
Le statistiche dicono che la percentuale di donne che abbandona il lavoro entro i primi due anni di nascita del figlio è molto alta. Lo sappiamo bene senza controllare le statistiche. Non è facile tornare a lavorare dopo il parto. I problemi sono tanti: costi e disponibilità degli asili nido, difficoltà a ottenere un contratto part-time e una buona dose di senso di colpa che ci viene dal mito della brava mamma. La soluzione ideale è lavorare da casa.
Se lavorare da casa non è una opzione applicabile al vostro attuale lavoro, potete inventare un lavoro nuovo. Aprire un blog è una soluzione che funziona bene per le mamme: si gestisce in autonomia e si guadagna. Come si arriva a fare del blog una professione?
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Primi passi per aprire un blog per mamme
Molte mamme blogger iniziano a scrivere per hobby e raccontano le loro giornate sul blog. E’ un diario online che crea la prima community di lettrici, spesso mamme con figli della stessa età. Alcune mamme blogger hanno un argomento preciso fin da subito e parlano quasi solo di quello: viaggiare con i bambini, ricette per bambini, moda per bambini, scelte ecologiche per bambini, ecc.
Per me il primo argomento sono stati i libri e tutto ciò che girava al mondo scuola, visto da una mamma. Si può parlare anche di tutto un po’, ma si farà più fatica a emergere dalla massa, perché la concorrenza è molto alta. Sono tantissime le mamme che scrivono un blog, ma il semplice fatto di averne uno non implica automaticamente l’essere blogger di professione.
In pratica: bisogna scegliere un argomento che ci piace molto, di cui ci occupiamo già per passione o per lavoro e sul quale siamo pronte a scrivere per anni.
5 Consigli pratici per iniziare bene
Ci sono molti libri su come aprire un blog. Ne potete trovare di più o meno teorici, ma tutti vi consiglieranno di iniziare a scrivere con costanza prima di lanciarvi in investimenti. Scrivere è faticoso. Se pensate di farlo una volta ogni tanto non arriverete a guadagnare con un blog, potrete usarlo come supporto di una forte presenza sui social, ma è un progetto molto diverso. I miei consigli vengono da errori che ho fatto e problemi con cui mi sono scontrata nel tempo, prendeteli come una esperienza personale:
- aprite un blog su WordPress nella versione gratuita e iniziate a capire come funziona. E’ il primo consiglio che ho ricevuto io da Nestore Novati di Nexnova. Ho ancora la mail datata 2010. Ho pensato più volte che sia stato il consiglio migliore per molte questioni tecniche. Oggi Nexnova si occupa della parte tecnica del mio sito.
- Sforzatevi di scrivere tanto, perché scrivere è questione di allenamento. Con l’esercizio troverete il vostro stile, il ritmo giusto e anche gli argomenti, ma soprattutto vi scontrerete con la parte più difficile di questo lavoro: la costanza.
- Scegliete con cura il nome per il blog: che sia nuovo (quelle versioni storpiate di blog di successo proprio non si possono vedere: se è un blog di successo il nome lo riconoscono tutti anche se ne cambiate un pezzetto, lo mette al plurale ecc. Fate una pessima figura in partenza!), che sia facile da ricordare e che sia ampio (scegliere il dominio ‘scuola in soffitta’ qualche volta mi è stato stretto, ma penso spesso che potrei anche chiamarmi Tappeto Volante e sarebbe la stessa cosa)
- Siate corrette fin da subito: non importa se non sapete scrivere il post perfetto, imparerete, ma rispettate le leggi sui copyright (non si prendono fotografie a caso in rete, non si scopiazzano i testi di altri, si mettono anzi i link verso chi vi ha ispirato e con questo ci fate una bella figura di persone corrette e aggiornate). Per farvi un’idea di comportamento corretto leggete Mommit – Il codice delle buone pratiche dei blogger.
- Fate formazione. Leggete libri sul blogging, seguite siti utili magari con forum dove poter chiedere informazioni. Vi suggerisco il sito TagliaBlog. Partecipate ai corsi di formazione gratuiti. Io ho iniziato andando agli incontri di Barbara Damiano (Mammafelice) al Mammacheblog di FattoreMamma. Ho imparato lì le basi. Lo frequento ancora ogni anno perché è molto utile. Oggi FattoreMamma è l’agenzia con cui collaboro.
Quanto è importante la presenza sui social?
I social sono la cassa di risonanza di un blog: portano nuovi lettori, fanno pubblicità a quello che scrivete. Condividere un post su Facebook, ad esempio, aiuta a farlo conoscere e leggere, risultato che non sempre arriva altrettanto velocemente se aspettate lettori che vi raggiungano tramite Google. I social sono molti e tutti con dinamiche diverse: Facebook, Twitter, Insatagram e YouTube sono i più quotati. Puntare ad avere grandi numeri su tutti è una missione capestro, che non so quanto sia utile.
