
C’è un periodo di forte attaccamento tra mamma e figlio che termina quando il bambino non la ascolta più. O almeno questa è l’ìmpressione che ne ha la mamma. Si chiede al bambino di fare le cose e lui finge di non sentire. A quanti genitori è capitato di sentirsi a disagio capendo che per il bambino le nostre parole potevano essere ignorate? Cosa è cambiato rispetto a quando eravamo importanti per lui? Come si torna in sintonia? Prendo i consigli del libro Mio figlio è impossibile.
Non è solo un problema di crescita
C’è un periodo in cui la mamma per il bambino è il centro del mondo, in cui sembra di capirsi semplicemente stando vicini. Sono i momenti in cui ci si consola a vicenda. Non c’è cosa più bella e appagante che giocare con un bambino che ci vuole vicino, che ci cerca e sembra felice della nostra compagnia.
Arriva la fase in cui tutto questo attaccamento sparisce. Di solito ce ne accorgiamo a cose fatte, quando compaiono i capricci, noi iniziamo a urlare richiami di vario genere e arriviamo alla constatazione che nostro figlio non ci ascolta più.
Non si tratta solo di un distacco dovuto alla crescita che sostituisce la presenza materna con l’esplorazione del mondo. E’ un cambiamento nella relazione tra mamma e bambino. Si è persa la sintonia iniziale, ma si può ritrovare!
Da cosa ci accorgiamo che manca intesa?
Se manca intesa tra genitore e figlio ce ne accorgiamo dai comportamenti di disagio: i bambini fanno spesso i capricci, adottano un atteggiamento oppositivo e ci sfidano. Dal punto di vista del genitore, un segnale di distacco è quel senso di sofferenza se deve stare a casa con il bambino da solo, durante le vacanze estive o nei giorni dopo l’influenza.
Quando funziona la tecnica del tempo speciale?
Sono quasi certa che ogni genitore abbia sentito parlare almeno una volta del bisogno di dedicare del tempo speciale ai figli, ma che poi in pratica come si crea il tempo speciale? Spesso pensiamo che il tempo speciale consista nello stare con il bambino e giocare con lui, ma vediamo che non migliora né il nostro rapporto né la tendenza ai capricci. Non è la soluzione di cercare tempo insieme a essere sbagliata: è sbagliato il modo in cui lo facciamo.
Secondo il libro Mio figlio è impossibile, il tempo speciale funziona se:
- ha una durata ragionevole: dimentichiamo l’idea che bastino 5 minuti al giorno, forse si impiega di più anche ad annaffiare le piante; parliamo almeno di 20-30 minuti;
- riusciamo a non prendere il comando: è un lasso di tempo in cui godiamo della compagnia di nostro figlio, non dobbiamo allenare il futuro campione mondiale di scacchi, quindi evitiamo di dirgli cosa deve fare, evitiamo di usare il tempo speciale per fare indagini e interrogatori;
- siamo in grado di trattenere ogni parola negativa: lasciamo fare le sue scelte e anche i suoi errori, ma non critichiamo.
Esercizio da provare
Dopo aver capito come deve essere l’atmosfera del tempo speciale trascorso con il bambino, bisogna farsi venire un’idea su cosa fare. E’ tempo speciale inteso come momento in cui ci dedichiamo solo al bambino, ma in sé non deve avere nulla straordinario. Non serve andare sulle montagne russe, anzi forse sarebbe controproducente. Basta stare in casa e usare un qualunque momento di gioco spontaneo del bambino.
Lo scopo di questo esercizio è imparare a osservare e recuperare poco alla volta l’intesa con il bambino. Fidandovi del vostro istinto e di quanto conoscete vostro figlio cercate di passare del tempo con vostro figlio perché piaccia anche a voi. Questi sono i consigli del libro Mio figlio è impossibile:
- cercate un momento adatto, in cui il bambino sta giocando a qualcosa che gli piace;
- osservate cosa fa, ma non fate domande: se è concentrato essere interrotti è irritante e viene percepito come ‘mamma e papà al comando’;
- ponetevi delle domande che guideranno l’osservazione, ma che non dovrete dire: da quanto sta giocando?è la prima volta che fa questo gioco? dove lo avrà imparato? c’è uno scopo nel gioco o è senza obiettivo? sta improvvisando o segue un modello? che atteggiamento ha verso il gioco: è euforico o totalmente assorbito?
- dopo aver osservato, incominciate a interagire ma solo con osservazioni semplici, con commenti del tipo: “Che bel tiro!”, commenti puramente narrativi che descrivono quello che vedete, come farebbe un bambino solo per farsi notare;
- cercate frasi semplici e non invasive per dimostrare il vostro interesse al suo gioco, tenendo ben presente che è il suo gioco, il suo momento e voi siete lì solo perché vi piace la sua compagnia
- dopo 15-20 minuti potete anche allontanarvi ma non senza aver detto al bambino che vi è piaciuto il gioco e stare con lui.
Cosa fare se…
Tornare a giocare con i bambini potrebbe non essere spontaneo per tutti. Gli ostacoli possono essere la stanchezza, l’interferenza degli altri figli o semplicemente il fatto di non saper cosa dire perché si è persa l’abitudine di giocare.
- Cosa fare se non sappiamo cosa dire? Osserviamo, lasciamo che sia il bambino a guidarci e facciamo la parte del giocatore silenzioso.
- Cosa fare se vogliono giocare anche gli altri figli? Rimandiamo il tempo speciale a quando loro non saranno in casa, oppure chiediamo al papà o alla nonna di occuparsi di loro per una mezz’ora.
- Cosa fare se il gioco non ci piace? L’interesse deve essere spontaneo e se si manifesta in modo forzato non ha valore per il tempo speciale. Sarebbe opportuno fermarsi a riflettere sullo scopo di quello che stiamo facendo che non può essere solo giocare ma stare con nostro figlio, godere della sua compagnia, guardarlo mentre ride.
Cosa fare se durante il tempo speciale si comporta male? Nella fase di osservazione iniziale ci rendiamo conto dell’umore e delle intenzioni che il bambino mette nel gioco. Se dovesse comportarsi male, cerchiamo di capire se dà fastidio a noi o se sta infrangendo un regola base. Spesso mantenendo la calma, è il bambino stesso a correggersi pur di stare con voi.
Il libro che ho utilizzato per scrivere questo articolo è:
Come migliorare i comportamenti oppositivi del tuo bambino
di Russel A. Barkley e Christine M. Benton
Ed. Erickson
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