Nell’approccio Reggio Children l’atelier è un ambiente che promuove l’apprendimento e la creatività attraverso domande, suggestioni e materiali. Come è nato l’atelier? Come si organizza un atelier creativo?
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Storia dell’atelier Reggio Children
La storia dell’atelier Reggio Children è strettamente legata alla visione di Loris Malaguzzi e alle soluzioni studiate per le prime scuole dell’infanzia aperte nel 1965 a Reggio Emilia. Malaguzzi aveva in mente una scuola che valorizzasse tutte le competenze dei bambini e si ponesse come alternativa all’insegnamento basato su procedure semplicistiche e impartite dall’insegnante. Nelle scuole di Malaguzzi doveva esserci il bambini e la sua naturale curiosità al centro del sistema. Per questo motivo avrebbe voluto due insegnanti per classe che fossero esperti di arte. Il budget non permetteva di assumerli come insegnanti e vennero inseriti come collaboratori o atelieristi. Lo stesso spazio adibito all’esperienza creativa non venne definito aula di arte ma atelier.
Pedagogia dell’atelier
L’idea iniziale di atelier all’interno delle scuola di Reggio Emilia era il frutto delle riflessioni sull’apprendimento attivo di John Dewey, Lev S. Vygotsky, Erik Erikson e altri studiosi dell’apprendimento infantile. Le scuole con approccio Reggio Children aprono a metà degli anni sessanta, periodo di grande fermento che vede sorgere altri progetti interessanti anche all’estero. In Francia aprono alcune scuole che si ispirano a Celestin Freinet, mentre in Svizzera sorgono le scuole dei collaboratori di Jean Piaget. La filosofia alla base dell’atelier riconosce ai bambini la capacità di saper costruire pensieri e conoscenze ponendosi delle domande e cercando da soli le risposte. La scuola pertanto deve mettere i bambini in condizione di diventare protagonisti del loro apprendimento, offrendo materiali, supporto e personale preparato per favorire questo processo.
Evoluzione dell’atelier
Nato come ambiente votato all’arte, l’atelier si è evoluto come concetto insieme alle maggiori conoscenze sull’apprendimento da parte dei bambini. Le tante potenzialità dei bambini, che ispirarono il libro di Malaguzzi (I cento linguaggi dei bambini), permisero di comprendere che l’atelier dare un contributo più ampio di quello pensato inizialmente. Da aula di arte divenne più un laboratorio artigianale in cui i bambini potevano sperimentare e apprendere direttamente dalla loro esperienza. L’evoluzione dell’atelier ha premiato l’approccio curioso con i bambini apprendono spontaneamente, promuovendo un ambiente che mettesse al centro la motivazione personale come spinta verso la ricerca e l’esplorazione. L’atelier è quindi diventato l’ambiente in cui provare strumenti e tecniche, ma senza avere mai una ricetta scritta da seguire, al limite delle strategie da condividere. Lo scopo dell’atelier è approfondire un numero sempre maggiore di argomenti e di percorsi. Questo obiettivo lascia la ricerca sempre aperta.
Atelierista
L’atelierista è un insegnante di arte che accompagna i bambini in un percorso di scoperta utilizzando le risorse e gli stimoli dell’ateliter. È una figura che sconfina dal ruolo di insegnante tradizionale diventando organizzatore, interprete, collaboratore, anche magazziniere e trovarobe. Documentare il lavoro svolto è molto utile nell’approccio Reggio Children tanto per i bambini quanto per lo studio e la condivisione tra colleghi e studiosi. Nell’atelier ci sono anche strumenti tecnologici a disposizione sia dei bambini sia degli atelieristi: macchina fotografica, videocamera, microfoni, ecc.
Come allestire un atelier
I materiali presenti nell’atelier devono poter essere visti facilmente dai bambini per essere valutati ed eventualmente scelti per i loro progetti. Si privilegia pertanto l’uso di contenitori aperti, possibilmente trasparenti che permettono di vedere facilmente il contenuto. Si potranno usare cestini, contenitori aperti, vasetti di vetro, ecc. I materiali possono essere oggetti naturali, materiali creativi o di riciclo. Potrà essere utile mettere a disposizione anche cestini con fogli e ritagli di carta e cartoncino, oltre agli strumenti per tagliare, scrivere, incollare.
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Fotografie e libri nell’atelier
Libri, immagini fotografiche, ma anche lettere dell’alfabeto e altri prodotti grafici possono essere di ispirazione per i bambini. Possono vedere oggetti o composizioni che vorrebbero provare a costruire con i materiali a disposizione, oppure possono trovare spunti da elaborare creativamente, magari solo per utilizzare un certo materiale che ha attirato la loro attenzione.
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