L’emergenza sanitaria per il Covid-19 ha preso molte scuole in contropiede e sicuramente tantissime famiglie. Nel momento in cui sono state chiuse le scuole erano pochi gli istituti pronti a fare didattica a distanza. Si è fatto il meglio possibile con grande impegno degli insegnanti. Cosa ci ha insegnato questa esperienza sulla didattica a distanza? Cosa si poteva programmare diversamente?
Cerco di analizzare in modo costruttivo ciò che si è fatto, sapendo – lo ripeto – che la situazione è stata una emergenza. Si parla però di tecnologia a scuola già da diverso tempo e qualche istituto si è organizzato meglio anche in tempi brevi. Raccogliamo le idee per un progetto da sviluppare nel tempo in modo da poter sfruttare tutte le possibilità della tecnologia.
Cosa non ha funzionato nella didattica a distanza?
È molto difficile commentare ciò che è stato fatto, nonostante gli sforzi personali di molti insegnanti, ma se vogliamo essere costruttivi bisogna raccogliere le segnalazioni di chi si è trovato a disagio.
- Mancanza di connessioni in molte zone
- Dispositivi non adeguati o non sufficienti per il numero di alunni
- Piattaforme scelte per la comunicazione a distanza con limiti di tempo, di qualità dell’audio, di copertura della privacy
- Mancanza di organizzazione
- Manca di programmazione per alunni con disabilità
- Molte ore davanti allo schermo per i ragazzi
- Richieste di competenze tecnologiche sulle famiglie e sui docenti
- Grandi quantità di pagine da stampare e scansionare
- Necessità di un adulto a casa
- Il ruolo del genitore
Proposte di didattica a distanza che hanno funzionato
Diffondiamo gli esempi virtuosi di ha trovato soluzioni operative che possono essere condivise. Ognuno valuterà se in base alle proprie condizioni sono spunti su cui è possibile lavorare.
Soluzioni per la mancanza di connessione
- Diminuire le ore di lezione in diretta che creano sovraccarico sulle linee in alcune fasce orarie e creare video che i ragazzi possono vedere durante la giornata.
- Distribuire le attività tra esercizi online e attività a pc che si può fare senza connessione, che poi verrà corretta online o inviata tramite fotografia.
Soluzioni per la mancanza di pc
C’è stata la distribuzione dei dispositivi scolastici tra i richiedenti, possibilità che in alcuni casi non è stata sufficiente. I bonus per l’acquisto di computer hanno molte limitazioni e non hanno trovato risposta sul mercato con grande carenza di notebook a prezzo economico. Cosa si può valutare per permettere a tutti in futuro di apprendere tramite un pc? Ricordiamo che non serve solo per la didattica a distanza. Si può anticipare il bonus dei 18 anni per acquistare un pc? Si possono condividere i dispositivi tra scuole di comprensori diversi? Si possono istituire raccolte fondi per comprare un pc da dare alle scuole?
Soluzioni per le piattaforme
Uno dei miei figli ha usato tutto il tempo Google Meet e Drive senza problemi. Ogni insegnante ha usato Meet. L’altro figlio ha creato account su quattro piattaforme diverse che non funzionano per limiti di tempo della connessione, per problemi diversi ogni giorno. Riflettiamo su come possiamo aiutare i nostri istituti a iscriversi a una sola piattaforma ma che funzioni. Ci possono essere agevolazioni sui contratti? Si può partecipare alla spesa con contributi singoli?
Soluzioni per l’organizzazione
La scuola più organizzata che ho visto ha stabilito un orario settimanale fisso, ha stabilito il giorno in cui venivano caricati i compiti sul registro elettronico in modo che tutti potessero collegarsi una volta sola senza ricevere un pezzo qua e un pezzo là. Forse si dovrebbe valutare come instaurare un filo diretto per i compiti: in classe vengono dati agli alunni, a casa arrivavano nel gruppo genitori. Le comunicazioni sono passate su vari canali (Whatsapp, registro, mail, sito della scuola, Drive, ecc.) creando la caccia all’ultima notifica che ha reso più complesso il lavoro. Come si può adottare un solo canale di comunicazione?
Soluzioni per la didattica a distanza agli alunni con disabilità
Non ne ho letta nemmeno una, eppure si è parlato per anni delle loro necessità. Se avete sentito di esempi virtuosi in questo caso, diffondiamole. Scriveteli tra i commenti.
Soluzioni per le ore davanti allo schermo
La scuola dei miei figli che si è organizzata meglio ha fissato un massimo di tre ore al giorno davanti al pc, stabilendo una pausa obbligatoria di 10 minuti tra una video lezione e l’altra. Abbiamo ricevuto anche indicazioni sulla salute della vista davanti allo schermo. Noi abbiamo comprato occhiali per pc che schermano almeno un po’ la luce blu e prevengono l’affaticamento visivo. Io li uso e noto la differenza.
Soluzioni per le necessità di stampa e conoscenze tecnologiche
Unisco questi due punti perché sono l’argomento della trasmissione Scuola@casa che potete vedere su RaiPlay in cui alcuni esperti riflettono sulla necessità di impostare il lavoro a distanza in modo diverso da quello in classe e suggeriscono strumenti per preparare materiali già pronti per l’interazione. Stampare quintali di schede non è compatibile con la didattica a distanza, questo lo sappiamo tutti. In questi video spiegano quali sono le alternative. Sono video per docenti. A scuola forse si dovrebbe implementare lo studio dell’informatica. È fattibile?
Soluzioni per non lasciare i bambini a casa da soli
Non tutti i genitori si sono fermati. Fare didattica da casa implica che ci sia un genitore o un adulto con i più piccoli. Consideriamo che le scuole sono grandi da sanificare, che molti insegnanti sono di una età che in questa situazione li rendeva a rischio. Cosa si poteva fare? Esempi virtuosi ne abbiamo?
Riflessione sul ruolo del genitore
Aggiungo una riflessione personale che mi permetto di fare dopo dieci anni di blogging sul mondo della scuola. I genitori hanno un ruolo educativo ma non si possono sostituire agli insegnanti. Questo non significa autorizzare le critiche di alcuni che ritengono tocchi alla scuola insegnare questo e quest’altro, ma salvare le possibilità di ogni bambino di imparare. Gli esempi sono sempre quelli, ma forse serve ricordarli: ci sono bambini con genitori assenti per lavoro, ci sono bambini affidati ai nonni, ci sono bambini con genitori stranieri, altri con genitori che non hanno potuto completare il ciclo di studi. Il carico di lavoro a casa deve considerare che i genitori devono educare i figli, avere quel ruolo da terzo che permette di mettersi tra l’alunno/figlio e l’insegnante per far rispettare le regole, reclamare rispetto e impegno. In questa esperienza di didattica a distanza come genitori ci siamo trovati a essere il braccio destro del figlio stampando, scansionando, spiegando tecnologie, collegando piattaforme, controllando app, ecc. È vero che i nostri figli hanno imparato da noi cose nuove, ma forse si dovrebbe riflettere su come rimettere i genitori nel loro ruolo di terzi.
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