
Durante la seconda elementare, il grande ha studiato cosa sono le carte geografiche. Quest’estate come gioco ne abbiamo creata una un po’ speciale. “Creata” e non “disegnata”, la scelta non è casuale. Per lui è stato un piccolo progetto per utilizzare le nozioni acquisite, per il piccolo invece è stato un primo passo verso il concetto astratto di simbolo.
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Lo scopo era creare la mappa della via in cui abitiamo. Ci sarebbero molti modi per svolgere questo progetto con i bambini:
- scattare una serie di fotografie
- registrare un filmato
- utilizzare l’osservazione diretta.
Noi ci siamo accontentati del tratto che potevamo vedere dalla finestra e abbiamo scelto l’osservazione diretta.
Passo 1: Osservazione, com’è l’insieme? Quali sono i punti di riferimento che distinguono questo tratto dal resto della via? Come sono le distanze e le proporzioni degli immobili?
Passo 2: Riproduzione: i bambini dovevano disegnare il tratto di via che vedevano dalla finestra.
Il disegno non era dall’alto e per spiegare la prospettiva che avevano scelto, abbiamo riprodotto l’ambiente con i giochi.
Cambiare punto di vista nella rappresentazione non è un procedimento immediato per un bambino. L’utilizzo dei giochi e la creazione di questo falso plastico ci ha permesso di fare le prove muovendoci attorno all’installazione per vedere le differenze.
E’ il primo passo verso le mappe geografiche e lo sforzo di astrazione che richiedono a un bambino. Abbiamo fatto questo gioco durante le vacanze, per riprenderlo quest’anno. Il programma di terza prevede lo studio delle carte geografiche e la distinzione tra le diverse forme di rappresentazione.
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