Da mamma a mamma vorrei darvi 10 consigli per preparare i vostri bambini alla prima elementare da iniziare in questi giorni di vacanza.
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1- Abbandonate i pennarelli e passate alle matite
Fateli proprio sparire; non vengono usati molto spesso nelle scuole elementari e capita che i bambini non sappiano disegnare senza, quindi iniziamo subito!
2- Spiegate ai bambini qual è la matita grigia
Non date per scontato che capiscano con cosa scrivere per il semplice fatto di avere un astuccio. La matita grigia non è il pastello grigio, ma quella per scrivere e cancellare facilmente. Vi assicuro che nella classe di mio figlio la maestra è scoppiata in un richiamo ai genitori su questa differenza mai insegnata.
3- Da che parte si prende il quaderno?
Non date per contato che associno l’idea di quaderno a quella di libro, per loro è tutto bianco quindi tutto libero. Prendete uno di prova e usatelo anche per l’esercizio del punto 4.
4- Dove si inizia a scrivere sulla pagina?
In alto a sinistra! non in mezzo, non dal basso come per tratteggiare l’erba. Ricordatevi che questi bambini disegnavano fino a ieri!! Se state pensando che sarà la maestra a dirlo la risposta è no, magari sì ma i primi giorni i bambini si sentono grandi vorrebbero sentirsi capaci almeno in queste cose.
5- Autonomia
Lasciate perdere le schede di pregrafismo se vostro figlio non sa tagliarsi la bistecca o versarsi l’acqua da solo con la brocca. Queste situazioni in cui serve essere autonomi hanno la precedenza.
6- Pregrafismo sì o no?
Credetemi: molto meglio insistere su giochi di attenzione (io ne ho fatto una categoria alla voce “abilità da raggiungere”), di memoria e di lateralità (destra-sinistra).
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7- “Consapevolezza”
Non trovo modo migliore per definirla: insegnate ad essere consapevoli che non sono soli in classe (la maestra non parla solo a loro, non è lì solo per loro – anche le sgridate sono generali) e che hanno degli oggetti (“Di chi è questa felpa?” non si saprà mai prima della riunione con i genitori perchè non sanno come erano vestiti – se fossero sciocchezze non ve le racconterei), quindi li devono raccogliere prima di uscire (provate a mettere l’occorrente nello zaino prendendolo da più ripiani).
8- Aspettatevi di tutto
Aspettatevi che appena si avvicineranno alla fatica della scrittura succeda di tutto: che dimentichino il congiuntivo, che non associno i numeri alle cifre, che non sappiano stare seduti o lavarsi le mani.
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9- Create l’atmosfera
Passate davanti alla scuola anche in questi giorni in cui è chiusa e cercate dei segnali che dicano: “Qui è bello!” un disegno alla finestra, un palla abbandonata in cortile, una maestra simpatica che entra. Noi abbiamo avuto la fortuna di vedere due bidelle che ridevano buttando i sacchi della plastica, nulla di particolare, ma si è creato il ricordo e lo ripete ancora dopo tre anni.
10- Perdete l’abitudine di confrontarvi con le altre mamme.
Se eravate già vittime di quelle che chiedono sempre quanto cresce il figlio degli altri, qui è molto peggio. Iniziate con il ruolo di mamme, non di studenti, non di consulenti, non di giudici.
Simoniko dice
concordo su tutto, aggiungo(ci sono passata l’anno scorso) far fare una buona e abbondante prima colazione, scrivere su ogni quaderno o nel cartellino dello zaino i recapiti telefonici dei genitori, in bocca al lupo!
Caffenero dice
Quello della colazione è un ottimo consiglio!
I numeri di telefono da noi li faceva mettere la maestra, ma una grande idea.
Cristina dice
Caspita, in effetti a leggere questo elenco penso a tutte le cose a cui non avevo pensato quando bimba ha iniziato la prima elementare! Per fortuna è andata bene lo stesso 🙂 In effetti, complice anche il fatto che la scuola primaria che frequenta è la stessa della scuola dell’infanzia, quando i bimbi facevano l’ultimo anno di scuola dell’infanzia sono spesso andati a trovare i bimbi più grandi. Hanno fatto un progetto comune con quelli della prima. E i bambini della quinta li hanno accolti durante una festa ad hoc, ideale passaggio di testimone tra i bimbi che entravano a scuola e quelli che la stavano per lasciare. Quindi a parte l’acquisto del materiale (che è stato un divertimento) per bimba mi sembrato fosse tutto naturale. Unica cosa che non era ancora riuscita a fare e che si è imposta da sola di riuscire ad imparare è stato allacciarsi le scarpe. Aveva visto un paio di scarpe con i lacci che le piacevano un sacco e le ha volute per il primo giorno!