La mia opinione è che siano progetti molto diversi tra loro: un progetto editoriale su blog non è confrontabile con un progetto di immagine su Instagram. Voi confrontereste un cartellone pubblicitario con un libro illustrato? Per quanto si tratti sempre di immagini e parole hanno un’idea di fondo molto diversa. Finché Aranzulla non farà le sue recensioni in bikini su Instagram, continuerò anche io a puntare principalmente sul blog (in piccolo ovviamente). Per essere uno che ha un fatturato con tanti tanti zeri, chi sono io per dire ad Aranzulla di mettersi in bikini su Instagram?
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Come si passa da hobby a professione?
Sarò brusca, ma con tanta gente che si definisce influencer serve dire le cose chiaramente. Una professione è tale nel momento in cui genera reddito, quindi quando vi pagano. Riporto esattamente la definizione che ne dà il dizionario:
“Con il termine professione si intende, generalmente, una determinata attività lavorativa esercitata in modo organizzato, sistematico e continuativo a scopo di profitto o reddito.
Scrivere un blog non è più un hobby nel momento in cui lo fai in modo:
- organizzato: apri la partita iva, paghi l’hosting del sito, hai strumenti e servizi a pagamento per gestirlo
- sistematico: hai un piano editoriale, studi una strategia SEO, ti relazioni con altri (agenzie o clienti) per un prodotto editoriale corretto
- continuativo: scrivi regolarmente, rispetti gli impegni, le scadenze e tieni un atteggiamento professionale sempre (voi vi fidereste di un chirurgo che oggi è serio e domani scrive sui social che è arrabbiato con il mondo? io non mi farei operare)
Quanto si guadagna a fare la blogger?
Negli Stati Uniti molti blogger pubblicano regolarmente i loro guadagni. E’ una forma di correttezza verso i lettori. Qui da noi è abbastanza impensabile tanta trasparenza. Io ci guadagno uno stipendio. Non si tratta mai di importi fissi e costanti, come tutti i lavori in proprio. Si guadagna attraverso diversi canali:
- banner: la pubblicità che vedete soprattutto aprendo il sito da desktop
- redazionali: sono i post scritti in collaborazione con gli sponsor, che qui trovate sempre segnalati
- affiliazioni: io sono affiliata ad Amazon da cui ricevo un importo in percentuale sulle vendite che passano dal mio sito, ai lettori non costa nulla, è un importo che mi gira Amazon
- collaborazioni: in questi anni ho scritto anche per altri siti sempre su argomenti legati al mondo mamma e bambino
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Conclusione
Se volete rilanciarvi nel lavoro e cercate un’attività da fare a casa, il blog potrebbe essere la soluzione per voi. Provate! Iniziate e guardate se vi piace. Quando capite che è la vostra strada iniziate a lavorare seriamente con investimenti, corsi e tutta la burocrazia necessaria. Del resto è una professione come un’altra!
Libri per approfondire
Se volete guadagnare con un blog e svolgere questa attività a livello professionale, vi consiglio di imparare bene come scrivere per il web e come funziona lo strumento gratuito più utile in assoluto che è Google Analytics. Potere approfondire singoli argomenti cercando testi specifici sulla SEO, su Facebook o Instagram. Vi consiglio due libri che io ho trovato utili e sono per un livello intermedio, per chi ha già iniziato a scrivere sul blog e cerca di alzare il livello professionale.
Scrivere per il web 2.0 di Alessandro Scuratti (ed. Area 51).
SEO Google di Francesco De Nobili (ed. Area 51).
Seo & Content di Salvatore Russo e Ale Agostini (ed Hoepli).
Ciao. Mi è piaciuto moltissimo questo tuo articolo.
Tante volte si trovano pareri discordanti riguardante il blog come professione, tanti che danno suggerimenti e poi dall’altra parte buttano giù dicendo che non è facile, e magari non si farà mai nulla.
Mi piace un mondo scrivere, da quasi 2 anni ho aperto su WordPress.com un blog di giardinaggio, natura e altri hobby, e ne sono felice. Però ti dico, lo sento incompleto proprio perché non è del tutto mio, e poi voglio che diventi la mia professione. Ed è da un bel po’che mi documento per fare il passo. Ora sono arrivata qui.
Se posso, ti faccio intanto una domanda.
Hai detto che hai cominciato con blog su WordPress.com per iniziare a capire come funzionava. Quante visite avevi all’incirca giornalmente?
