
Dopo una lunga produzione Disney dedicata alla realizzazione dei propri sogni, arriva finalmente una prospettiva nuova dedicata a chi di sogni non ne ha. Encanto, il film d’animazione, è una ventata d’aria fresca tra le proposte per bambini. Dopo la visione possiamo prendere spunto per alcuni insegnamenti importanti.
Encanto è ambientato in Colombia, in una famiglia Madrigal in cui tutti sembrano avere un talento speciale. Ogni bambino affronta affronta la cerimonia dei talenti che attraverso in rito di porte e candele serve a svelare qual è il suo talento e come aiuterà la famiglia e la comunità. Mirabel è l’unica bambina, ormai giovane donna, a non aver ricevuto alcuna rivelazione durante la propria cerimonia. Il peso di non avere un talento si fa sempre più pesante. Quando le si rivela un presagio non è dei migliori, la magia che regna nella famiglia potrebbe sparire per colpa sua. Forse è invece grazie a lei che la famiglia scoprirà cosa è veramente importante nelle persone.
Non trasformare i talenti in etichette
Seguendo le vicende della famiglia Madrigal appare chiaro che i talenti di ogni membro sono preziosi, unici ma anche delle etichette che ingabbiano la persona. La donna dotata di grande forza fisica sente di non poter diventare debole. Il talento identifica e sostituisce la persona. È una riflessione che ritroviamo ogni volta che si ricorda di non lodare direttamente il bambino ma il lavoro che ha fatto, altrimenti di fronte a un fallimento rischierà di identificare se stesso nell’errore. Il primo segnale di svolta arriva dalla sorella di Mirabel, Isabel, che elogia in una canzone (mentre costruiscono la casa) la possibilità di cambiare e reinventarsi.
Valorizzare la possibilità di cambiare
Il messaggio sul cambiamento nella vita è molto importante. Il primo cambiamento che i bambini affrontano nella vita, in assenza di altri eventi, è la pubertà. Loro stessi notano che cambia il corpo, cambia la pelle, gli odori. Si scontrano con l’immagine che si erano costruiti di bambini belli e profumati. È la prima occasione in cui li accompagniamo ad affrontare un cambiamento. Quando dovranno poi scegliere la scuola superiore li poniamo di fronte a una decisione che rischia di diventare una gabbia: cosa succede se fra tre anni scoprono che quell’indirizzo non fa per loro? o se dopo il diploma dovessero scegliere tutt’altro professione? Nei percorsi di orientamento scolastico non ci si dovrebbe mai stancare di ribadire e valorizzare che si può cambiare nella vita. Il cambiamento non è un fallimento, ma una scelta, una seconda opportunità e va valorizzata perché richiederà supporto morale. Voler cambiare non vuol dire fallire.
Non vasi da riempire ma uomini e donne da crescere
Potremmo spiegare questo concetto in modi diversi, sempre prendendo spunto del film. L’evoluzione della storia arriva alla conclusione che è più importante Mirabel per la persona che è invece che giudicarla per ciò che sa fare. Torniamo al concetto del giudizio sul disegno del bambino e non sul bambino stesso. Possiamo leggere in diverse scene del film un invito a lavorare più sulla personalità dei bambini invece di privilegiare sulle nozioni che apprendono. I bambini non sono vasi da riempiere, ma donne e uomini da aiutare a crescere e diventare persone umane, capaci di empatia e di saper amare.
Spunti e collegamenti
Per chi vuole inserire la visione di Encanto in un percorso più ampio, ci sono diversi spunti che possiamo evidenziare:
- il rito di passaggio della cerimonia dei talenti: nella nostra società ce ne sono ancora? la scelta della scuola superiore lo è?
- orientamento scolastico
- approccio al fallimento come possibilità di cambiare
- fare le cose per sé stessi e non per altri: Mirabel come tutti nella famiglia vuole un talento per rendere orgogliosa la famiglia (come accade con i bei voti a scuola, ad esempio) ma ci sono azioni che dobbiamo imparare a fare per noi e non per il giudizio di altri.
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