Caffenero dice
Giusto allacciarsi le scarpe!
Non in tutte le scuole il passaggio è così felice. Magari lo è per metà classe e l’altra metà lo soffre.
Ciao
Sabrina boschi dice
Queste cose che hai consigliato sono giustissime ma molti bambini spero le abbiano già imparate alla scuola dell’infanzia, almeno io li preparo in questo modo!
Caffenero dice
non tutti vengono preparati cosi’ , questi consigli vengono proprio dalle nostre prime riunioni di classe
cioccomamma dice
Io ne ho una che deve fare seconda ed uno che inizia prima a settembre, le ins hanno dato un elenco materiale completo, con richiesta di contrassegnare tutto, anche le matite una ad una, io ho anche scritto il nome sul portapenne, sullo zaino e nell’etichetta interna della giacca, con un pennarello per stoffa, più che altro perchè c’è il rischio di averli simili. Nello zaino (tasca superiore) c’è sempre una confezione di fazzoletti di carta, dopo qualche tempo era lei a dirmi che finivano (autonomia), nella tasca davanti salviettine umidificate (lei è soggetta a cistite e dopo aver fatto cacca deve pulirsi bene) e mutandina di scorta racchiusi in un sacchetto di stoffa, per eventuali incidenti.
Nel portapenne ho inserito un cartoncino con il nome e cognome scritti in stampatello maiuscolo e corsivo, per memorizzarlo meglio.
Concordo sull’importanza dell’autonomia, imparare ad andare in bagno da soli e pulirsi, soprattutto abituarli alla turca, molte scuole non hanno la tazza, informatevi sulla vostra.
L’uso del quaderno e delle matite colorate dovrebbero averglielo insegnato alla scuola dell’infanzia… lo so, lo so, dipende dalla scuola, da noi solo schede grrrrr. Per chi ancora non è capace ritagliare e mettere la colla nei punti cruciali, non a casaccio (poi si scolla) o su tutta la scheda (tempo una settimana ed è finito il tubetto)
Il consiglio più grande che mi sento di dare è GUARDATE COME SCRIVE, cioè come impugna la matita e in che direzione va il tratto, molte ins dell’infanzia insegnano già le lettere e i numeri, ma non spiegano come (questo è il nostro caso, non so voi).
Caffenero dice
Dell’importanza dell’impugnatura ho parlato così tanto all’inizio di questo blog che non volevo stordire chi li ha già letti tutti quei consigli (o si fa un giro nell’archivio), comunque hai perfettamente ragione.
cioccomamma dice
e dopo questa lunga risp vado a leggermi i tuoi consigli sulle abilità da raggiungere
anna disorganizzata dice
Utilissimi suggerimenti anche se mi dentro di me sale un filo di tristezza.
Gia’ perchè noi siamo qui che ci arrovelliamo cercando metodi per far amare l’equazione di Bernoulli, per far diventare i nostri bimbi ”tutti pazzi per il Congresso di Vienna”, per insegnare loro che la scuola è soprattutto un’opportunita’ e non una rottura di scatole. Seminiamo in loro l’idea che sapere rende liberi.
E poi…a scuola l’insegnante riprende i genitori se i bimbi non riconoscono la matita grigia dalle altre.
Ognuno ha il suo compito, l’insegnate deve formare i bambini, insegnare partendo da zero non dando per scontato nulla. Non tutti hanno le stesse opportunita’, facile insegnare ad una classe in cui tutti sanno leggere e scrivere….
E certo faro’ del mio meglio per dare ai miei bimbi quello che per mille ragioni a scuola magari nn avranno, ma mi oppongo all’accettazione di questa situazione come ”normale”. E’ sbagliata, viziata e va combattuta.
