
Come si può aiutare un figlio a imparare bene l’inglese? Perché a volte dopo un corso di inglese ci sembra che non abbia imparato niente? Quali sono alternative per insegnare inglese ai bambini? Queste sono solo alcune delle domande tipiche che un genitore si pone per capire e scegliere il corso di inglese adatto al figlio. A volte questi corsi sembrano non dare l’effetto desiderato, ma forse stiamo usando i parametri sbagliati per valutarlo. Ne ho parlato con Claudia Adamo di Open Minds che è esperta di corsi di inglese per bambini e ha scritto l’articolo che segue spiegando che l’inglese è come una dieta sana fatta di piccole scelte che daranno i loro frutti nel tempo.
Imparare l’inglese è come mangiare bene
A cura di Claudia Adamo di Open Minds.
Daniela è sempre sorprendentemente ricca di spunti e idee da dare. E’ pazzesco ma ogni volta che leggo qualche cosa che lei scrive, ne scaturisce una idea per me illuminante. Recentemente, mi faceva notare che l’apprendimento di una lingua sarebbe da guardare con lo stesso atteggiamento con cui guardiamo alla necessità di fare mangiare bene i nostri figli.
Siamo tutti d’accordo sul fatto che la buona salute scaturisce non da un pasto “perfetto”, bensì dalla costante abitudine a mangiare alimenti equilibrati. La buona salute è l’effetto di anni di costanti pratiche corrette, non di una sorta di “miracolosa medicina” da ingollare possibilmente senza sentirne il sapore. Analogamente, la buona dimestichezza con l’inglese non sarà il frutto di un “supercorso” fatto con un ”supermetodo”, bensì sarà il risultato da un lungo processo di sensibilizzazione e acquisizione della lingua, condotto con buone pratiche che ci permettano di assimilare al meglio la lingua con cui entriamo in contatto!
Su questa base vi volevo proporre 10 motivi per cui imparare l’inglese è come mangiare bene.
1. Si assimila meglio ciò che piace
Forse non tutti sanno che…siamo tutti diversi! Quando i bimbi piccoli fanno i capricci per mangiare questo e quello, non sono sempre solo capricci. Al netto delle abitudini viziate e altre motivazioni emotive, ogni organismo è “settato” per preferire il gusto degli alimenti di cui ha bisogno. Quando i bambini piccoli imparano, è un po’ la stessa cosa. Assecondate le loro preferenze: se li esponete alla lingua in una modalità per loro piacevole e gratificante, avrete molta più possibilità che i “nutrienti” siano ben assimilati e creerete motivazione positiva per il prossimo pasto (leggi, per ulteriore esposizione alla lingua).
2. Non sfidate il disgusto
Vi ricordate che cosa vi diceva il pediatra quando il bimbo in fase di svezzamento rifiutava questo o quel cibo? Diceva di sospendere, provare qualche cosa di diverso e poi riproporlo più avanti. Quando impariamo una nuova lingua siamo un po’ bimbi da svezzare da un certo punto di vista. C’è da capire quale modalità funziona meglio per noi (siamo uditivi? Visivi? Cinestesici?) e quale stimolo apprezziamo maggiormente? (lullaby? Karaoke con canzone rock? Video o cartone? Libro letto insieme? Audiobook? Inserimento in un playgroup? Gioco didattico?). Ci vuole tempo, pazienza e sensibilità per capire quale sia la maniera migliore per introdurre nella “dieta” dei vostri bambini l’inglese, ma ciò che è certo è che non andremo molto lontano obbligando il bambino ad ascoltare la canzoncina in inglese che rifiuta.
3. Fregateli
Alzi la mano chi non ha mai fregato i propri figli nascondendo la verdura nella salsa! Si può fare così anche con l’inglese, ma dovete essere bravi. Il lato bello dell’inglese è che è talmente pervasivo che trovate letteralmente TUTTO in inglese, quindi potete cercare stimoli basati su ciò che davvero interessa ai vostri figli. Questo funziona soprattutto con i grandicelli, che hanno già preferenze ma anche reazioni di rifiuto. Cercate di usare ciò che amano, che sia calcio (libretto figurine in inglese?), musical (karaoke?), cartoni animati (di quasi tutto si trova online la versione inglese!). L’idea è che l’inglese venga consumato assieme al boccone preferito! Presto si abitueranno e nemmeno noteranno che li avete fregati, anzi troveranno che l’opzione bilingue dà al boccone quel “saporino” in più.
