
Nel 2015 è uscito il film Joy. Lo avete visto? Non ero riuscita a vederlo al cinema o l’ho guardato in dvd. Mi sembrano pochi i film che parlano dell’essere madre senza scadere in sdolcinate storie d’amore. Non ho nulla contro i film d’amore, anzi li guardo volentieri, ma la storia di una donna che cambia vita non può sempre finire con il cambio di marito. La felicità di una donna e il suo senso di realizzazione non sono legati solo allo stato coniugale. C’è dell’altro! La storia di Joy è sicuramente un esempio che c’è dell’altro!
La storia del film Joy
Joy è madre di due bambini, separata dal marito ma lui vive nel seminterrato. Con lei vive la madre, che passa le giornate a guardare telenovelas, e la nonna che l’ha cresciuta. I genitori di Joy sono divorziati e una sera il padre si presenta a casa di lei perché l’ultima fidanzata lo ha scaricato. Finirà nel seminterrato con l’ex marito.
Joy lavora al banco prenotazioni di una compagnia aerea. Un giorno la avvisano che dovrà passare al turno di notte. Cambiamento non da poco per una che ha due figli piccoli. Per fortuna i rapporti con l’ex marito sono buoni, tanto che quando il padre di lei decide di fare una gita con la sua nuova fidanzata invita Joy e il suo ex marito.
Organizzano una gita in barca a vela. Bevono vino, ma il mare si agita e nell’agitazione cadono tutti i bicchieri. E’ lì che Joy fa il primo passo per la sua svolta. Pulisce il vino versato a terra con una sorta di straccio fatti di tanti fili slegati tra loro e si taglia le mani con i pezzi di vetro. Quella sera si fa medicare le ferite e passa la notte a disegnare quello che diventerà il primo mocio per lavare i pavimenti. Lo disegna con i pastelli della figlia e prova a realizzarlo con ciò che trova, ma non importa lei ha capito come lo deve costuire.
Il padre di Joy aveva una officina meccanica dove lei è cresciuta. Si fa aiutare finanziariamente dalla fidanzata ricca del padre e prepara il suo prototipo. Non è semplice mettere sul mercato un prodotto nuovo: viene rifiutata dai negozianti, dalle aziende che preferiscono produrre usa e getta. Joy le prova tutte, cerca anche di venderlo da sola sul posteggio di un supermercato, ma la polizia la ferma.
L’ex marito non lascia Joy da sola. Lui ha un’altra donna, è uscito di casa, ma per Joy c’è sempre. Forse vanno più d’accordo come amici che come marito e moglie. Sarà lui a procurarle un appuntamento per vendere il mocio in televisione, dove incontrerà un altro uomo che diventerà un amico prezioso.
Non pensate che sia finita così. Da quell’appuntamento c’è ancora mezz’ora di film in cui le rubano i progetti, cercano di toglierle la casa, le assegnano un presentatore incapace ma lei penserà a una immagine ben precisa per venirne fuori: se stessa da bambina quando sognava di poter fare tante cose.
Cosa vi direbbe la bambina che siete state se potesse vedervi oggi?
Se dovessimo sempre accontentare i sogni del bambino che siamo stati, qualcuno si troverebbe in difficoltà: non proprio tutto si può esaudire e negli anni si può cambiare idea su certe questioni. Pazienza se non siamo diventati astronauti e se invece di vivere sempre con la mamma ci siamo fatti una famiglia. Ci sono però punti forti che potremmo aver dimenticato, come quello di non arrenderci mai, di inventarci una soluzione se la vita da grande non dovesse piacerci, di provare a inventare qualcosa di nuovo.
Quando Joy rivede se stessa da piccola si scontra con la promessa di provare a ottenere ciò che l’avrebbe resa felice. L’idea di arrendersi davanti alle difficoltà non le sarebbe mai venuta se non fosse stata stanca. Doveva provarci, doveva andare oltre la stanchezza e provare a prendere quello che sognava. Deve farlo almeno per la nonna, che in questi anni ha conservato i progetti che Joy realizzava da bambina con la carta.
Si può ancora cambiare vita inventando qualcosa?
Una delle storie che si raccontavano in casa nostra riguardava proprio la fortuna di un conoscente che avendo inventato un oggetto di utilità comune viveva di rendita. Questo evento deve essere successo quando la media delle persone lavorava 12 ore al giorno, quindi la sola idea di una rendita faceva spalancare gli occhi a tutti.
C’è ancora qualcosa da inventare? Possiamo avere l’impressione che le novità sul mercato siano solo oggetti già visti, resi più moderni e ridisegnati, ma se ci pensiamo bene Steve Jobs ha costruito un impero migliorando articoli che esistevano già. Sono stati scritti libri su come utilizzare la creatività nel lavoro e inventare cose nuove. Spesso si parte da una esigenza, da una analisi critica di ciò che esiste cercando una miglioria. Ci possono essere anche idee totalmente nuove. Io sono convinta di aver inventato la carta di credito ricaricabile prima che sia stata proposta sul mercato, ma non avendo mai sviluppato il progetto posso tenermi la convinzione ed esserne felice solo io.
Joy è una storia vera?
Il film racconta la storia vera di Joy Mangano, l’inventrice di Miracle Mop, il magico mocio per pulire i pavimenti. La vera Joy Mangano è nata nel 1956 vicino a New York. Come si intuisce dal cognome è di origine italo-americana. L’invenzione di Miracle Mop risale al 1990 e io ricordo la prima volta che in casa nostra è entrato qualcosa di tanto moderno che ha sostituito secchio e straccio.

Credits: JoyMangano.com
Dopo Miracle Mop ha inventato altri oggetti di uso comune come le grucce appendiabiti rivestite di velluto e i profumi per ambienti a bastoncino. Oggi Joy Mangano è una imprenditrice con un fatturato di 150 milioni di dollari.
3 Motivi per guardare il film Joy
- E’ una bella storia di rinascita. Con l’invenzione del mocio, Joy si affranca dalla situazione economica in cui viveva e diventa ricca e affermata.
- L’amore è un ingrediente del film, ma lo troverete sotto forma di rispetto, amicizia e gratitudine. Vale la pena vederlo solo per capire come può esistere l’amicizia tra un uomo e una donna.
- Trovare la voglia di prendere coraggio e cercare di raggiungere quegli obiettivi che sognate. E’ un film che dà la carica per non arrendersi mai.
con Jennifer Lawrence, Robert De Niro
Film per tutti
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