
Forse d’istinto vorreste far addormentare un neonato tenendolo in braccio mentre cantate una ninna nanna. Se funziona siete fortunati, ma correte il rischio che i bambini si divertano a stare in braccio e ritardino l’apprendimento di come addormentarsi da soli. A lungo andare, la stanchezza dei genitori potrebbe arrivare a cercare altre tecniche per far addormentare un neonato.
Metodo Estivil
Estivil è l’autore di Fate la nanna, un libro che ha avuto molto successo diversi anni fa. La tecnica spiegata consiste nel far addormentare i bambini lasciandoli nel loro letto e ritardando sempre di più il tempo della risposta al loro pianto. Quando si raggiunge il bambino non si deve prenderlo in braccio, ma cercare di consolarlo lasciandolo sdraiato. Le opinioni sul metodo Estivil sono discordanti: serve sicuramente molta fermezza per metterlo in atto.
Metodo Tracy Hogg
Il metodo Tracy Hogg prende il nome dall’autrice del libro Il linguaggio segreto dei neonati. Il concetto di questo metodo per far addormentare i bambini si basa su una routine fissa, che l’autrice riassume con la sigla EASY (Eat Activy Sleep You). È un ciclo continuo che inizia dal pasto, si passa alle attività per tenere sveglio il bambino il tempo necessario per digerire, fino a quando inizia a fare segnali di stanchezza e allora lo si mette a nanna. Il tempo che rimane servirà alla mamma per dedicarsi a se stessa.
Metodo Sears o co-sleeping
Il metodo Sears si basa sul co-spleeping, ossia sul far addormentare il bambino nel lettone con i genitori. La vicinanza con i genitori rassicura il neonato e lo abitua a seguire il ritmo dei genitori. Con questo metodo i bambini si addormentano più velocemente, ma presenta dubbi sulla sicurezza dei neonati nel lettone. Le soluzioni di co-sleeping (culle next to me) potrebbero essere una soluzione.
Opinione
Personalmente ho provato tutti e tre i metodi. Quello con cui mi sono trovata meglio è stato il metodo del co-sleeping, abbinato alla routine suggerita dal metodo Tracy Hogg. Il metodo Estivil non era adatto a noi: non mi sentivo sicura a lasciare il bambino piangere tutto il tempo e aspettando che l’orologio mi desse il permesso di raggiungerlo. La sua era chiaramente una necessità di rassicurazione che per la mia indole potevo dargli solo tenendolo vicino, leggendogli favole della buonanotte anche quando era piccolissimo. Abbiamo trovato pian piano il nostro ritmo insieme, forse l’errore è stato non essere abbastanza costanti all’inizio. Nei libri citati vi spiegano passo per passo come mettere in pratica i metodi per far addormentare i bambini.
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Il metodo migliore che ho sperimentato con le mie figlie è stato senza ombra di dubbio quello di Harvey Karp. Semplice ed efficacissimo. Avevo letto il suo libro The Happiest Baby on the Block quando ancora non era stato tradotto in italiano ma adesso lo è. L’ho insegnato anche a diverse amiche e ha sempre funzionato.
Ciao, Paola. Ho visto che il libro in italiano è anche su Amazon. Lo leggerò, grazie.
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All’epoca la versione in lingua originale comprendeva anche un cd con la registrazione di diversi tipi di rumore bianco (pioggia battente, asciugacapelli e
altri che non ricordo), che era parte integrante del metodo. Adesso probabilmente conterrà dei link a tracce scaricabili online (immagino). Ovviamente nulla impedisce di registrarsi i propri, ma trovarlo già pronto mi era stato molto comodo.
Il metodo estevil non è un metodo è una barbaria. Far piangere un neonato è assurdo e contro natura. Non ho dormito una notte di fila per 3 anni con il mio primo figlio ma mai ho preso in considerazione una roba del genere. . . Assurdo considerarlo tra i metodi per far addormentare un bimbo. ASSURDO
Ciao, Chiara. Personalmente potrei essere d’accordo con te, eppure ci sono persone che si sono trovate bene