
Tomodachi Life è un gioco per Nintendo che sta avendo una grande successo tra i ragazzi. E’ un simulatore di vita reale che permette di sfruttare il gioco per imparare come funzionano le relazioni con gli altri. Il valore educativo di Tomodachi Life ha aperto un dibattito tra gli psicologi dell’infanzia.
Maria Rita Parsi, nota psicologa e psicoterapeuta, ha espresso il proprio parere dichiarando: “Tomodachi Life consente ai bambini di constatare come alcuni comportamenti possano soddisfare diversi bisogni, propri o altrui, stimolandoli ad agire nello stesso modo anche nella vita reale”. Il virtuale può insegnare come ci si comporta nella vita reale?
Potrebbe sembrare un controsenso che un simulatore di vita reale possa essere uno strumento utile per insegnare come ci si comporta nella realtà. Pensiamoci bene: in quante altre situazioni scegliamo una alternativa meno rischiosa per allenarci? I grandi potrebbero rispondere che ci sono simulatori di guida in cui non investi nessun pedone se sbagli, oppure che si allenano in palestra su attrezzi che simulano la corsa perché è meno pericoloso che andare su strada. Ce ne sarebbero tanti altri di esempi. Io sono convinta che anche un libro sia un simulatore, perché ti permette di provare esperienze diverse senza rischi.
Come funziona?
Per prima cosa bisogna creare il proprio Mii, una sorta di alter ego o personaggio virtuale. In molti giochi semplicemente diamo il nome al personaggio che controlliamo con i comandi. In Tomodachi Life il nostro personaggio ha un carattere, dei gusti, dei bisogni. L’ambientazione è su un’isola e il nostro Mii è il primo abitante. Dovremo popolarla creando altri personaggi, oppure coinvolgendo quelli creati dagli amici (si scambiano scansionando il QR code).
Qual è lo scopo?
L’obiettivo è fare quello che rende felici i Mii, aiutandoli a vivere nel modo migliore possibile. Per raggiungere lo scopo bisogna accudire i Mii, farli interagire tra loro e soddisfare i loro bisogni sociali ed emotivi.
Qual è il valore educativo?
Il bambino che crea il proprio Mii racconta molto di sè e del mondo che lo circonda. E’ utile per i genitori che posso scoprire meglio l’immagine che il figlio ha di se stesso. Si parla già di Tomodachi Life come gioco usato all’occorrenza come “strumento di indagine psicologica”. La professoressa Parsi ha dichiarato: “Tomodachi è una palestra virtuale nella quale il bambino si allena a riconoscere e ad esprimere emozioni, bisogni e desideri; si allena, cioè, a strutturare il suo essere al mondo e a mettere alla prova le sue capacità di relazione nel microcosmo familiare e nel macrocosmo sociale”.
Cosa ne pensano i bambini?
Noi ci stiamo giocando da qualche mese. Ovviamente non ho spiegato ai miei figli l’aspetto di indagine psicologica e ho lasciato che giocassero facendo le loro prove. Dal punto di vista puramente di gioco Tomodachi Life piace perchè è personalizzabile, perchè sembra non finire mai e perchè i personaggi sono coinvolti in divertenti avventure.
Leggi anche: Nintendo 2DS – Come educare i bambini all’uso dei videogiochi
(Test di prodotto)
Ciao, trovo molto interessante questo sito e mi appassiona parecchio… Questa volta ho deciso di commentare per esprimere una mia paura. Ho un bambino di 8 anni al quale non ho mai comprato videogiochi di nessun tipo. So che a volte usa la playstation con il papà ma da parte mia rare volte la possibilità di usare il cellulare…
Il mio timore è quello che si incanti davanti ai videogiochi e preferisco vederlo giocare a pallone o indaffarate con le macchinine o a inventarsi giochi di trafestimento.
E’ un errore? alla fine la tecnologia è all’ordine del giorno…
Ultimamente sono molto contesa tra me stessa…
Grazie!
Ciao, Francesca. Anche io avevo i tuoi stessi dubbi. Poi alla fine ho capito che tutto dipendeva da come vengono proposti e vissuti in casa. L’ho raccontato in questo post: https://scuolainsoffitta.com/2014/11/17/nintendo-2ds-come-educare-uso-videogiochi/
Ciao
Alla fine mi sono convinta e quest’anno Babbo Natale porterà la Nintendo 2Ds con Tomodachi Life…. vedremo…