Ti ringrazio in anticipo ?
Ciao, Federica. Ho iniziato con pochissime visite. Ricordo che dopo circa un anno pensavo di avere già buoni numeri e a un incontro di lavoro ho detto di avere 3000 visite al mese. Sapendo la fatica fatta per arrivarci mi sembrava già tanto. Oggi ne ho più di 200mila al mese.Ho fatto il passaggio da wordpress gratuito a proprietario dopo le 30mila visite. Da lì è stato tutto in salita. È vero come ti hanno detto altri che è difficile (io direi impegnativo), ma non impossibile. Ho fatto e faccio ancora tanti esperimenti. Il giardinaggio mi sembra un argomento di nicchia perfetto per darti soddisfazioni. In bocca al lupo.
Perfetto.
Beh crepi il lupo ?
Guarda ti posso dire che da qualche mese le mie visite si aggirano sui 3000.
Tu intendi 30.000 mila al mese? Cioè quando hai detto che hai fatto il passaggio a proprietario.
Come hai fatto ad aumentare le visite al blog?
Grazie di nuovo.
Sì, parlo sempre di visite al mese. Per aumentarle ho scritto tanto, all’inizio sapevo molto poco di parole chiave (keywords) su cui concentrarmi, quindi cercavo solo di scrivere cose interessanti e nel modo migliore possibile. Alcuni post erano ben indicizzati e trainavano il traffico. Ai tempi non sapevo molto di SEO e andavo per tentativi. Quando ho iniziato a studiare le cose sono andate molto meglio: il primo corso è stato a uno degli eventi di FattoreMamma (oggi l’agenzia con cui collaboro), poi ho approfondito con i libri. I titoli che ho indicato mi sono stati utili.
Ciao sono arrivata per caso sul tuo sito ed ho letto questo articolo. Le domande in merito sono molte perchè quando parli di uno stipendio mensile derivante da un blog, a me sembra davvero tanto. Poi è chiaro ci sono stipendi da 500 euro e stipendi da 1500…e la differenza è sostanziale.
Pensare anche solo di realizzare 500 euro al mese con qualche banner pubblicitario, o qualche articolo scritto per aziende o per altri siti mi sembra davvero tanto, anche perchè per serietà non è possibile pubblicare ogni giorno articoli a pagamento…Ne sono convinta del fatto che le aziende siano disposte a pagare cifre da capogiro per un articolo pubblicitario (so che molte si limitano ad inviare articoli in omaggio). Proventi da affiiazioni…ad esempio Amazon mi sono informata ma le commissioni corrisposte sono davvero irrisorie ed i volumi di vendita per realizzare entrate sostanziose dovrebbero essere davvero notevoli. Non sto assolutamente mettendo in discussione quello che dici e credo nella tua onestà, ma sono dubbi che effettivamente mi nascono dentro in maniera spontanea.
grazie
Ciao Patrizia, quando parlo di stipendio mi riferisco alla seconda cifra che hai detto e non alla prima. Le aziende pagano se offri qualcosa che a loro serve. Se sei arrivata oggi sul mio sito, non mi conosci. Io non pubblico un articolo sponsorizzato al giorno, ma un post ogni giorno sì e questa costanza a lungo andare ha degli effetti: visite in crescita, sito più conosciuto, autorevolezza su alcuni argomenti. Per quanto riguarda Amazon, è vero che le commissioni sono relativamente basse, ma sul totale dei link che metti nel sito hai un bel ritorno. Nel mio pannello di affiliazione Amazon in questo momento per il mese di maggio (siamo al 14) ho 47.278 passaggi di persone che poi hanno visto il prodotto che avevo suggerito, lo hanno comprato, non lo hanno comprato o ne hanno comprato un altro. Di questi sono stati 25mila quelli che hanno acquistato e su quelli ho le mie commissioni.
Capisco il tuo ragionamento. Ci sono passata anche io. Vedevo tante blogger che smettevano di fare altro e si dedicavano solo al blog. C’era chi usciva anche dal regime dei minimi per eccesso di fatturato. Mi sembravano storie uniche che non si potevano ripetere. Non ti dico che è semplice, ma è fattibile. Se vuoi scrivimi pure a lascuolainsoffitta@gmail.com
Ciao Daniela grazie mille per la tua risposta così sincera, lo apprezzo molto davvero con il cuore te lo dico. E’ che, come te credevo fosse l’esperienza di una su mille..grazie ancora chissà forse se mi ci impegno davvero e provo a realizzare le idee che da un po’ di frullano in testa..con il tempo ed il lavoro ce la posso fare! ti farò sapere!
Patty
In bocca al lupo!