Dalle vostre parti si usa far recitare ai bambini una delle filastrocche di buon anno prima del cenone? Nella mia infanzia era un’abitudine frequente, anche se io non ho mai amato farlo. Conosco bambini che invece adorano essere al centro dell’attenzione e non avrebbero difficoltà a recitare una filastrocca davanti al parentado. In ogni caso sono testi piacevoli da leggere insieme e da dedicare a chi vogliamo.
L’anno nuovo di Gianni Rodari
Indovinami, indovino,
tu che leggi nel destino:
l’anno nuovo come sarà?
Bello, brutto o metà e metà?
Trovo stampato nei miei libroni
che avrà di certo quattro stagioni,
dodici mesi, ciascuno al suo posto,
un carnevale e un ferragosto,
e il giorno dopo il lunedì
sarà sempre un martedì.
Di più per ora scritto non trovo
nel destino dell’anno nuovo:
per il resto anche quest’anno
sarà come gli uomini lo faranno.
GUARDA ANCHE: Attività creative per Capodanno
L’anno passato di Gianni Rodari
Io l’ho bell’e dimenticato
l’anno passato:
morto e sotterrato.
È rimasto un foglietto
sul calendario appeso alla parete,
e pare quando al cine
l’ultimo quadro ancora non si cancella
ma già in fondo alla storia più bella
viene fuori la parola “fine”.
Meglio mi trovo
con l’anno nuovo,
tutto lustro e gaio
come un paio di scarpe appena uscite
dalla vetrina del calzolaio.
Le scarpe del nuovo anno…
Dove mi porteranno?
No, no, niente domande:
c’è una strada soltanto, aperta, grande,
e va avanti!
GUARDA ANCHE: Tradizioni familiari da adottare per Capodanno
***
Capodanno di Rodari
Filastrocca di Capodanno
fammi gli auguri per tutto l’anno:
voglio un gennaio col sole d’aprile,
un luglio fresco, un marzo gentile.
voglio un giorno senza sera,
voglio un mare senza bufera,
voglio un pane sempre fresco,
sul cipresso il fiore del pesco,
che siano amici il gatto e il cane,
che diano latte le fontane.
Se voglio troppo non darmi niente,
dammi una faccia allegra solamente.
***
Buon anno ai gatti di Rodari
Ho conosciuto un tale,
di Voghèra o di Scanno,
che voleva fare ai gatti
gli auguri di Capodanno.
Andando per la strada
da Modena al Circéo,
appena incontrava un micio
gli faceva: – Maramèo! –
Il felino, non conoscendo
l’usanza degli auguri,
invece di rispondere
scappava su per i muri.
La gente si stupiva
e borbottava alquanto:
– Ma dia il Buon anno a noi!
che le diremo: Altrettanto! –
No, quel bravo signore
di Novara o di Patti
si ostinava: – Niente affatto,
lo voglio dare ai gatti.
Voglio andare con pazienza
da Siracusa a Belluno,
per fare gli auguri a quelli
cui non li fa nessuno.
***
Nella notte di Capodanno di Rodari
Nella notte di Capodanno,
i buoni romani sapete che fanno?
Dalla finestra gettano via
cenci, cocci e compagnia.
Piovono allegri sul selciato
il vecchio catino, il secchio sfondato,
pentole, chiacchiere, piatti e padelle,
sedie zoppe ed ex ombrelle.
Tu, ripàrati sotto un portone,
fin che dura l’operazione,
ma non maledire la vecchia usanza:
chi getta i cocci, si tien la speranza.
Queste cose brutte e amare
si dovrebbero buttare:
le baracche ed i tuguri,
dove i giorni son tutti scuri,
la fame, la guerra, la cattiveria,
tutti gli stracci della miseria…
Ingombrerebbero troppo la via?
Poi penseremo a far pulizia.
***
Sotto il vischio di Rosalba Troiano
Sotto il vischio, se vieni vicino,
strizzo l’occhio e ti stampo un bacino.
Sotto il vischio e le bacche d’argento
per un abbraccio io te ne do cento.
Sotto il vischio dal fiocco arricciato
ti auguro un buon anno fortunato!
Lascia un commento