Qualche giorno fa mio figlio mi ha chiesto perché noi non festeggiamo Halloween. Ho provato a spiegargli che è una festa di un paese lontano, dove credono in Gesù in un modo diverso dal nostro e per questo hanno feste diverse. Noi negli stessi giorni abbiamo la tradizione di andare al cimitero e ricordare le persone che non ci sono più. Mia madre è morta proprio in quei giorni, se tornasse le aprirei la porta, non scapperei. Lei è una bella signora, gentile e affettuosa, non uno scheletro o un mostro che fa paura. Lui ha capito, ma non era contento. E’ ovvio, non avevamo parlato di cose belle, ma non possiamo dimenticarci chi siamo.
Nei giorni successivi ho pensato a cosa avrebbe detto mia mamma a riguardo, a cosa mi ha insegnato lei, che troppo spesso dimentico in favore di qualche luminare che probabilmente non ha nemmeno avuto figli. La prima volta che lui è tornato a parlarmi di Halloween ho cambiato strategia. Halloween è una festa di scheletri, mostri, streghe, fantasmi tutti personaggi che fanno paura e noi potevamo festeggiare le paure che combattiamo ogni giorno.
Abbiamo preso una scatola da scarpe. L’abbiamo ricoperta con i ritagli di un sacchetto nero (si vede ancora l’impugnatura, ma va benissimo). Lui ha disegnato e ritagliato: uno scheletro, un fantasma, qualche zucca, una strega e li abbiamo attaccati alla scatola con lo scotch. Allo stesso modo abbiamo messo le finestre e una porta. Poi abbiamo scritto su un fogliettino una nostra paura, lo abbiamo arrotolato, chiuso con lo scotch e buttato nella casa, così starà lì dentro e non ci farà più paura. Lui ha scritto che gli fanno paura gli incidenti in auto, io chi rompe le automobili per rubare (è una scena a cui purtroppo abbiamo dovuto assistere fuori da scuola pochi giorni fa e non viviamo nel Bronx).
L’abbiamo realizzata domenica pomeriggio e abbiamo festeggiato guardando un film di paura, “I Goonies”. Non fa molta paura a un grande, ma qualche scena per un bambino di sei anni è difficile. Anche i ragazzi del film hanno paura e abbiamo visto come fanno loro:
1- non scappano
2- pensano a una soluzione
3- si aiutano l’un l’altro
Ci siamo divertiti e penso che questa casa delle paure rimarrà sopra la libreria anche dopo Halloween, del resto le paure non finiscono mai e serve un posto in metterle (ma soprattutto parlarne)!
calzelunghemom dice
ma sai che questo modo di festeggiare halloween mi piace. Alla fine non c’è niente che non si possa adoperare come stimolo per costruire significati con i propri figli. Torno a trovarvi!
Caffenero dice
Grazie!
Ti aspetto.
Ciao
Daniela
'r@ dice
Ciao! Qualche giorno fa ho visto sul sito filastrocche.it una casetta mangia paure…l’idea mi è piaciuta molto e l’ho proposta ai miei bimbi come lavoretti in un piovoso pomeriggio…Oggi gironzolando nel web sono capitata tra le pagine del tuo sito e l’ho ritrovata…e, soprattutto, ho potuto “conoscere” l’autrice.
Complimenti!..Se ti va di vedere la nostra casetta, passa a trovarmi!
laura
Caffenero dice
L’ho vista! E’ bellissima!
Non credo di aver lanciato una moda. Allora aspetta fiduciosa perchè ne sta per arrivare un’altra…
Elena dice
Uh ma che bella idea, allora userò la casetta che abbiamo appena fatto anche noi per buttare dentro una sua paura. Se ti va ho appena lanciato un contest di halloween potresti partecipare con questo lavoretto:-)
Non si vince niente è solo per fare una raccolta di lavoretti per bambini e mi piace tanto anche la tua spiegazione che hai dato. A me Halloween è sempre piaciuta come festa, anche se sono religiosa, ma io l’ho sempre vista come una festa di streghe e streghette che mi affascina, e ora Stefano mi ha chieso il significato della festa.
Sara dice
E sono finita a leggere anche quest’altra idea, e di nuovo ti devo fare i complimenti, per come trasformi tutto in qualcosa di piacevole e costruttivo.
(quanto mi piacevano i goonies da piccola…!!!!)