
Se l’aiuto della Cina all’Italia durante l’emergenza del Coronavirus non fosse bastato a far crollare i pregiudizi verso i Cinesi, vi suggerisco una lettura molto interessante. Si tratta del libro “La costellazione del dragone” di Zhang Changxiao (Sean White) edito da Piemme. Attenzione: i pregiudizi sono tanti e forse nemmeno voi ne siete indenni, provate a consultare l’elenco qui sotto.
Partiamo dal presupposto che sulla carta siamo tutti bravi e altruisti, accettiamo il diverso e lo straniero, ma nella pratica sappiamo bene che non sempre va a finire così. L’integrazione in alcune situazioni è ancora lontana, così come la voglia di porsi domande prima di etichettare le persone. Facciamocele invece queste domande! L’autore parte da questa premessa: se voi foste qui davanti a me cosa vorreste sapere davvero sui Cinesi?
Basta ai pregiudizi contro i Cinesi!
Se credete di essere indenni dal pregiudizio facile, provate a leggere questo piccolo elenco di situazioni. Nel libro la panoramica è ben più ampia, ma per non togliere la voglia di leggerlo qui possiamo limitarci a queste:
- comprate un capo di abbigliamento se cercando l’etichetta scoprite che c’è scritto “Made in China”?
- qual pensiero vi viene sulle attività svolte in un negozio con la vetrina oscurata e la scritta “massaggi cinesi”?
- vi fidate di un elettrodomestico cinese?
Se sapeste che molte grandi multinazionali della tecnologia e della moda producono in Cina forse non avreste alcun pregiudizio. Allo stesso modo vi basterebbe leggere in cosa consiste veramente il massaggio cinese per fidarvi del negozio con la vetrina oscurata.
Perché i Cinesi non si integrano?
Questa domanda ne racchiude tante altre! Perché non imparano l’italiano? Perché i suoni della nostra lingua sono troppo complicati per molti di loro. Perché stanno tutti nel loro quartiere? Perché hanno bisogno di aiuto in un paese di cui non capiscono la lingua e la burocrazia, stare uniti per loro è conforto oltre a riprodurre il loro senso di famiglia a cui tengono tanto. Perché i negozi cinesi sono sempre aperti? Non essendo di religione cattolica non riconoscono alcune delle nostre chiusure commerciali, inoltre sono venuti qui per lavorare: mandano tutto nel loro paese.
Cosa succede nelle Chinatown italiane?
Perché non vediamo mai i loro funerali o non li vediamo tra i malati in sala d’aspetto dal medico? Oltre al problema della lingua, c’è quello della fiducia nella loro medicina per farsi curare (ricevono medicinali dal loro paese) e il desiderio di essere seppelliti in patria, per questo non vediamo i funerali cinesi. Le domande che l’autore ha raccolto sono davvero tante. Ad esempio voi sapete perché i cinesi bevono acqua calda? Sapete che la lingua parlata nelle Chinatown è un dialetto e non vero mandarino?
Se ciò che chiediamo ai libri è di aprirci gli orizzonti e abbattere falsi miti, questo libro ci è riuscito veramente bene!
Lascia un commento