Caffenero dice
la scuola ha molti problemi o meglio delle difficolta’ tali per cui diventa compito tuo come genitore anche insegnargli il corsivo durante l’estate perche’ a scuola durante l’anno non c’e’ stato tempo
ilmondodici dice
Anche a me sale un velo di tristezza, mi unisco ad Anna, perché sinceramente leggere che “Vi assicuro che nella classe di mio figlio la maestra è scoppiata in un richiamo ai genitori su questa differenza mai insegnata.” o “Se state pensando che sarà la maestra a dirlo la risposta è no, magari sì ma i primi giorni” non lo tovo accettabile.
Stamattina ho per prima cosa letto il tuo post, Daniela, e poi ne ho ho chiesto di farlo anche a mio marito per vedere se ne riceveva la stessa impressione. Noi forse non avremo problemi su alcune delle cose che elenchi – e grazie perchè ad alcune non pensavo ancora – ma l’idea che i bimbi possano vivere la pesantezza che leggo in tanti post sul primo anno di scuola mi dispiace troppo mi fa stare troppo male, da mamma, da ex formatrice, da essere umano.
La scuola deve essere un tempo felicemente speso ad imparare, dove persone adulte preparate, consapevoli del loro delicato ruolo ed empatiche dovrebbero stare a braccia aperte ad accogliere giovani scolari e spiegare con bel garbo e pazienza – senza cazziatoni ai genitori – le nuove regole del gioco e poi trasmettere l’entusiamo e la gioia dell’apprendere, dello scoprire, dell’imparare a fare… Invece, se questo è l’incipit è un libro che mi verrebbe voglia di non leggere.
silvia dice
Mi associo a cioccomamma: contrassegnate TUTTO con il nome e cognome. Non potete pretendere che le maestre possano riconoscere i pennarelli e i pastelli di vostro figlio da quelli di altri 21 bambini, e non date per scontato che se li ricordi lui o lei. Anche le felpe e le scarpe da ginnastica, così come i grembiuli. Così eviterete tanti incidenti spiacevoli!
cioccomamma dice
Purtroppo sono tante le insegnanti che dovrebbero lavorare dietro una scrivania e non dietro una cattedra, poi ci sono quelle che la cattedra non la usano e girano fra i banchi quelle sono Insegnanti, con la I maiuscola, che tutti, come genitori ci auguriamo di avere, perchè ce ne sono.
Gianduiotta le ha tutte e tre, una che farebbe meglio a cambiare mestiere e si permette anche di cazziare i genitori, una che si siede dietro alla cattedra (della serie lo faccio, ma giusto per lo stipendio) ed una che lo fa con il cuore, che come dice Cì “stare a braccia aperte ad accogliere giovani scolari e spiegare con bel garbo e pazienza le nuove regole del gioco e poi trasmettere l’entusiamo e la gioia dell’apprendere, dello scoprire, dell’imparare a fare…” . Infatti le materie che insegna lei io non le devo riprendere a casa 😀
ilmondodici dice
Da un lato sono contenta che tante mamme siano attente e “sopperiscano” alla carenza di qualche professionista che si trova nel posto sbagliato (sì cioccomamma, la cattedra può essere una sedia come un’altra per alcuni, un posto da tener ben stretto anche per chi non ha la vocazione, noi avevamo un prof al liceo che ci diceva in faccia che gli faceva schifo – testuale – insegnare storia da noi, ma di quello che era la sua passione e lavoro ideale non sarebbe campato… poi chi ha portato Storia alla maturità è stato MASSACRATO!) . Dall’altro sono sempre più triste.
Purtroppo però gli insegnanti sono come qualsiasi professionista: sei fortunato e trovi quello splendido, ti va male e i danni sono incalcolabili…
In bocca al lupo a tutte!
Caffenero dice
Permettetemi di ripetere che i consigli scritti vengono direttamente dalle maestre, quindi come richiesta di aiuto direttamente da loro. Certo non ci è stato presentato tutto nel migliore dei modi, però è andata più o meno così: “Dobbiamo essere noi maestre a dire qual è la matita grigia? no, tocca a voi genitori, fate la vostra parte.” Posso comprendere queste maestre? sì, hanno classi numerose, pensavano di essere all’ultimo ciclo e invece ne avranno davanti altri due prima di andare in pensione, si vedevano declassate a guardare i corridoi già l’anno scorso anzichè insegnare, rinunciando alle ore di laboratorio per cui si erano battute negli anni passati. Le insegnanti di mio figlio sono arrabbiate, quando parlano alle riunioni non ci risparmiavano mai un bel: “L’avete voluto voi questo governo! adesso prendete le conseguenze!” Ci andavano di mezzo i bambini? sono la prima a dirlo! Allora che fare? O anche noi genitori facciamo la nostra parte e lasciamo che le cose vadano come vanno. Alle medie poi come ci arrivano? Alle superiori? la mancanza di voglia di studiare probabilmente nasce prima delle superiori, ci sono dei presupposti che uno si porta dietro.
