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5 Dicembre 2014 by Daniela - QUESTO POST POTREBBE CONTENERE LINK AFFILIATI

I bambini hanno bisogno di bellezza #Saltabart

salta bart
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Qual è il compito che chiediamo a un libro? Quello di farci riflettere! Se la riflessione ci fa male, gli chiediamo anche di aiutarci a capire come trovare una soluzione. “Salta, Bart!” di Susanna Tamaro è un libro che parla dei rischi che corriamo ad affidare le relazioni e la nostra vita alla tecnologia. La soluzione? Nella storia inizia con l’amicizia con una gallina.

saltabart2Come genitore vorresti sempre proteggere tuo figlio, controllare che non corra pericoli, che non si stia ammalando o che la tua assenza per lavoro non abbia ripercussioni negative su di lui. La cronaca certo non aiuta a sentirsi più sereni quando si lasciano i bambini da soli e la tecnologia è entrata a gamba tesa in un mondo genitoriale costellato di preoccupazioni e ansie. La tecnologia aiuta a controllare la casa, a organizzare le attività quotidiane, a tenere occupati i bambini o a restare in contatto con le persone. Quando sono i figli a chiederci di aprire le porte alla tecnologia, per un attimo sembra che tutti i pezzi del puzzle vadano a posto e che la nostra vita di famiglia sia assolutamente moderna, al passo con i tempi e perfetta. Questa vita tecnologica sarà facile, ma riusciremo a renderci conto di cosa ci perdiamo nel frattempo?

Se non hai il tempo per incontrare i tuoi amici, per andare a fare la spesa, per entrare in libreria a scegliere cosa leggere, avrai il tempo di renderti conto che stai sbagliando tutto? Il tempo per pensare è un miraggio nelle vite super organizzate. A questo punto la “super gestione tecnologica” sembra un labirinto senza uscita, in cui si resta per comodità ma dal quale non si esce, almeno non prima che qualcuno ci suggerisca una riflessione che si insinua nella mente e distrugge pian piano i muri che ci tenevano lontani dalle cose importanti. Salta, Bart! è questo: un libro che prendi in mano con la voglia di evadere in una avventura per bambini e ti trovi a evadere dai muri che non sapevi di aver costruito.

015_image_SaltaBartBart è un bambino che vive in una grande casa domotica. La mamma e il papà viaggiano spesso per lavoro e Bart rimane da solo controllato da webcam, sensori tecnologici, elettrodomestici programmati e una totale gestione computerizzata della sua giornata. Bart mangia quello che è programmato, segue una tabella di marcia fissata dalla mamma e se qualcosa esula dal normale viene sottoposto a un interrogatorio serrato per capire se si stia ammalando. Se prendiamo solo l’ultima frase, dimenticando il discorso della tecnologia, quanti bambini potrebbero essere nelle stesse condizioni di Bart? Un giorno incontra una gallina, diventano amici e qualcosa nel mondo ipercontrollato di Bart inizia a cambiare. Li aspetta una avventura rocambolesta che inizia saltando in un libro, piena di personaggi strani e colpi di scena. L’amicia con la gallina era solo il primo passo per riavvicinarsi al mondo dei sentimenti veri, della bellezza, della poesia che ci saranno sempre d’aiuto.

saltabart

Susanna Tamaro era presente al Mammacheblog sabato 29 novembre. Si è confrontata con le mamme blogger presenti in sala sui limiti e i vantaggi della tecnologia nel mondo dei bambini. Ero presente e il suo invito non dimenticare le relazioni umane soprattutto con i bambini mi ha molto colpita. Voglio riportare delle frasi che ho scritto su Twitter in quel momento perché rendono meglio di tante parole, il suo messaggio.

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Mentre ascoltavo Susanna Tamaro pensavo a quante battaglie si fanno per la tecnologia nella vita dei bambini e quante poche se ne fanno per la bellezza a cui li dovremmo esporre. Bart è un bambino cresciuto a pane e tecnologia, così come la gallina è cresciuta in allevamenti tecnologici. Mi sono chiesta se entrambi siano “da commercio”, se la tecnologia invece di avere quel valore premiante che spesso le diamo non serva invece a omologare e dominare limitando il pensiero.

Bart viene salvato da una gallina che metaforicamente impersona la bellezza della poesia. Dove altro possiamo trovare questa bellezza? Susanna Tamaro ci suggerisce la creatività, il silenzio, la natura: portare i bambini a scoprire la meraviglia del mondo che ci circonda. Sarebbe semplice, perché ai bambini piace giocare all’aria aperta, a loro piacciono gli animali, i prati, l’acqua, ma noi gli diamo la possibilità di fare tutto questo? Eppure i bambini ci chiedono di andare giocare liberi come ci chiedono la tecnologia, ma noi li ascoltiamo sempre?

Quest’anno ore di prato e fango sotto l’albero!

Salta, Bart!
di Susanna Tamaro
Giunti
Età di lettura: dai 10 anni

Consiglio: Per il lancio del libro Giunti ha messo a punto una app, Meteo kids, che propone consigli di attività da fare con i bambini in base al meteo (se c’è il sole attività all’aperto, se piove attività da fare al chiuso).

 

Post realizzato in collaborazione con Giunti

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Commenti

  1. Catia dice

    5 Dicembre 2014 alle 11:56

    Un esame del libro senz altro più approfondito del mio ( l ho recensito anche io oggi).
    Temi delicati e importanti ma ribadisco sviluppati in maniera un po scontata e semplicistica. Avendo letto il famoso ” va dove ti porta il cuore ” e lo straordinario ” più fuoco, più vento” forse mi aspettavo di più dal punto di vista dello sviluppo narrativo.
    mi ha lasciato poco o meglio mi ha lasciato quello che già sapevo. Ma come ho scritto nel post gi darò una seconda possibilità.

    Rispondi
  2. Daniela dice

    5 Dicembre 2014 alle 13:09

    Ciao, Catia. Dici che poteva essere migliore dal punto di vista narrativo? Non saprei. E’ sicuramente diverso dai precedenti che hai citato tu, qui c’è una metafora portata quasi all’estremo. A me è piaciuto cercare dei riferimenti nei personaggi del Regno di Eremita: mi ricordava un po’ la Storia Infinita, un po’ Beatrix Potter e i suoi conigli, un po’ il Dottor Dolittle che viaggia su una lumaca (qui c’è una tartaruga). Un po’ un inno a tutte le belle storie per ragazzi che chi non legge si rischia di perdere. Appena inizi a chiederti se ci sono metafore, la tua lettura cambia. A me ha colpito molto il dubbio che un bambino sia paragonabile a un pollo cresciuto in batteria! Forse “Va’ dove ti porta il cuore” era più lineare.

    Rispondi
  3. Catia dice

    5 Dicembre 2014 alle 13:25

    Forse sono stati proprio i riferimenti ( voluti o non voluti questo non lo so) a personaggi di altri libri ( e di film , ad un certo punto mi ricordava E.T ) che mi hanno negativamente colpita.
    Forse cercavo qualcosa di più originale.
    Mi è andata dritta al cuore la parte in cui si raccontava che i genitori avevano fatto tutti i test e gli esami per verificare che dalla loro unione sarebbe nato un bambino non solo sano ma super intelligente. Idea aberrante che l autrice ha fatto benissimo a mettere in risalto.

    Rispondi

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