Arriva il momento in cui i bambini ci chiedono la verità e noi dobbiamo decidere come spiegare che Babbo Natale non esiste. Ogni famiglia ha la sua opinione in merito. Trattandosi di una tradizione che si tramanda di genitori in figli, mi sembra giusto che ognuno decida come affrontare l’argomento in base alla propria sensibilità e al carattere del bambino.
Quando spiegare che Babbo Natale non esiste?
Nella mia famiglia non c’è mai stato un limite preciso per credere a Babbo Natale. Alcune mie amiche hanno ritenuto di spiegarlo prima che i figli ricevessero la Prima Comunione. Un’altra coppia lo ha comunicato alla figlia a inizio della quinta elementare. Per molti è un rito di passaggio: dall’infanzia a un’età intermedia in cui inizia a cambiare il rapporto con la fantasia e la realtà. Quando mi ci sono trovata io, ho voluto essere certa che fosse mio figlio quello pronto. Ogni volta che lui mi chiedeva se Babbo Natale esiste, io gli rispondevo con un’altra domanda: “A te piace che Babbo Natale esista?”. Finché è arrivato l’anno in cui mi ha risposto: “Voglio sapere se è una storia o la verità!”. Era arrivato il momento.
Il rito di passaggio
Se penso a come è stato spiegato a me che Babbo Natale non esisteva, ho un bel ricordo! Lo so che tanti bambino piangono, si sentono delusi e traditi dai genitori, ma mia madre era stata davvero brava. Quando mio figlio una sera è arrivato con la sua domanda su Babbo Natale e quell’aria di uno che non si sarebbe arreso facilmente, ho cercato di ricordare come aveva fatto lei: l’ho guardato come se mi avesse appena dato una splendida notizia, gli ho sorriso e l’ho abbracciato: “Sei diventato grande!”. Gli ho spiegato che quella di Babbo Natale è una bella storia che raccontano i genitori ai bambini da tanti anni per lasciare che i bambini sognino qualcuno che esaudisce i loro desideri. Avevo come esempio il fratellino più piccolo: lui a quattro anni non avrebbe capito perché i genitori esaudiscono i desideri di giocattoli solo a Natale, era troppo piccolo per capire la storia della nascita di Gesù Bambino con la consegna dei doni, lui avrebbe voluto regali tutto l’anno. Avevamo bisogno di una bella storia per nasconderci, per rendere il Natale carico di magia anche per i più piccoli.
Il cerchio dei Babbi Natale
Con la dichiarazione che era diventato grande, era tanto entusiasta da essere felice. Gli ho raccontato delle storie in cui le persone hanno finto di avere un’altra identità per la felicità degli altri. Come Cyrano de Bergerac! O come ‘Nonno Gelo’ a cui credevano i bambini in Russia quando era vietato parlare di San Nicola. Come aveva fatto mia madre con me, ho spiegato a mio figlio che conoscere la verità sul segreto di Babbo Natale lo faceva entrare nel cerchio dei Babbi Natale. Da quel momento anche lui avrebbe partecipato alla tradizione di conservare quella bella storia, di aiutarci a tenerla viva per il suo fratellino e per tutte le persone a cui piace l’idea di avere una persona a cui chiedere regali speciali.
C’è una aggiunta molto personale nel mio racconto: ai miei figli racconto spesso che nel momento in cui ho desiderato un regalo molto prezioso l’ho chiesto a Babbo Natale e lui me lo ha portato per ben due volte. Infatti, ho scoperto di essere incinta del primo figlio che era il giorno di Natale e il secondo è nato poco giorni prima di Natale.
La sera che ho spiegato a mio figlio che Babbo Natale non esiste non mi sono sentita di averlo imbrogliato per anni, ma di avergli dato quella dose di fantasia di cui da piccolissimo aveva bisogno.
Photo by Clare Bloomfield
Francesca dice
Per quest’anno ha preferito continuare a crederci ma tornerà maggiore il dubbio il prossimo anno (9 anni)…vedremo…
La tua risposta mi piace molto!
Grazie!
Daniela dice
Grazie, Francesca.