Ci sono libri che rileggo trovando ogni volta nuovi spunti, uno di questi è La pedagogia della lumaca di Gianfranco Zavalloni. Non si tratta solo di rallentare il ritmo, ma di favorire un apprendimento e una crescita migliori proponendo attività che andando di fretta potremmo sottovalutare. Quali sono i principi della pedagogia della lumaca?
Ci sembra di sapere che dobbiamo rispettare i tempi dei bambini, che lo sviluppo di ognuno avviene in tempi diversi, eppure ci dimentichiamo di rispettare il tempo quando escludiamo dalle attività dei bambini i momenti di ozio, l’osservazione delle nuvole o la scoperta del gioco lento e senza fine. Sul piano didattico, rinunciamo ai tempi lenti ogni volta che ad esempio facciamo una fotocopia dimenticando il beneficio del disegno o della scrittura a mano. Riprendiamo gli spunti del libro come proposte su cui riflettere.
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Strategie di rallentamento
Rallentare si traduce in pratica con la presa di coscienza che serve tempo per far bene le cose, che non si deve aver paura di raggiungere velocemente il risultato o si rischia di perdere l’insegnamento per percorso fatto. La stessa Montessori definiva fase di normalizzazione il rallentamento del bambino che entrava nella logica del lavoro di apprendere fatto con concentrazione e serietà. Spesso non ci rendiamo conto che stiamo andando troppo veloci, non ci rendiamo conto che stiamo perdendo pezzi importanti del percorso di crescita.
Parlare con i ragazzi. Significa ascoltarli, scoprire le loro personalità e il loro modo di pensare.
Scrivere a mano. La calligrafia non è più materia di studio. Sono passati i tempo del pennino e del calamaio, eppure nella scrittura lenta e attenta c’è non solo tecnica ma pazienza, concentrazione e anche un aiuto per riflettere e memorizzare sui concetti. Scrivere appunti, scrivere lettere, diari, scrivere invece di fotocopiare.
Muoversi a piedi. Lo sa bene chi ha riscoperto la camminata come esercizio quotidiano di allenamento: camminare aiuta a riflettere, a conoscere se stessi e la natura, facilita la riflessione. Camminare può essere un modo di conoscere se pensiamo alle gite a piedi o al turismo sui sentieri. È u turismo lento anche quello in bicicletta.
Curare un orto. La natura è una grande maestra di rallentamenti: ci obbliga a seguire i suoi ritmi, a prendere un impegno e ripeterlo quotidianamente. Il “prendersi cura” è una grande lezione non solo scientifica.
Riscoprire il lavoro manuale. La mano educa la mente, anche qui possiamo ritrovare un richiamo al metodo Montessori. Il lavoro manuale è questione di responsabilità quando si tratta di un impegno o un incarico quotidiano (spazzare, svuotare il cestino, ecc.). Perché non allestire un piccolo orto sul balcone di casa?
Trovare spazio per il gioco e il movimento. Il gioco è uno strumento importante per il bambino. Giocare serve per imparare. Troviamo i giochi adatti a ogni età, suggeriamo occasioni di movimento: giochi di movimento, attività sportive, muoversi in bicicletta.
La pedagogia della lumaca
Gianfranco Zavalloni
Emi
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