La paura di sbagliare a scuola può comportare maggiore attenzione e controllo delle proprie azioni, ma spesso è un freno che porta ansia. Gli errori non sono sempre negativi, anzi servono per imparare e per crescere. Come possiamo aiutare i bambini che hanno paura di sbagliare?
Sbagliando si impara
Un vecchio detto popolare insegna che “sbagliando si impara”. È una frase ricca di saggezza a cui forse dovremmo pensare più spesso quando cerchiamo di prevenire gli errori dei nostri figli. I consigli per evitare gli errori sono parte dell’insegnamento ma se si sbaglia a volte si impara di più che seguendo le indicazioni per evitare di sbagliare. A confermaci questa riflessione c’è un altro detto popolare che recita: “Chi non fa, non sbaglia”.
Paura degli errori a scuola
A scuola gli errori hanno due grandi nemici: il voto e il giudizio degli altri. Se gli errori vengono percepiti come un pericolo a volte si crea quella paura di sbagliare che genera ansia. Non si vive bene con l’ansia, anche se a volte può servire per alzare il livello di attenzione. Idealmente vorremmo che i nostri figli imparassero con un umore sereno e propositivo anche davanti agli errori, perché fanno parte della vita. Gli errori a scuola sono una palestra per formare il carattere.
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Dare agli errori un valore educativo
Non è semplice reagire agli errori, ma tutto si impara se si affronta parlandone con i figli. Come mamma ripeto sempre ai miei figli che gli errori fanno parte del processo di apprendimento, non devono spaventare. A volte faccio fatica ad accettare gli errori e mi fermo a riflettere su come dovrei reagire: ho un carattere diverso dai miei figli e una diversa esperienza, ma mi sforzo di comprendere il più possibile le loro fatiche.
Superare la paura di sbagliare
Se ci fosse una ricetta per capire come superare la paura di sbagliare, sarei sicuramente la prima a provarla. Essere adulta non mi rende immune a queste paure. Non è più la verifica a mettermi tensione, ma le sfide dell’essere genitore, e ce ne sono tante. Ci sono giorni in cui mi sembra di avanzare sulle sabbie mobili, un piccolo passo dopo l’altro, tastando bene il terreno di cosa voglia dire crescere dei figli. Di sicurezze non ne ho molte e le riflessioni a cui sono arrivata sono tutte in questo elenco.
Mettersi in gioco più spesso
A scuola ci si può offrire per correggere i compiti alla lavagna: è un modo per esercitarsi a stare a tu per tu con l’insegnante senza aspettare il momento dell’interrogazione. Fuori da scuola si possono cercare appositamente occasioni diverse per fare esperienze nuove in cui si può sbagliare: lo sport è ottimo in questi casi, ma anche andare da soli a fare una cosa mai provata.
Darsi il permesso di sbagliare
Chi ha paura di sbagliare ha una bassa autostima perché teme di non farcela o ne ha una elevata che non vuole intaccare con un errore? Se ci penso non so quale delle due ipotesi mi faccia più paura come madre, a volte vedo entrambi i casi presenti nella stessa situazione. Dico ai miei figli che possono darsi il permesso di sbagliare, senza paura che qualcuno cambi l’opinione su di loro.
Non generalizzare
Capita di sentirsi incapaci se si fanno degli errori. Facciamo attenzione: si tratta di generalizzazioni che non fanno bene. Ho imparato che è meglio limitarsi al singolo evento, controllare le parole che si usano per giudicarsi e concentrarsi sulla reazione da tenere: ho sbagliato questa verifica, cerco di capire gli errori e studio come rimediare.
Concentrarsi sul recupero
L’errore ha senso qui e ora, se si verifica mi concentro su come recuperare, se non si verifica mi preparo per la prova successiva. Se l’idea di essere sotto osservazione è una causa della paura di sbagliare, possiamo provare a pensare a cosa accadrà dopo cercando di essere propositivi sia che vada bene sia che vada male. A me aiuta sempre pensare che alcune cose non cambieranno anche in caso di errori: le persone che ci vogliono bene resteranno sempre al nostro fianco.
Non confrontarsi
“Il compagno interrogato prende 7, io sulla stessa interrogazione prendo 5”. Confrontarsi con i risultati dei compagni, dei fratelli o dei genitori, difficilmente porta a una strategia utile. Non abbiamo mai tutti i dettagli per confrontarci realmente, ogni studente è diverso dagli altri, come lo sono i fratelli tra loro. Noi conosciamo le nostre fatiche e il nostro impegno: siamo unici anche davanti ai nostri errori.
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