Mio figlio ha iniziato le elementari esattamente quando è iniziato il blog. Se avete voglia, andate a leggere i miei vecchi post e vedrete i commenti delle altre mamme. Ai tempi anche molte maestre avevano descritto la situazione senza tanti ritocchi a come la vedevo io.
Come avrete letto, il nome homeschooling qui c’è un po’ per comodità. I miei figli stanno andando alla scuola pubblica e prima all’asilo. La coordinatrice dell’asilo non ha mai, mai sostenuto che i bambini dovessero imparare a scrivere prima della scuola elementare. L’astuccio che ci hanno fatto portare è tornato intatto. Secondo lei era questo che volevano le insegnanti della primaria. Peccato che alla primaria abbiano iniziato subito con le piccole verifiche. Sai fare bene le asticelle sul quaderno? bene, ti metto bravissimo (e te lo dico a voce perchè non sai leggere). Non sei capace? pazienza le rifarai a casa (però non ti sei sentito dire “bravissimo” e qualcosa in te – che hai 5 o 6 anni – ti avverte che non sta andando proprio tutto bene, si alla scuola dei grandi ma non sei “grande” come pensavi o come gli altri).
Inoltre, come scritto su ogni angolo di questo blog io sono una mamma, posso raccontare la mia esperienza ma non certo generalizzare sullo stato della scuola italiana. Questi sono i consigli che darei a un’amica, se poi a quell’amica capita una maestra con più pazienza e dedizione delle nostre ovviamente non ne avrà bisogno.
MadreCreativa dice
Concordo su tutto, soprattutto sull’uso delle matite e non dei pennarelli! Quando realizzo laboratori con i bambini e si trovano a dover colorare con le matite o le cere, si lamentano tantissimo! Non sono più abituati a fare la benchè minima fatica!
Caffenero dice
La maestra spiega infatti la motivazione in termini di accettare che il tratto sia diverso, richieda più fatica, più controllo dello strumento.
Rossy dice
Sono d’accordo, dal punto di vista PRATICO sono tutti ottimi consigli!
Spesso le maestre in questo aiutano mettendo un contrassegno all’appendino delle giacche, a fine lezione riassumendo quanto riporre nello zaino… e in tante altre piccole cosette PRATICHE.
Però l’inserimento a scuola secondo me è altro, è capire che quello è un posto sereno, dove incontri i tuoi amici e con loro inizi un percorso che poi, è vero, ti porterà a tutto il resto (acquisizione di capacità).
Ma se manca il piacere di andare a scuola e la capacità di viverlo in modo sereno, allora tutto diventerà inesorabilmente DIFFICILE.
Il terzo anno in cui si “inizia a fare sul serio” deve assere raggiunto con la consapevolezza acquisita gli anni prima, al di là dei risultati pratici!
Caffenero dice
L’inserimento a scuola è il gran lavoro che faranno le insegnanti, come mamme possiamo creare una bella immagine, un’aspettativa e sostenerli in questo.
angelaercolano dice
grazie, speriamo bene!
Caffenero dice
Angela, un sorriso e andrà sempre bene!
