Ogni incontro che facciamo lascia un segno. È un arricchimento che ci rende ogni volta migliori. Come trovare queste occasioni? Basta essere aperti alle possibilità, coltivare la curiosità e la capacità di riconoscere la bellezza anche in ciò che è lontano da noi, come l’ignoto o un’altra cultura. Il viaggio di Madì è uno splendido albo illustrato che invita a essere curiosi, perché la curiosità è il primo passo nella ricerca della bellezza.
La magnificenza dei fiori illustrati in questo albo è il primo elemento che colpisce. Creano un contesto di meraviglia, un vero trionfo della natura che premia la cura che Madì dedica a essi. La prima domanda in noi che ammiriamo questa fioritura prodigiosa è se esista in natura qualcosa di simile. Ecco, la prima esperienza a cui ci espone l’albo illustrato: la curiosità di andare a cercare la bellezza nei fiori, nei prati, nella natura fuori casa. La fantasia dell’illustrazione mostra fiori spettacolari ma la natura non sminuirà al confronto quando scopriremo cosa sa creare.
Madì è radicato nel suo ambiente. Ha un compito di cura dei fiori a cui si dedica con costanza. Qualcosa cambia quando arrivano dei visitatori. L’autrice sceglie le parole “strani visitatori da un paese lontano” che ci fanno capire il contrasto con il mondo di Madì e introducono il concetto di diverso, insolito. È un incontro di rispetto e ammirazione: i visitatori vedono i fiori che non esistono nel loro paese e se ne innamorano. Madì allora prende un po’ di semi, un po’ di acqua e fa fiorire i suoi ospiti.
Prima di partire, i visitatori lasciano a Madì una chiave e una conchiglia. Li vediamo con le braccia cariche di semi da portare nel loro paese, ma sono loro a essere fioriti nel frattempo. Si separano con la speranza di reincontrarsi, ma non passa molto che accade qualcosa. Madì ascolta il rumore del mare nella conchiglia ricevuta in dono e pensa che forse anche a lui manca qualcosa.
Cosa prova Madì? È una domanda che possiamo rivolgere ai bambini ma anche a noi stessi. Non è nostalgia se non si ha mai visto il mare. Non è solo tristezza. In Madì sta accadendo qualcosa: una trasformazione. La lingua italiana ci offre modi di dire che sono perfetti per questo passaggio: uscire dal proprio seminato, guardare oltre il proprio orticello. Sono espressioni che richiamano il mondo dei fiori e delle piante per esprimere quel bisogno di cercare il nuovo che capita di provare.
Narrare il senso di insoddisfazione in una storia per bambini è una bella sfida. Si gira la pagina per scoprire cosa accadrà perché il timore di sentirsi nel posto sbagliato è un’ombra nera che ci tocca un po’ tutti. L’inadeguatezza è una sensazione che abbiamo provato, probabilmente non è nuova nemmeno ai bambini. Il libro dice che esiste: è lecito provarla, capita anche a Madì. Le autrici rappresentano questo passaggio in una scena molto suggestiva: Madì apre una porta nascosta tra i fiori con la chiave che aveva ricevuto in dono. Questa immagine fa proprio pensare che quella possibilità di uscire dal quotidiano, o dal proprio giardino, fosse sempre stata lì.
Qual è l’esperienza che questo albo ci permette di vivere? Per le pagine successive all’apertura della porta noi lettori siamo Madì che scopre il mare, ma non è tanto il mare come ambiente il soggetto descritto quanto il nuovo. Lo scontro con il nuovo cosa lascia? Se facciamo attenzione ai dettagli la risposta è nell’aspetto dei visitatori che sono ancora fiori. Il nuovo ci cambia, ci contagia, ci rende più ricchi. Può essere il nuovo, ma anche il contatto con il diverso, una esperienza mai fatta, o un ambiente da scoprire. Le chiavi di lettura sono tante. Quello che ci portiamo a casa è il messaggio della frase di chiusura: “Anche a Madì mancava qualcosa, e non lo sapeva” che è un invito splendido a scoprirsi e mettersi in gioco.
Il viaggio di Madì
di Anna Curti e Sara Marconi
Lapis Edizioni
Età di lettura: da 3 anni
In vendita nelle librerie e online su
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