Per generosità state diventando la baby sitter gratuita delle vostre amiche? Siete sempre disponibili per dare un passaggio ai bambini delle altre mamme, ma nessuno si offre mai per darvi il cambio? Non sapete come dire a chi vi giudica che c’è differenza tra consiglio e critica? Vi racconto cosa consiglia il libro di Rolf Sellin Le persone sensibili sanno dire di no.
“Bisogna porre dei limiti” – Sì, ma come?
Il titolo di uno dei primi capitoli è fatto con quelle che potrebbero essere le nostre osservazioni. Dobbiamo porci dei limiti, certo, ma come si fa? Si può dire al capo che smettiamo di lavorare perché oggi ci sembra di aver raggiunto il limite con la collega? Cosa ne facciamo dei figli anche dopo aver raggiunto il limite della pazienza? Innanzitutto bisogna fare chiarezza sulla percezione dei limiti. Ad esempio io non sopporto chi ascolta la musica in treno ad alto volume. Normalmente succede che se qualche altro passeggero si lamenta si sente rispondere da chi ha la musica alta che a lui danno fastidio le voci che di quelli che parlano. Spesso è difficile farsi valere o reclamare una prepotenza perché quello che dà fastidio a noi potrebbe essere normale per gli altri.
Individuare i propri limiti: sintomi e bisogni
Voi sapete ascoltare il vostro corpo? Lo stress è la prima conseguenza di una situazioni che supera i limiti, ma non compare all’improvviso. Il corpo ci avvisa che stiamo lavorando troppo con il mal di schiena, con gli occhi irritati, con l’insonnia. Per capire dove sono i nostri limiti possiamo iniziare ad ascoltare il nostro corpo per capire quando li stiamo superando per stress, stanchezza, alimentazione inadeguata. Capire quando stiamo esagerando ci aiuta a dedurre quali siano i limiti entro cui stare.
Ma cosa c’è dentro quei limiti che difendiamo?
Quali sono le conseguenze del sentirsi schiacciare dagli altri? Potrebbe essere un malessere fisico o mentale, la riduzione di tempo o una parte della nostra vita che non riusciamo più a controllare. Quale situazione ci rende così felici da volerla difendere? Potrebbe trattarsi del benessere corporeo, del sonno notturno o di un momento tutto per noi come la doccia con calma oppure il diritto a un week end da soli con il marito senza l’obbligo del pranzo domenicale dalla suocera. Visto che stiamo definendo come tenere gli altri lontani da ciò che ci rende felice, spendiamo un po’ di tempo a riflettere bene anche su cosa ha questo potere.
Come reagire quando qualcuno ci minaccia
Ce lo dicono tutti, lo sappiamo fin dai tempi della scuola eppure ci caschiamo sempre. Le prime mosse da fare per evitare discussioni con chi ci vuole schiacciare sono: non dargli corda, limitare i contatti, stare attenti a come si parla. In linguaggio figurato si potrebbe dire che bisogna tenere alta la guardia e forse rende proprio bene l’idea. Vivere sulla difensiva è brutto, ma – non so voi – io difficilmente riesco a rabbonire qualcuno che ha deciso di mettermi i bastoni tra le ruote. E’ una fatica, uno sforzo di energie che faccio solo per i capricci dei bambini.
Un esempio in pratica? I gruppi Whatsapp dei genitori
Con due figli sono stata inserita in 5 gruppi Whatspapp. Non è un gran campione statistico, ma leggere le reazioni di un centinaio di persone in totale mi ha dato un’idea abbastanza chiara su come non farsi schiacciare dagli altri. In realtà si tratta di regole che ho imparato guardando come faceva chi non litigava mai non nessuno e vi assicuro che sono volate offese come nelle peggiori tradizioni.
Regola n. 1 – Rispondere sempre per ultimi possibilmente il giorno dopo l’inizio della conversazione. Sembra da irresponsabili, ma se avete una minima esperienza delle discussioni che nascono capirete che forse è la strategia migliore. Non c’è mai niente di veramente urgente. Confesso che io non sempre riesco a non rispondere. Pur di non cedere alla tentazione disattivo le notifiche. Leggere tutti i commenti in una volta sola, magari qualche ora dopo che è iniziata la discussione, ha il vantaggio di non farsi coinvolgere troppo nelle reazioni e di comprendere meglio la questione.
Regola n. 2 – Scrivete poco e con frasi chiare e molto brevi. Se è vero come si dice che l’attenzione delle persone in rete dura 4 secondi, nessuno vi seguirà in un ragionamento di cento righe. Siate sintetiche. Lo stile ‘ipse dixit’ funziona bene. Evitare le battute, che spesso non vengono capite. Usate i nomi corretti delle persone e degli oggetti.
Regola n. 3 – Non raccontate niente di troppo personale. E’ il gruppo della scuola? Non raccontate i litigi tra i bambini, discussioni con gli insegnanti o con altri genitori. Quello non è lo spazio per le confidenze, sarebbe come urlarlo in piazza a passanti che non hanno voglia di ascoltarvi.
Insegnare ai bambini a non farsi schiacciare
Si impara da piccoli a rispettare i limiti e non solo rispettando gli stop dati dai genitori, ma dal loro esempio di gestire i loro limiti all’interno della famiglia. Valorizzarsi come madre ed esigere rispetto per i propri limiti dovrebbe essere un compito educativo a cui dedicarsi con costanza. Non si parla più solo di noi, ma degli uomini e delle donne che diventeranno i nostri figli avendoci avuti come modelli.
Le persone sensibili sanno dire di no
Affrontare le esigenze degli altri senza dimenticare se stessi
Rolf Sellin
Urra
beatrice dice
Grazie Daniela, saggi consigli come sempre!!
Daniela dice
Grazie. E’ un bel libro, mi faceva piacere parlarne .