fatica di far comprendere agli altri che mettere foto su Instagram o scrive post su Facebook è un lavoro.
“Non andare là da solo che non sai cosa ti può succedere”
Spesso quel ‘là’ è il parco in fondo alla via. È vero che la cronaca ci spaventa. È vero che non dobbiamo mai abbassare la guardia, ma nemmeno crescere i figli nella paura dell’ignoto. Shemin nel libro proietta anche questa frase nel futuro. Cosa faranno da grandi quando si troveranno in un periodo senza certezze? Mettiamo il caso che perdano il lavoro, o che non ne trovino uno. Come vorremmo che reagissero? Secondo Shemin la capacità di gestire l’incertezza inizia da bambini, con l’idea che passiamo in casa dell’ignoto.
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Shemin non è un pedagogista. Potete essere d’accordo con le sue idee come non esserlo. Ha analizzato la psicologia della gente verso la ricchezza e lo ha fatto tenendo corsi negli Stati Uniti in cui aiutava persone in crisi economica. Per quanto spiritoso, il suo libro è interessante e vi consiglio di leggerlo, anche se alcune delle soluzioni che propone per lavorare in proprio in Italia non funzionano (o almeno non ancora!)
Perché quel cretino è ricco e io no?
Le regole per fare soldi senza essere dei geni
Robert Shemin
Rizzoli
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