
In Italia ci sono già più di 300 scuole che stanno sperimentando un nuovo modo di insegnare ai bambini. È una piccola rivoluzione battezzata scuola Senza Zaino che propone un nuovo approccio alla scuola e ai compiti. Marco Orsi, ideatore della scuola Senza Zaino, ha riassunto i progetti più interessanti nel libro Dire Bravo Non Serve, con tanti spunti per insegnanti e per genitori.
Dire Bravo Non Serve
Un libro con questo titolo entra a gamba tesa nell’ambito dell’educazione sfatando uno degli ultimi dogmi: i bambini vanno lodati per quello che fanno. Marco Orsi mette ben in guardia sulla netta distinzione tra vero rinforzo positivo e frasi fatte che rischiano di portare più danni che vantaggi. Dire bravo non serve, se lo dici a quello bravo e non commenti il lavoro dell’allievo che ha più bisogno di incoraggiamento.
Evitare i confronti
Ogni volta che diciamo “bravo” a un bambino in classe, si innesca un confronto con i compagni. Per insegnare non serve creare un confronto, ogni bambino può essere messo nella condizione di seguire il proprio percorso di apprendimento e usare nuovi canali per comunicare all’insegnante quanto ha capito. Ci sono alternative alla tradizionale alzata di mano che permettono di dare la stessa opportunità a tutti di provare, senza il giudizio dei compagni, di questo ne parla in libro con alcuni esempi.
Alternative al ‘bravo’
Alcune alternative vengono direttamente dalle scuole Senza Zaino: ci sono insegnanti che hanno adottato lavagnette date a ogni bambino dove scrivono la risposta alla classica domanda fatta per vedere se hanno capito. Tutti rispondono senza confronto. In un’altra scuola sono state adottate palette con segnali da usare per le risposte collettive. Lo scopo è evitare l’invidia e il rischio che questa si trasformi in astio.
Riportare l’attenzione sul presente
C’è una premessa importante che fa Orsi: imparare deve essere importante per oggi non solo per domani. Per capire questa riflessione, pensate a quante volte diciamo ai ragazzi che devono studiare per il loro futuro, per il lavoro che faranno. La motivazione non ha presa in una età in cui il domani non esiste. Il centro dello studio deve essere riportato sul presente: imparo perché mi serve subito. Come? Con i compiti sfidanti!
I compiti sfidanti che fanno crescere
Sa molto di metodo Montessori questo concetto di compiti sfidanti e infatti Marco Orsi richiama spesso la pedagogia montessoriana nelle sue spiegazioni. I compiti sfidanti sono attività in cui i bambini assumo delle responsabilità e capiscono che imparare un concetto serve subito, per raggiungere l’obiettivo del progetto. Vogliamo chiamarli compiti di realtà? A me piace di più la definizione di “apprendimento significativo”.
Esempi di attività Montessori nelle scuole
Oltre alle costanti citazioni di Maria Montessori, Orsi nel libro propone molti esempi di progetti delle scuole Senza Zaino che sono molto montessoriani. Si parla di intelligenza della mano e dell’importanza di imparare attraverso i materiali, la pratica e gli esperimenti. In alcune scuole c’è una vera Fabbrica degli strumenti didattici, realizzata dai professori con l’aiuto di genitori. Un metodo educativo, quello del ‘mettere le mani in pasta’, che essendo stato ampiamente promosso dall’italiana Montessori riscopriamo dopo averlo visto nelle famigerate scuole della Finlandia.
3 Motivi per leggere questo libro
- La quantità di esempi riportati è molto ampia: i concetti non restano teorici ma sono spiegati in modo da poter essere replicati
- Spiega una rivoluzione fattibile che si basa su un nuovo approccio all’insegnamento
- Propone soluzioni già attuate nelle scuole Senza Zaino che affrontano i problemi che hanno tutti gli insegnanti e i genitori: il rapporto con il voto, la motivazione allo studio, la consapevolezza del percorso di apprendimento.
“I bambini sin da piccoli vanno abituati a prendere in mano la propria vita. Occorre responsabilizzarli in mille maniere, anche mettendoli di fronte alle difficoltà. Gli ostacoli non vanno eliminati e i fallimenti non sono qualcosa di negativo. È così che si matura e si diventa grandi. Per questo ‘dire bravo non serve’.”
Dire Bravo Non Serve
di Marco Orsi
Mondadori
LETTURE CONSIGLIATE
Ho avuto la fortuna di ascoltarlo anni fa durante la festa di inaugurazione della scuola senza zaino frequentata da mio figlio. Marco Orsi è una persona davvero illuminata, come le sono state le maestre di mio figlio che hanno lottato contro le loro tradizionaliste colleghe e sono riuscite a far approvare il progetto.
I bambini sono sereni e felici di andare a scuola e nessuno viene etichettato e rimane indietro, i bambini più veloci nel finire le loro attività non si annoiano perché possono aiutare i compagni che invece sono in difficoltà… a volte ascoltare la spiegazione da un altro bambino può essere più efficace! CONDIVISIONE e RESPONSABILITA’ sono le parole che possono riassumere la scuola Senza Zaino, infatti in queste scuole fin da subito i bambini vengono assegnati incarichi per l’autonoma gestione della classe, cura del materiale scolastico (che non si porta da casa ma è a scuola), definizione delle regole, tutto viene fatto insieme ai bambini.
Nel complesso io e mio figlio abbiamo avuto un’esperienza meravigliosa e spero che sempre più scuole aderiscono, servirebbe molto anche a tanti genitori per combattere l’individualismo e la mancanza di empatia che purtroppo al giorno d’oggi è così dilagante…
Grazie per questo racconto molto interessante della vostra esperienza. Il concetto dell’individualismo secondo me sfugge a tanti ed è un male. Hai perfettamente ragione sulla necessità di riportare in luce questi valori.