Vi capita mai di cercare una storia per spiegare a vostro figlio un messaggio particolare? Parliamo di autostima. Come si può insegnare l’autostima? Sembra un concetto semplice? Quando si parla di autostima con i ragazzi, si accenna al rispetto che dobbiamo esigere dagli altri, si spiega che ognuno è perfetto per quello che è e deve far valere i suoi talenti. Qualche volta questo piedistallo è troppo alto e l’autostima diventa la causa di incomprensioni? Mi riferisco ai casi in cui i ragazzi sono così pieni di sé da non accettare errori o critiche. Un libro può servire a insegnare l’autostima sana ai ragazzi? Ne è un esempio la serie di Wonder con il nuovo titolo appena uscita ‘Il libro di Christopher’.
L’autostima in Wonder
Il discorso dell’autostima è iniziato nel primo libro di Wonder. Augie, un ragazzino con una sindrome congenita che gli ha deturpato il volto, sfida le critiche di tutti e dimostra di credere in se stesso andando a scuola per la prima volta in vita sua e iniziando dalla prima media. Le reazioni sono diverse tra loro: qualche ragazzino diventa suo amico, qualcuno lo tradisce e qualcuno si schiera sul lato sbagliato con un atteggiamento di bullismo. L’autostima è la chiave per difendersi dal bullismo.
L’autostima ne ‘Il libro di Julian’
Julian è il ragazzino che si comporta da bullo con Augie: lo prende in giro, lo tradisce, fa di tutto per allontanare Augie e chi gli sta vicino. E’ il diario di un bullo, ma leggendo la sua storia scopriamo che il suo atteggiamento è una reazione di paura. Julian aveva paura dell’aspetto di Augie, ma aveva anche paura di perdere il suo posto al centro dell’attenzione. Arriva con questo libro la prima lezione su come usare in modo corretto l’autostima: è giusto dimostrare il proprio valore, ma bisogna anche sapere accettare di perdere e lasciare il posto a qualcun altro. L’autostima non si deve ritorcere contro di noi.
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L’autostima in ‘Il libro di Christopher’
Christopher è amico di Augie fin dalla nascita. Inizia a preoccuparsi che Augie sia diverso quando vede una bambina al parco piangere per il viso deformato di Augie. L’amicizia che li legava in modo sincero da piccoli sembra minacciata quando i due iniziano la prima media e Christopher non trova il coraggio di telefonare a Augie. E’ morta la cagnolina di Augie, lui dovrebbe chiamarlo ma trova tante scuse. E’ geloso della disponibilità che sua mamma ha sempre dimostrato verso la famiglia di Augie? E’ nervoso perché i suoi genitori si stanno separando? E’ in difficoltà perché non vuole fare sapere a scuola di tutte le volte che ha dimenticato i compiti o il materiale a casa? O si vergogna di Augie dopo che i suoi nuovi amici lo hanno visto?
Come si può spiegare a un ragazzino che nella vita c’è di più? C’è di più del fermarsi alle apparenze. C’è di più delle discussioni con gli amici o con i genitori. C’è di più di una lotta di potere in una relazione sbagliata. La lezione di autostima che arriva dal libro di Christopher è questa: l’autostima ci deve sempre ricordare di essere fedeli a noi stessi. Potrebbe essere comune denominatore di tutte le piccole storie raccolte in questo libro:
- il padre di Christopher dimentica le liti con la moglie quando si trova a rischiare di perderla e ricorda cosa c’era tra loro;
- Augie ignora ogni dietrologia e chiama Christopher per primo e lo aiuta quando ha bisogno;
- Christopher chiede aiuto alla mamma di Augie quando si sente in colpa ma rimane fedele a stesso quando decide di non lasciare da solo un membro della sua band musicale.
Christopher è un ragazzo come tanti: con la testa per aria, disordinato e con poca passione per la scuola. Sembra facile identificarsi con lui e ritrovare nel suo racconto qualche aspetto in comune con le giornate dei nostri ragazzi. Una bella storia che fa scattare la scintilla di andare a cercare quel qualcosa in più nelle relazioni con gli altri.
Post scritto in collaborazione con Giunti. Seguite i commenti dei lettori con gli hashtag #Christopher e #ioscelgolagentilezza
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