
In occasione dell’evento STEMcity dedicato alle scienze, Daniela Lucangeli, docente e ricercatrice dell’apprendimento logico matematico, ha tenuto un intervento su come motivare l’intelligenza numerica. Come genitori o insegnanti vi siete chiesti perché bambini e ragazzi fanno spesso gli stessi errori? Volete provare a invertire quel sentimento di disagio verso la matematica?
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Chi è Daniela Lucangeli?
Daniela Lucangeli è una figura molto apprezzata nella divulgazione dei processi di apprendimento. Autrice di molti libri, docente universitaria e formatrice di insegnanti, porta avanti da anni una campagna di informazione su come è possibile aiutare gli studenti con interventi didattici mirati. Il suo metodo, anche se lei preferisce venga definito la sua esperienza, trova spazio nei molti libri sull’intelligenza numerica che Lucangeli ha pubblicato in questi anni.
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Cos’è l’intelligenza numerica?
L’intelligenza numerica è la capacità innata di ogni essere umano di percepire per quantità e di creare relazioni tra oggetti. Educando l’intelligenza numerica possiamo accompagnare i bambini a comprendere il concetto di numero, a comprendere operazioni matematiche ma avremo sempre due aspetti da tenere in considerazione: l’emozione e il rapporto con l’errore. Solo riconoscendo l’importanza di questi aspetti potremo aiutare i bambini e i ragazzi a comprendere meglio e ad avere un buon rapporto con la matematica, che vuol anche dire una buona fiducia nelle proprie capacità.
Come migliorare il rapporto con la matematica?
Il rapporto di uno studente con la matematica si incrina nel momento in cui si verificano situazioni in cui non si sente capace, commette errori, si accorge di non aver capito o non di sapere come muoversi. Per motivare lo studio della matematica è necessario studiare cosa accade quando il bambino o il ragazzo affronta un compito di matematica, individuare gli errori, insegnarli la strategia per evitarli in modo che non diventino errori passivi, quelli che ripetiamo pur sbagliando quando siamo sotto stress come nel caso di una verifica. La tensione abbassa i sistemi di controllo e fa emergere anche gli errori perché in quel momento non c’è un filtro. Prima di intervenire in soccorso di un problema in matematica è necessario lavorare individualmente e adeguare la didattica al caso.
Ricerca dell’errore
Si deve andare a cercare l’errore e il fondamento che lo genera: informazioni fragili, errori assimilati come procedure corrette, difficoltà specifiche, ecc. L’errore deve essere individuato e corretto, ma senza dimenticare che un errore ha una valenza cognitiva (concetto non capito) ed emozionale (opinione di sé e tensione che abbassa i sistemi di controllo).
Percorso verso la positività
Serve capire come arrivare a una “warm cognition”, una situazione in cui il bambino e il ragazzo sentono di poter andare avanti stimolati dalla curiosità, confortati dalla riconquistata fiducia in se stessi e consapevoli che in casa di necessità c’è un professore (genitore o educatore) alleato pronto ad aiutare.
Strategie per l’autonomia
Dopo aver individuato l’errore, aver capito come domarlo, aver riequilibrato l’approccio emotivo, c’è un ultimo passo: dare ai ragazzi le competenze per essere autonomi e capaci di andare avanti da soli. Serve insegnare a riconoscere gli errori e le strategie migliori per gestirli.
Cosa leggere sull’intelligenza numerica
Daniela Lucangeli ha spiegato la sua esperienza e la ricerca in ambito di intelligenza numerica nei libri A mente accesa e Cinque lezioni leggere sull’emozione di apprendere. Con Erickson ha pubblicato una serie di libri dedicati all’intelligenza numerica divisi per anno di scuola e per argomenti in modo che possano essere utilizzato come strumento per intervenire durante l’apprendimento riprendendo subito gli errori che emergono o farlo a distanza di anni se dovessero essere riconosciuti solo più tardi.
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