
Il brutto anatroccolo è una fiaba di Andersen da leggere in primavera che ci aiuta a spiegare ai bambini che la bellezza di ognuno di noi è interiore.
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Si parla di uova che si schiudono, di anatroccoli, di piccoli animali che crescono e cambiano aspetto. Sono tanti i riferimenti alla primavera che rendono questo racconto adatto per conoscere meglio i cambiamenti in natura. Il significato della storia ci porta su un altro percorso, quello dell’autostima e della diversità. In questa versione la storia del brutto anatroccolo è stata semplificata e adattata alla comprensione di bambini piccoli.
Fiaba
C’era una volta un nido di anatra con quattro uova. Quando si aprirono i gusci nacquero tre anatroccoli gialli e uno con le piume di colore grigio. Passavano i giorni e diventava sempre più evidente che l’anatroccolo grigio era diverso dagli altri: era diventato più grande e aveva le piume più scure. Si sentiva brutto e questo lo rendeva molto triste, tanto che un giorno decise di partire.
Il brutto anatroccolo si mise in viaggio per cercare un posto dove fosse felice. Durante il suo viaggio, incontrò molti animali: delle papere, delle oche e anche dei cigni belli e eleganti. Avrebbe tanto voluto essere come quei cigni dal collo lungo che vedeva in volo, mentre invece pensava di essere brutto e senza speranze.
Un giorno, il brutto anatroccolo arrivò sulla riva di uno stagno. L’acqua era calma e trasparente. L’anatroccolo di guardò nello specchio d’acqua e vide qualcosa di meraviglioso: era diventato un bellissimo cigno! Le sue piume erano bianche e lucenti, e ora era il più bello di tutti gli animali dello stagno.
Il brutto anatroccolo capì che, anche se all’inizio sembrava diverso dagli altri, in realtà era speciale. Finalmente era felice e aveva imparato che dentro ognuno di noi si nasconde qualcosa di meraviglio che si scopre con il tempo.
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