
Claude Monet ha dedicato l’ultima parte della sua carriera artistica a dipingere le ninfee. Scopriamo cosa lo affascinava e sperimentiamo anche noi con i colori.
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Monet e l’impressionismo
Claude Monet è considerato uno dei padri fondatori dell’impressionismo, un movimento artistico che si è concentrato sulla riproduzione della luce e dei colori in modo da comunicare emozioni. Monet amava dipingere la natura e lo faceva stando all’aperto (en plein air). L’opinione dei critici non è stata benevola con Monet all’inizio, pochi capirono che stava rivoluzionando l’arte. La tenacia dell’artista lo portò a sperimentare, mettendosi alla prova con la neve, l’acqua, il cielo, la luce, tutti soggetti difficili da rappresentare a cui lui dava una carica emotiva che arriva anche a chi osserva i suoi quadri.
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Le ninfee di Monet
Monet, ormai uomo maturo, acquista una casa in campagna a Givency, fuori Parigi. È una bella casa rosa con un ampio terreno. Monet fa estirpare tutte le erbacce e trasforma quel terreno in un giardino pieno di fiori. Ha costruito un piccolo paradiso a misura per la sua arte. Ama dipingere all’aperto, ama la natura e i fiori. Manca l’acqua, un elemento che ha sempre inseguito. Fa realizzare uno stagno nel giardino, dove verranno piantate le ninfee e installato un ponticello in stile giapponese. Quando Monet vede le ninfee fiorite capisce che ha trovato il suo soggetto ideale che racchiude tutto ciò che vuole dipingere: la luce, l’acqua e i fiori. Monet dipinge centinaia di quadri sulle ninfee, i più grandi li dona al Museo d’Orsay di Parigi come omaggio per la fine della guerra.
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Dipingere le ninfee di Monet
Il nostro obiettivo non è mai quello di imitare un artista ma di raccogliere la sua sfida e provare a interpretarla. Monet voleva dipingere i suoi tre elementi tanto amati: luce, acqua e fiori. Immaginiamo le domande che si sarà posto. Come si possono rendere su un quadro i riflessi della luce sull’acqua? Come si può dipingere la trasparenza dello stagno? Monet disse che sarebbero serviti colori fatti di diamanti e smeraldi per rendere i riflessi della luce. Noi ci proviamo con altri materiali, molto più economici di diamanti e smeraldi.
Tecniche da provare
Vi propongo alcune tecniche da provare per dipingere le ninfee. Siamo a livelli semplici rispetto a Monet, ma ci permettono di avvicinarci alla sfida e di commentarla con le nostre impressioni. Possiamo iniziare chiedendo ai bambini come si potrebbe dipingere la luce e l’acqua. Quali materiali potremmo utilizzare oltre ai colori.
In questa realizzazione sono stati utilizzando gli acquerelli creando una zona più chiara al centro e più scura i bordi. Le foglie delle ninfee hanno gradazioni di verde per rappresentare le parti più illuminate dalla luce. GUARDA: Video tutorial ninfee di Monet
Se vi può essere utile, nel pdf trovate una versione semplificata delle ninfee di Monet da colorare che potete prendere come spunto per realizzare i vostri disegni.
PDF: ninfee di Monet da colorare
In questa seconda realizzazione il colore è stato steso a strisce verticali, alternando tonalità di blu, verde e giallo. Le ninfee sono state dipinte sempre con gli acquerelli quando la base era asciutta, così come i riflessi di luce dati con pennellate bianche. GUARDA: Video tutorial ninfee di Monet riflessi
Sperimentiamo con materiali diversi. Lo stagno è stato dipinto con macchie di colore nelle tonalità del blu, del verde e del viola. I riflessi sull’acqua sono realizzati con piccoli ritagli di carta stagnola, fissati con la colla vinilica.
In quest’ultima versione sono state utilizzate due tecniche: gli acquerelli per l’acqua e i pastelli a cera per le ninfee. Pur rappresentando la versione più semplice delle ninfee di Monet, adatta alla produzione di bambini piccoli, il colore steso in modo non definito e a macchie è concettualmente molto vicino alla produzione di Monet degli ultimi anni, quando ormai malato di cataratta dipingeva a memoria.
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