Claudia & Topastro dice
Anche a me alcuni dei consigli intristiscono o meglio mi intristisce la situazione in sè. Tu sei stata gentile a condividere le richieste delle maestre però io penso che alcune delle cose che si aspettano dai bimbi, come sapere qual’è la matita, dove si inizia a scrivere sul quaderno, colorare con i pastelli e non i pennarelli… siano cose che devono imparare a scuola. D’accordissimo su un minimo di autonomia come vestirsi, allacciarsi le scarpe, andare in bagno da soli… Però il resto mi piacerebbe glielo insegnasse la maestra. E spero che la maestra che insegnerà a leggere e a scrivere a mio figlio sia d’accordo con me. I compiti delle mamme e delle maestre sono diversi…
Caffenero dice
Ciao, Claudia. A livello teorico sono d’accordo con te, a livello pratico leggo di tantissime mamme che mi raccontano una scuola che non piace perchè si arena sull’assegnazione delle compentenze. Ti faccio un esempio. Quando mio figlio è entrato in prima, io ho deciso di fare parte del Comitato Genitori. Dopo poche settimane arriva la notizie che alcune classi non faranno inglese perchè non hanno nell’interclasse un docente abilitato. Che fare? Sentiamo di altre scuole che organizzano occasioni di gioco con docenti inglesi nel pomeriggio. Alcuni membri del comitato decidono di informarsi. E’ un progetto nuovo, io sono nuova e mi offro di occuparmene, quindi non ti racconterò frasi riportate. Ottengo il preventivo, con i fondi del comitato si può evitare che abbia costi alti, molte famiglie in difficoltà potrebbero ricevere un posto pagato dal comitato. Faccio i conti e tutto fila, MA l’altra metà del comitato inizia a dire che l’istruzione è compenteza della scuola non dell’attivismo del comitato. Cerco di convincerli ma non se ne fa niente. A nulla è valso l’intervento dei membri che avevano i figli in quinta (l’anno dopo sei alla medie, ci vai senza aver studiato inglese per un anno?). Cerchiamo un spazio esterno, per organizzare il corso nel quartiere ma fuori dalla scuola. Non ci hanno dato il permesso di distribuire i volantini ai bambini, perchè significava promuovere un’attività a pagamento in sostituzione dell’istruzione che è un diritto gratuito per tutti. Non importa se lasciavano circolare la pubblicità dei corsi di ginnastica perchè la palestra era inagibile, quella secondo loro era un’altra storia. Hai ragione quando dici che spetta a loro, però se ti posso dare un consiglio: non te lo aspettare troppo, non farti nemmeno l’idea che le maestre siano mostri. Immagina una classe di 25-28 bambini (non si passa tra i banchi, te lo dico io!), che non puoi nemmeno seguire con i ritmi che hai sempre tenuto da quando insegni perchè un terzo delle tue ore lo devi passare a sorvegliare il corridoio o la mensa a causa dei tagli. Arrivi al punto, come maestra, che un aiuto lo chiedi. Purtroppo non tutti i genitori hanno il tempo o la capacità di seguirli, perchè magari sono stranieri e l’analisi grammaticale è ostica anche per loro, questo sicuramente incrina ancora di più il concetto che l’istruzione sia un bene per tutti indistintamente. In qualche modo si deve arrivare al traguardo, almeno io la vedo così e dopo gli sbotti e le delusioni inaziali non mi lamento più: non si fa inglese? ok, troviamo il modo di farlo a casa. L’estate scorsa ci hanno chiesto di insegnargli il corsivo, perchè a giugno avevano fatto lo stampato minuscolo; quest’estate abbiamo le divisioni: mai studiate (però le hanno messe nell’ultima verifica con voto!) e sono sul libro delle vacanze. Pazienza, un’occasione in più pe rinsegnare a mio figlio a cavarsela. Sulla questione compiti delle mamme e delle maestre, si dovrebbe fare una precisazione o meglio un’altra domanda: l’educazione è solo compito della scuola? non credo, i figli si educano in famiglia e l’istruzione scolastica è solo un aspetto del progetto. Che lo vogliano o meno prima o poi capita ai genitori di sentirsi tirati in ballo: “Seguitelo di più a casa!”, “Fatelo esercitare!”, “Spronatelo!” a parer mio se non vuoi fare la parte della cattiva più avanti, è meglio che entri subito nel gioco dei compiti con il ruolo che ti dà la maestra. In bocca al lupo! Ciao
Claudia & Topastro dice
Grazie per la tua lunghissima e bellissima risposta ricca di esperienze vissute. Topastro per fortuna ha ancora un anno di scuola infanzia, un anno per giocare, imparare a socializzare, conoscere nuovi amichetti.. E io lo lascerò giocare. Questo non vuol dire che non gli insegnerò ad allacciarsi le scarpe o a cercare una maglietta pulita nel suo armadio. Così come son sicura che cercherò di fare il possibile per sopperire alle mancanze della scuola così come hai fatto tu. Però è davvero triste leggere queste cose e sapere che tra poco le vivremo pure noi. Scuole in cui non si fa inglese, con insegnanti che devono fare così tante cose che non hanno il tempo per completare il programma o seguire bimbi stranieri che magari avrebbero bisogno di un aiutino in più. Sono d’accordissimo che le famiglie dovrebbero seguire di più i figli, ad esempio interessarsi al programma, controllare i compiti, leggere un libro insieme… Purtroppo come hai scritto tu alcuni genitori non sono in grado o non hanno tempo e visto che pure la scuola è messa così così… mi vien da pensare: poveri bimbi! Sono il nostro futuro e dovremmo offrirgli il meglio del meglio!
