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16 Luglio 2015 by Daniela - QUESTO POST POTREBBE CONTENERE LINK AFFILIATI

Come trasformare l’opposizione dei bambini in collaborazione

Come trasformare l'opposizione dei bambini in collaborazione
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Quando avevo i bambini piccoli mi capitava spesso di sentire come consiglio quello di provare a ‘trasformare l’opposizione dei bambini in collaborazione‘. Le educatrici del nido usavamo le parole ‘incanalare le energie’. Se avete avuto dei figli, sapete anche voi che c’è poco al mondo che sia più snervante di un bambino piccolo che decide di dire ‘no’ a tutto. Come si faccia a incanalare le energie o a trasformare l’opposizione dei bambini in collaborazione per me rimane uno di quegli argomenti che vanno bene finché li senti dire, ma poi se nessuno ti spiega passo per passo come fare, rimangono lì appesi e tu come mamma rimpiangi di non avere una bacchetta magica.

L’opposizione dei bambini

A sei anni mio figlio piccolo ha deciso di dare in meglio di sé in fatto di opposizione e io questa estate sono davvero sotto torchio. Quando discuti per fare i compiti, per fare il bagno, per fargli mangiare quello che ha sempre mangiato, ti chiedi se nei bambini esista una fase di opposizione obbligatoria: se non l’hanno avuta a due anni prima o poi la devono fare. Noi ci siamo dentro adesso. Ho in giro per casa un libro che dovrei recensire per le mamme con bambini piccoli. Si intitola Le prime relazioni del bambino. Quando l’ho preso in mano, il capito sull’autocontrollo intenzionale è stato il primo che ho letto, anche se era a metà libro.

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Secondo il libro, per trasformare l’opposizione in collaborazione bisognerebbe:

  • usare strategie basate sul gioco
  • ricorrere all’umorismo
  • dimostrare flessibilità.

Nel libro c’è fotografato l’esempio di una bambina che non vuole lavare i denti e appena vede lo spazzolino si mette a piangere. Più o meno come mio figlio appena ha visto il libro dei compiti.

Come trasformare l'opposizione dei bambini in collaborazione

La madre riprende il contatto con la figlioletta abbandonando lo spazzolino e mettendosi a giocare con lei: si sorridono, giocano e la mamma riprende lo spazzolino facendo finta di lavarsi lei i denti. La bambina sorride, capisce che non è poi così male e decide di provare. La piccola lascia che la mamma le avvicini lo spazzolino. La mamma non perde il contatto visivo con la bambina, mentre parlano e negoziano sul lavaggio dei denti. La bambina è disponibile, si lascia lavare i denti e a un certo punto decide di prendere il controllo dello spazzolino e spiega alla mamma come si deve fare.

LEGGI ANCHE Il barattolo della calma Montessori

Da opposizione a collaborazione

Decido di provarci anch’io. Io e mio figlio abbiamo appena discusso per i compiti e lui se n’è andato dalla stanza senza farli. Lo raggiungo, sta giocando e mi siedo vicino a lui facendogli domande sul gioco che ha in mano. Mi spiega come si chiama la macchinina che sta usando e iniziamo a parlarne. Mi alzo con la scusa di andare a bere, gli offro dell’acqua e lui risponde: è gentile, bene! L’umore è cambiato. Non torno a giocare, ma mi fermo al tavolo e leggo ad alta voce l’esercizio. Deve cerchiare delle sillabe in un testo. Leggo ad alta voce e faccio finta di sbagliare. Lui viene vicino e mi spiega l’errore. Gli passo la matita e lui cerchia le sillabe giuste.

Nell’esercizio successivo si deve scrivere. Gli propongo di sedersi al mio posto e di presentarmi la sua mano mentre io scrivo. Decide invece di fare tutto da solo. Resto vicino a lui. Ridiamo se sbaglia, ma è il primo a notare i suoi errori e a volermi parlare di cosa gli viene facile e cosa sbaglia spesso. Gli faccio i complimenti per come scrive bene. I compiti finiscono in un attimo. Per me è un successo. Io alla fine non ho scritto nemmeno una virgola e non ho nemmeno fatto l’esercizio. Lui quando ha preso in mano la matita mi ha detto: “Scrivo io, così tu ti riposi.” Mi ha fatto sorridere, però aveva funzionato: l’opposizione si era trasformata in collaborazione. Solo io so le discussioni degli ultimi giorni per i compiti.

LEGGI ANCHE Risolvere i capricci con i giochi che calmano

Mentre scrivo sto sbirciando nel capitolo successivo ‘Uso del ragionamento e della definizione di limiti per scoraggiare le marachelle’. So già cosa leggerò questa sera.

Le prime relazioni del bambino. Dalla nascita a due anni, i legami fondamentali per lo sviluppo
di Lynne Murray
Editore Cortina Raffaello

 

 

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Archiviato in: Bambini Tag: capricci, crescita 3-6, crescita 6-11, educazione, libri genitorialità

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Commenti

  1. Btwinsbimamma dice

    16 Luglio 2015 alle 11:44

    bel suggerimento…sui compiti è sempre un delirio !!

    Rispondi
    • Daniela dice

      16 Luglio 2015 alle 11:45

      Mi consolo!

      Rispondi
  2. Monica dice

    21 Ottobre 2015 alle 16:53

    L’ho usato spesso senza saperlo soprattutto nel vestirli. Quando non si vogliono vestire faccio finta di mettermi io i loro vestiti, poi passo a metterglieli sbagliati, tipo la calza nell’orecchio, finchè ridendo si vestono da soli.

    Rispondi
    • Daniela dice

      22 Ottobre 2015 alle 13:05

      Immagino la reazione dei bambini! Bravissima

      Rispondi

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