In questi giorni ho letto un libro che ha messo a dura prova il mio equilibrio di mamma. Evviva il maltempo! 70 attività da fare con pioggia, vento e neve. Voi, ad esempio, che rapporti avete con le macchie sui vestiti dei vostri figli? Vi arrivano a casa con le ginocchia dei pantaloni verdi e le felpe coperte di fango, cosa dite? “Bravo, hai fatto bene, speriamo ci sia un’altra occasione come questa”. No? Allora non avete sfogliato questa raccolta di attività da fare con la pioggia. Vi avviso, potreste avere dei sensi di colpa.
Ogni volta che penso ai lavoretti per bambini da fare prendendo spunto dalla natura mi vengono in mente le foglie, i sassi, i fiori. Va benissimo: sono il raccolto di una passeggiata, stimolano la curiosità per il mondo che ci circonda e magari si accende anche qualche scintilla per aprire un libro di scienze, però devo ammettere che sono attività molto platoniche, almeno se le confrontate con il fango. “Daniela, non mandiamo i bambini a giocare nel fango!” prima forse nemmeno io. Il bambino che esce di casa pur con abiti da parco e ci ritorna in versione Bronzo di Riace coperto di fango non rientra precisamente nei miei sogni. Almeno non prima di sfogliare e leggere “Evviva il maltempo“ di Fiona Danks e Jo Schofield (Editoriale Scienza). Potete vederne un estratto qui.
Ci sono torte di fango, scivoli di fango, statue di fango (senza il bambino dentro), percorsi di fango. Non ho storto il naso per niente. Ho controllato più volte il nome dell’autore sulla copertina perché mi dava tanto l’idea di quella libertà canonicamente nordica, dei bambini scandinavi che escono di casa con la pioggia ma senza ombrello. A essere proprio onesti, quale bambino non sogna di imbrattarsi così? superare la barriera dello sporco, del timore che la mamma si lamenti dei pantaloni macchiati, sembra davvero affascinante.
Nel libro non si parla solo di fango. Ci sono molte idee per festeggiare la pioggia, giochi e prove da fare con la neve e il ghiaccio. Un vero inno alla bellezza del gioco all’aria aperta.
Mentre aspettiamo che piova davvero bene da riempire il parco di fango (ho già scelto i pantaloni che possono mettersi: sopravviverò alle macchie!), abbiamo realizzato uno dei progetti sull’autunno: “A caccia di arcobaleni“.
Si raccolgono tante foglie di colori diversi, si dividono per tonalità e si incollano su strisce di carta da appendere nel bosco, alla finestra, su un albero vicino a casa o sulla porta.
Abbiamo già scelto le prossime attività: cercare le pozzanghere specchio, andare a caccia di gocce, preparare la batteria da pioggia e le gli strumenti musicali per il vento. Almeno finchè non arriva la neve, lì sarà proprio divertente passare all’ultimo capitolo.
silvia dice
stupendo!!!ma dove trovi tutti questi libri fantastici?io non ho problemi a far sporcare i miei figli, anzi lo farei anche io…ti prego continua a raccontarci le attività suggerite da questo libro, le copieremo subito!!ciao
Daniela dice
Silvia, ce ne sono alcuni con la neve che mi piacciono proprio, Mi rivedrai!
Sara dice
Che bel libro, Daniela, grazie! (Ma quanti “grazie” ti sto scrivendo? Sei un vulcano!)
Io ho cambiato il mio rapporto con la pioggia dopo un viaggio in Nuova Zelanda, che ha un clima davvero molto variabile, nel giro di mezz’ora si passa dal sole che spacca le pietre ad un acquazzone e di nuovo al sole. La maggior parte dei kiwi non usa ombrello: fanno quel che devono fare, vanno dove devono andare sotto la pioggia (alcuni si levano le scarpe, già che ci sono, e camminano scalzi); si vede che poi si asciugheranno una volta arrivati a destinazione.
Non ho adottato in toto questa pratica, ma spesso esco senza ombrello anche se piove, anche coi bambini, per il gusto di… bagnarmi un po’. Non è affatto male e anche i bimbi si divertono.
Per quanto riguarda il fango, è stato l’avere dei figli che mi ha portato a fare di necessità virtù: archiviato il senso di “schifo”, mi limito a chiedere che si levino le scarpe sullo zerbino di casa; il resto si lava (e alcuni dei ricordi più belli che ho, sia di bimba che di adulta, sono legati in qualche modo a pioggia e fango, ora che mi ci fai pensare).
Daniela dice
Sara, il mio senso di “schifo” è finito dopo il primo cambio di pannolini lavabili. Ho meno simpatia per le chiazze di erba sui pantaloni, ma il fango viene via.
Catia dice
Bello questo libro!!!
Anche io esco senza ombrello solitamente cercando di non pensare a quante schifezze contiene la pioggia di Milano.
Matilde è sempre stata libera di sporcarsi quanto voleva giocando. Anche adesso che è grandina, prova tanto di quel gusto a buttarsi tra le foglie o in prato…. beh! ci provo gusto anche io!!!
Daniela dice
Catia, sai da quanto tempo cerco un paio di stavali da pioggia per me? Loro si imbrattano e a me tocca stare fuori. In commercio non ce ne sono di imbottiti per mamme freddolose
Catia dice
Hai mai provato alla Decathlon?
http://www.decathlon.it/stivaletti-junior-sibir100-id_8227019.html
Io li ho preso l’anno scorso e mi hanno accompagnato per tutto l’inverno.
Caldi e naturalmente impermeabili
Daniela dice
Questo modello non lo avevo visto. Grazie
Catia dice
Io ho trovato questi
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Mi hanno accompagnato per tutto l’inverno scorso.
Sono caldissimi!!!
anna disorganizzata dice
Noi da quando abbiamo deciso di trasferirci fuori citta’, abbiamo messo in conto uno stretto rapporto con fango, terra,passeggiate sotto l’acqua, pozioni magiche fatte di sassi, erba, foglie, fiori, curry, sale, bicarbonato ..e il tutto naturalmente me lo ritrovo alla sera nella cesta della biancheria. Ma pazienza…non mi disturba troppo! 😀
Daniela dice
Brava, Anna!
Catia dice
Scusa per il doppio commento. Ero convinta che il primo non fosse andato a buon fine!!
Daniela dice
no problem
Irene dice
Ma grazie! Me lo segno! E io che mi sentivo già molto di avanguardia perché le lascio rotolare nelle pozzanghere, ho tutto da imparare invece!
Daniela dice
Irene, ce ne sono tantissime
Michela, la mamma di Simone dice
Proprio l’altro giorno dicevo a mio marito che guardava inebetito la nostra creatura rotolarsi nell’erba bagnata “Maddai! Ha quattro anni! Stai sereno!” 🙂 Però devo confessare che le lavatrici le fa lui 😛
Il libro è bello, lo aveva esposto tra i migliori della settimana la nostra bibliotecaria (avantgarde pure lei!), basta equipaggiarsi bene!
Ma del resto a casa nostra l’apripista nel mondo delle pozzanghere di fango fu Peppa Pig e siamo avvezzi da tempo…!
Daniela dice
Ciao, Michela. Ti confido che mi osno comprata degli stivali per l’acqua anch’io per non stare sempre a guardare da lontano quello che fanno i miei bambini!