4. Dieta bilanciata, risultati graduali ma durevoli
In questo senso si può prendere alla lettera: se non esagerate con l’inglese, se non lo fate diventare una ossessione ma una gradevole necessità (che è quello che è nella nostra vita da adulti, no? Tantissimi lavori richiedono di usare l’inglese e appena uno lo maneggia un attimo scopre che è divertente comunicare usando un’altra lingua, ci si sente bravi e gratificati anche quando si gestiscono gli scambi quotidiani. O no?), piano piano la competenza crescerà e i risultati saranno stabili. Non è una medicina amara da ingollare e da cui aspettarsi il miracolo, è uno dei componenti irrinunciabili della nostra dieta quotidiana (è il mondo che ce lo chiede!).
5. Date il buon esempio
Non credo che pretendiate da vostro figlio che mangi la lattuga mentre voi vi ingollate un pacchetto di patatine, vero? Ecco, ho detto tutto. Se volete che vostro figlio si interessi all’inglese, provate ad interessarvene anche voi. Cercare di lavorarci insieme può essere anche interessante come esperienza di genitori!
6. Aprite gli orizzonti
La dieta è buona quando è varia. Non fossilizzatevi. Non si impara l’inglese perché ce lo dicono a scuola, ma perché il mondo è grande e l’inglese è un modo per scoprirlo. Allo stesso modo, perché non esplorar altre lingue, culture e saperi come viatico per l’inglese? Le abilità linguistiche si trasferiscono positivamente da una lingua all’altra (ma evitate pasticci, vedi punto 7) e soprattutto questo è il viaggio della motivazione. Si può cominciare ad interessarsi allo spagnolo, ad esempio, e nel frattempo scoprire quanto è bello il mondo (e lì avere lo stimolo per studiare inglese, perché in una mente aperta entrano tante cose). Sicuramente chi ha dimestichezza con l’imparare, impara tutto prima e meglio.
7. Costanti e orientati
Noi genitori di oggi si sa siamo ambiziosi e mi è capitato più di una volta di vedere mamme che parlano in tre lingue (che magari non posseggono alla perfezione) ai loro figlioli di 20 mesi. Qualche sciocchezza così la ho fatta anche io. Il cervello umano è strabiliante, ma il mio consiglio è di avere sempre un piano quando intraprendete una cosa così delicata come un’educazione bilingue o comunque un forte intervento di educazione linguistica su vostro figlio. Informatevi e ricordate che il troppo stroppia. Vostro figlio non cresce di più se lo ingozzate inutilmente, al massimo rischia una indigestione. Siate consapevoli, sereni e soprattutto ricordate che l’apprendimento linguistico è per sua natura lento e guidato dalla motivazione affettiva. Quindi siate costanti, pragmatici e sempre affettuosi.
8. Meglio una carota che un bastone
Nell’apprendimento linguistico come a tavola e come in quasi tutti gli aspetti della vita, la gratificazione funziona meglio della punizione. Se vostro figlio è pigro a scuola, arrabbiatevi per questo, ma ricordatevi che per imparare a parlare una lingua (non a prendere 6 nel compito, che è cosa diversa) dovete offrirgli uno stimolo piacevole.
9. Consapevolezza e sfide
Imparare una lingua, come fare una dieta, è anche un esercizio di autocontrollo e pazienza. Spiegate loro che la conoscenza linguistica cresce gradualmente e nell’andare avanti, come gli schermi di un videogioco (grazie Daniela per questa metafora!) potrebbe mostrare degli step più difficili in certi punti, ma sono necessari per progredire. Spiegate loro questa cosa, e mettetela anche su questo punto: sei in grado di affrontare i passaggi difficili per arrivare al prossimo livello?
10. Provate a KM 0
Niente da fare, oggi ci sono corsi di inglese strabilianti, ma il km zero ha sempre il suo perché: andate sul posto a imparare la lingua, sicuramente ha un altro sapore e un’altra freschezza!
LEGGI ANCHE: Come motivare bambini e ragazzi a imparare l’inglese
Questo articolo è stato scritto da Claudia Adamo della scuola di lingue Open Minds che organizza corsi di inglese su Milano e provincia, convenzioni con le scuole e formazione docenti in inglese. Per approfondire il tema con lei, potete contattarla scrivendo a: claudia@open-minds.it
Lascia un commento