Caffenero dice
Sono d’accordo con te.
cioccomamma dice
“l’educazione è solo compito della scuola? non credo, i figli si educano in famiglia e l’istruzione scolastica è solo un aspetto del progetto” BRAVA
Caffenero dice
ne sono sempre piu’ convinta e ci stiamo anche allontanando sempre piu’ dal metodo scolastico
sara cinili dice
grazie mi è servito molto
Caffenero dice
Mi fa piacere. Grazie a te
Salvo dice
Ho letto i 10 consigli e le risposte.Devo dire che i consigli sono molto utili e che molti genitori queste cose le lasciano alla scuola,come se l’educazione spettasse agli insegnanti. Vorrei ricordare ai genitori che spetta loro il compito di educare i figli nel miglior modo possibile e che gli insegnanti sono uno dei tanti strumenti. La scuola fino a qualche tempo fa riusciva a sopperire a molte mancanze da parte loro che oggi purtroppo per via dei tagli non riesce più. Sono un insegnante della primaria, francamente non mi preoccupo se il bambino non sa quale sia la matita per scrivere(ci vuole poco a insegnarlo),a leggere e scrivere ci pensa la scuola e non c’è bisogno di insegnarlo, mi preoccupo quando il bambino non ha nessuna autonomia.Quando devi sospendere la lezione mezz’ora prima perchè devi vestirli è un problema, quando non hanno freni nel comportamento è un problema (a casa gli è permesso di fare qualunque cosa), quando parli con i genitori del comportamento dei bambini e hanno ragione i figli è un problema. Purtroppo molte volte i genitori sono portati a difendere i figli a prescindere, questo è l’errore più grande che possiate fare. Vi faccio una domanda perché un insegnante dovrebbe dire certe cose di vostro figlio? gli sta antipatico? non credo. Quell’insegnate sta cercando aiuto da parte vostra per il bene di vostro figlio! Poi siamo tutte persone e tutti sbagliamo.
Caffenero dice
Salvo, grazie per il tuo contributo alla discussione. I 10 consigli che hai letto vengono dalla mia esperienza di mamma, ma sono stati ovviamente suggeriti dai commenti delle maestre. Non sempre noi genitori ci rendiamo conto di quanto siano pronti i nostri figli, in buona fede spesso si crede di aver fatto tutto. Se i figli in questione sono i primi, un po’ di inesperienza come genitori è comprensibile. Credo che il problema più grande sia il pettegolezzo tra mamme fuori dalla scuola. Ho viste le insegnanti del mio grande usare anche esempi forti e rivolgersi direttamente ai genitori senza mezzi termini per ottenere uno sguardo obiettivo sulla crescita dei figli, ma appena si esce il cicaleccio verte su: “Queste maestre non hanno voglia di lavorare” oppure “Pensano di avere a che fare con degli adulti”, ecc. Uno dei miei consigli era di non ascoltare le altre mamme, ma non è semplice nemmeno quello. Ciao
katiuscia dice
salve a tutte, ho tre figli e l’ultima dovrebbe entrare a settembre a scuola, non volevo ma parlando con mio marito mi sono resa conto che forse era la soluzione migliore visto che nella scuola materna, sta tornando indietro come comportamento e linguaggi, diciamo che chi deve vigilare non vigila, ho chiesto alla suora se poteva gentilmente passarla nella classe dei piu grandi in modo che gia frequentasse i nuovi amici che poi si sarebbero stati nella stessa classe, mi ha risposto di no, io vorrei prepararla con delle schede ma non so quali! ne conoscete? oppure un libro che possa aiutarmi? grazie
Daniela dice
Ciao, Katiuscia. Ti suggerisco un testo, ma più per te che per lei, dove troverai molte attività per preparare la scrittura: Dal gesto alla scrittura. Se intendi invece schede generiche, ti posso suggerire o di creartele (in archivio ho un post sulla calligrafia che ti spiega come fare) oppure prenderne uno qualunque molto giocoso ma insisti più sui giochi che preparano ai numeri e sugli esercizi di motricità fine. Ciao