A che età si dovrebbe dare il primo cellulare a un bambino? Molti compagni di mio figlio hanno ricevuto il primo cellulare l’anno scorso, in quarta elementare per la comunione. Qualcuno a dire il vero lo aveva già prima. Hanno creato un loro gruppo per chattare, scambiarsi i compiti o semplicemente darsi appuntamento al parco. Io però a mio figlio non ho ancora comprato il primo cellulare. Abbiamo rimandato la decisione al prossimo compleanno che sarà poco prima dell’inizio della scuola media. Ho riflettuto molto su quali siano i fattori che possono aiutare a decidere l’età giusta per il primo cellulare. La mia conclusione personale è che non sia una questione di età anagrafica ma di maturità.
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Prima di dare un cellulare a un bambino mi porrei queste domande:
- Ha veramente bisogno di un cellulare tutto suo? In quali situazioni gli serve?
- Sa prendersi cura degli oggetti di valore? oppure perde costantemente il contenuto dell’astuccio e gli avvisi di scuola?
- Cosa conoscere della sicurezza in rete? Saprebbe gestire con riservatezza i dati personali?
- Sa cos’è il cyberbullismo? Conosce i rischi nascosti nella rete? Saprebbe affrontarli e raccontare in casa eventuali problemi?
Mi preoccupa principalmente il rischio che mio figlio possa fare un uso sbagliato della rete, ma non gli voglio precludere tutte le possibilità di internet per lo studio, per le curiosità e per la voglia di cercare che spesso allarga le prospettive.
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Nei giorni scorsi ho rilanciato sulla pagina Facebook un sondaggio organizzato da FattoreMamma e Kasperky Lab per capire cosa fanno i nostri figli in rete. Kaspersky Lab è leader mondiale in soluzioni per la protezione e la sicurezza in internet, con particolare attenzione al parental control. I risultati del sondaggio sono stati analizzati in un incontro tra l’azienda e un gruppo di mamme blogger attente al mondo digitale. Rivolgo le domande che sento più frequentemente tra i genitori a Elena Valli, che ha partecipato all’incontro per Scuolainsoffitta.com.
Cosa fanno i ragazzi on line?
Oggi i ragazzi usano molto la rete, per studiare, ma soprattutto per i social. Al contrario di quello che si pensa non è Facebook il social più utilizzato, ma Whatsapp
Quali rischi corrono?
Uno dei più grossi problemi di oggi in rete è il cyber bullismo. Esistono molti modi per creare forme di bullismo on line: ad esempio si è scoperto che molti ragazzi creano gruppi segreti per prendere di mira il malcapitato di turno, creando un meccanismo di esclusione.
Cosa possiamo fare come genitori per aiutarli?
I ragazzi non conoscono le vere minacce della rete, perché spesso non vengono educati di base a un uso attento. Non bisogna però pensare alla rete solo come a un nemico da combattere, ma bisogna imparare a usarla bene, per trarne il meglio che si può. Bisogna stare attenti a proteggerli da pericoli reali, così come faremmo nella vita reale.
Si è visto dal sondaggio che la maggior parte dei genitori è preoccupata non tanto dalla qualità della navigazione, quanto dal tempo trascorso on-line. Ma bisogna adottare metodi di controllo maggiori:
- non lasciarli subito da soli al computer
- stare accanto a loro per aiutarli in caso di necessità
- installare un buon sistema di parental control, in casa ormai siamo pieni di device che possono connettersi a internet, anche la stessa tv ormai spesso è direttamente collegata a una rete wi-fi
- educarli a non dare mai dati sensibili a sconosciuti, nemmeno se si presentano come amici o come vicini di casa
- insegnare a non aprire allegati senza il permesso dei genitori
- cercare di non utilizzare lo stesso computer sul quale navigano i figli, per fare pagamenti on line, o home banking, senza aver installato almeno un buon antivirus. La cosa migliore sarebbe predisporre un computer per i ragazzi, impostato con tutti i criteri di sicurezza e controllabile anche da un pc a distanza con appositi software, che ci avvisano se i figli per sbaglio sono incappati in siti pericolosi.
La rete non è il male, ma va usata con criterio, gli stessi genitori andrebbero educati all’uso del web: pubblicare foto scaricate da internet o foto di recite scolastiche senza permessi è un uso sbagliato del web. Bisognerebbe sensibilizzare anche le scuole a fare corsi con reali esperti del web sia per genitori che per ragazzi.
Kaspersky sta sviluppando un nuovo software che uscirà a fine anno, a un prezzo accessibile al pubblico, si tratta di Safe Kids che permetterà non solo di installare un parental control, ma di gestirlo da remoto impostando i filtri in base all’età dei figli. Ci saranno controlli anche per Facebook e arriveranno degli avvisi sui dispositivi dei genitori. Verrà anche installato un sistema, che permetterà di geolocalizzare i figli entro un raggio di azione, se usano uno smartphone, in determinati orari. Se ad esempio sappiamo che al mattino devono essere a scuola, il sistema ci avviserà se usciranno dal raggio di azione.
Post sponsorizzato da Kasperly Lab #digitalmom
Sybille dice
E se ti dicessi che siamo una famiglia cell-free? 🙂
Per comunicare fuori casa vanno benissimo anche le cabine telefoniche (quando serve, altrimenti per raccontarsi le cose si aspetta di essere tornati a casa), per fb ecc. va benissimo il pc, non serve essere online ovunque e in ogni momento direi; ma sicuramente é questione di abitudine. Essendo abituati cosí, finora non ne sentiamo la mancanza. E poi ci sarebbe anche l’argomento dell’elettrosmog, che secondo me se si puó evitare, meglio.
Daniela dice
Ciao, Sybille. Per la gestione di internet invece come vi siete organizzati? Hai mai dovuto stabilire delle regole per l’utilizzo? Da che età li hai lasciati liberi?
Sybille dice
Liberi nel senso di gestire in autonomia tempi e contenuti (comunque ogni tanto si dava ancora un’occhiata per vedere dove navigavano e si parlava spesso dei pericoli, di non lasciare mai nome o indirizzo ecc.) circa a 14 anni, entrambi dopo aver fatto l’esame di terza media hanno ricevuto un pc personale che tengono in camera, prima si utilizzava il pc nostro che stava in una stanza adibita ad “ufficio”, per cui eravamo noi genitori a permettere l’uso e l’accesso. Per l’etá é stato un po’ diverso: il grande per esempio ha iniziato a fare ricerche online circa a 12-13 anni, il secondo circa un-due anni prima ma c’entra anche il fatto che prima non avevamo una connessione buona e utilizzare internet era una cosa abbastanza lenta, e non permetteva di vedere video (si bloccava in continuazione) e dunque usavamo il pc piú per guardare dvd (visto che siamo pure senza tv). Di solito si utilizzava di piú nei fine settimana e di meno durante la settimana (durante la settimana piú per scopi didattici diciamo – ricerche, documentazioni ecc. – e nel weekend piú per scopi di divertimento, anche giochi online). Ma naturalmente ci sono state anche sempre giornate in cui si facevano eccezioni. Per me era importante che l’uso del pc non togliesse troppo tempo alla lettura, alle attivitá all’aria aperta, alla creativitá “con le mani”… Lo sappiamo anche noi adulti come accade: vuoi fare la ricerca di una parola, poi guardi anche un’altra cosa, apri quel link e quell’altro e poi ti accorgi che hai giá passato 2 ore davanti allo schermo… 😉
un caro saluto
Sybille
Daniela dice
Grazie, Sybille.