Nelle filastrocche sui fiori troviamo tracce di primavera. Sono testi poetici che invogliano a osservare meglio la natura che ci ricorda. A tenere il conto ci tante specie di fiori di a volte non conosciamo il nome. Questa raccolta di filastrocche sui fiori diventa un invito a esplorare le meraviglie della natura.
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Filastrocca dei fiori di Bruno Tognolini
Fiori! Fiori! Fiori!
Cuori dei giardini
Fuori! Fuori! Fuori!
Gigli e ciclamini
Fuori tutti quanti!
Petali e corolle
Soffi soffocanti
Di profumo molle
Fuori dalla serra!
Dritti sullo stelo!
Dita della terra
Che carezzano il cielo
***
Il giglio si dà delle arie di Christina Rossetti
Il giglio si dà molte arie,
Il bucaneve è davvero grazioso,
La cicerchia ci sa proprio fare,
La viola è, beh, pensierosa…
Ma non c’è niente come la rosa,
La cui bellezza mai non riposa.
***
Margherite di Frank Dempster Sherman
Quando vado a letto, oh che belle,
Vedo un cielo trapunto di stelle;
Come piccole margherite pallide
Splendono sul prato della notte, candide.
Spesso la luna, mentre io sogno,
Di attraversare quel cielo si degna;
Una signora gentile che, appena fiorite,
Viene a raccogliere le margherite.
Così al mattino, quando mi sveglio,
Trovo il cielo vuoto, e spoglio;
Le ha colte tutte, per spargerle
Sui prati della città, e rivederle.
***
Le prime viole di Lina Schwarz
Son piccoline e timide
e, quasi, senza stelo,
a terra si rannicchiano
pure anelando al cielo.
Ed han soave un’anima
le tenui creature,
che nel profumo effondono
dalle corolle pure.
***
Narcisi di William Wordsworth
Solo me ne andavo, come una nube
Che su valli e colline in alto vola,
Quando di colpo vidi una schiera,
Un mare, di narcisi dorati;
Accanto al lago, sotto gli alberi,
A tremare e danzare, con la brezza.
Ininterrotti, come le stelle che splendono
E luccicano lungo la Via Lattea,
Si allungavano all’infinito
Sulle sponde di una baia:
Diecimila ne vidi, tutti insieme,
A scuotere la testa nella danza.
Accanto, anche le onde danzavano; ma loro
Con più gioia, perfino delle onde lucenti:
Un poeta non poteva che essere felice
Di una compagnia così allegra.
Guardavo – e guardavo – senza pensare
Alla ricchezza, per me, di quello spettacolo.
Perché spesso, quando mi sdraio sul divano,
Di umore assente, oppure pensoso,
Io li rivedo, col mio occhio interiore,
Che è il piacere della solitudine;
E allora il cuore si riempie di gioia
E balla insieme a quei narcisi.
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