
Enrico Galiano e Matteo Saudino, due professori molto famosi, si sono confrontati sull’esperienza della didattica a distanza. Dalla loro conversazione ricca di spunti e riferimenti alle rispettive esperienze emerge una riflessione importante: la didattica a distanza ha ribadito l’importanza dello stimolo allo studio.
Enrico Galiano è docente alla scuola media (secondaria di primo grado), famoso autore di libri in cui affronta storia di adolescenza. Matteo Saudino è docente di filosofia alla scuola superiore (secondaria di secondo grado) autore di libri che spiegano in modo semplice il pensiero di grandi filosofi della storia. Entrambi insegnano e sono presenti sui social, soprattutto attraverso i rispettivi canali Youtube dove è passata anche la loro esperienza con la didattica a distanza.
Sul canale di Feltrinelli editore, i due professori-autori hanno raccontato pregi e difetti dell’esperienza con la didattica a distanza. Le loro riflessioni sono partono dal rapporto con le rispettive classi ma si allargano anche al vissuto di altri istituti.
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La didattica a distanza ha fatto conoscere meglio i ragazzi
La prima riflessione sulla DAD (didattica a distanza) è dal punto di vista umano, ma non mi sorprende data la forte attenzione di questi professori per la crescita dei loro studenti come persone prima che come allievi. “Sono emersi i timidi” dice Galiano e molti di noi hanno potuto verificare come la partecipazione dei figli sia stata più spontanea nelle videolezioni. Su questo aspetto concordano che dopo la riapertura della scuola si dovrà riflettere sulle difficoltà che hanno alcuni nel mettersi in gioco. Se i timidi si sono aperti, i meno motivati si sono persi e questo è il primo punto che ci fa riflettere sulla necessità di lavorare sulla motivazione.
DAD: esperienza positiva solo per pochi
Saudino fa un’analisi dell’impatto che la DAD ha avuto nei vari ordini scolastici. Per la primaria la presenza fisica è indispensabile per farli crescere. La scuola media è un passaggio importante in cui serve ancora la presenza ma allo stesso tempo una pianificazione che li prepari alla crescita. I licei hanno sperimentato che il programma può andare avanti anche online, ma gli istituti professionali senza la possibilità di fare i laboratori hanno avuto molte difficoltà.
La valutazione non è uno stimolo allo studio
Non si studia per il voto, ma l’esperienza di fare scuola senza voto ha messo in difficoltà molti ragazzi. I docenti si sono dovuti scontrare con la difficoltà di coinvolgere gli studenti meno motiva in assenza di valutazione. Il voto che è una gabbia per molti, diventa invece una sicurezza per alcuni. Se la valutazione è il solo motivo di studio, c’è molto su cui lavorare.
Lavorare sulla motivazione
Una scuola senza voti riesce a insegnare lo stimolo allo studio? Nel video Galiano fa un esempio molto calzante: se vuoi aiutare una popolazione che ha fame, gli regali del pesce o insegni a pescare? Sicuramente si insegna a pescare e riportando l’esempio sulla scuola si insegna ad amare la lettura, a essere curiosi, ad aumentare gli interessi. Questi saranno punti su cui riflettere a scuola come in famiglia!
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