
Sono stata molto indecisa se pubblicare questo post, perchè la questione dell’inglese per bambini è un argomento sul quale sento tra i genitori molti pareri negativi, soprattutto se l’insegnante non è madrelingua. Confido però molto nell’amor materno che mal che vada (errori di pronuncia soprattutto) renderà tutto un giocoso momento insieme ai bambini.
Mentre leggevo il libro “SOS TATA” (di cui ho scritto qui) iniziavo a credere che fosse molto difficile trovare un’alternativa al costoso e lontano corso d’inglese con insegnante madrelingua. Di tutti i vantaggi dati dall’insegnamento di una lingua straniera ce n’era uno che per quanto semplice poteva essere la nostra unica porta d’ingresso in questo nuovo mondo: abituare i bambini a un altro suono. Abbassando le aspettative era meno scoraggiante proporsi come insegnante in casa, con l’unico problema che i miei figli – abituati a usare l’italiano come mezzo di comunicazione con me – non avrebbero facilmente accettato un altro codice. Ho fatto un esperimento ed ecco come è andata.
Merenda dopo la scuola. Annuncio ai bambini che tra poco arriverà un mio amico che parla solo inglese e vuole giocare con loro mentre fanno merenda. Si chiama Prince William. Se mi vedono muovere la bocca dovranno fare finta di niente o Prince William ci rimarrà male.
Da sotto il tavolo sbuca lui:
E’ la marionetta che parla in inglese (ovviamente sono io ma i bambini guardano solo il pupazzo). Iniziamo con una canzoncina in cui capiscono che devono dire il loro nome. Poi giochiamo con gli oggetti che sono sul tavolo. Prince William chiede di ogni cosa “What is this?” che i bambini (anche bimbo2 con i suoi due anni e mezzo) hanno già conosciuto qui. Sembra tutto semplice, è una sorpresa: loro capiscono veramente tutto e il gioco della marionetta regge bene, finchè bimbo1 mi chiede come si dice una parola. Anzichè dirgliela penso di fargli vedere dove cercarla da solo nel dizionario, ma qui commetto un errore: lascio la marionetta sul tavolo, mi alzo e vado a prendere il dizionario nella libreria, loro due mi seguono e io continuo a parlare inglese, ma loro NON mi capiscono più (Bimbo2 piange e dice: “Mamma non parlare così!”). Capisco il mio errore e torno in cucina, riprendo la marionetta e faccio dire a Prince Wiliam come usare il dizionario, loro adesso capiscono.
L’uso della marionetta è stato un grande successo ma soprattutto una vera sorpresa per me. L’inglese è stato solo un mezzo per comunicare e giocare con Prince William che faceva finta di non conoscere una banana. A distanza di tempo ho proposto questa attività più volte, scoprendo che ci sono momenti in cui lo accettano altri no 8ad esempio quando giocano molto concentrati). Ho provato anche a lasciare Prince William da solo con loro mentre andavo a rispondere al telefono e trovare al mio ritorno i bambini che lo avevano infilato sulla mano e parlavano scimmiottando l’inglese (Bimbo1 ha detto: “Ho parlato finchè ce l’ho fatta poi ho inventato delle aprole per farmi capire!”).
brava complimenti…bella idea..io sto ancora cercando una soluzione…alla materna non c’è un corso…alle elementari ci sarà e non so se anticipare o meno…l’unica paura è che perdano poi l’attenzione verso la nuova lingua alla scuola.
@Twinsbimamma: perchè hai paura che perdano attenzione a scuola? perchè conosco già qualche vocabolo?
Bell’idea! Anch’io cerco d’insegnare inglese in casa a mio figlio e devo dire che a lui piace tantissimo. Il nostro “momento in inglese” è il gioco Simon says che ci permette di ripassare i termini già conosciuti e verificare se quelli nuovi sono stati acquisiti.
@Sunshine: mi spieghi meglio come funziona il gioco?
Consiglio vivamente di conoscere il metodo di “Hocus e Lotus” lo insegno ai bambini alla scuola dell’infanzia , e lo trovo un metodo straordinario.Ci sono anche i cd rivolti sia alle educatrici che ai genitori, per insegnare la tecnica di comunicazione. Il metodo che hai usato è perfetto.
Certo! Allora si dice “Simon says…” accompagnato da un’azione e il bambino deve mettere in pratica quello che gli viene detto. Ad esempio: “Simon says touch something blue/Simon say stand up/Simon says show me a sad face/Simon says bring me a lion…”. Il gioco originale (giocato con più bambini) prevede anche la possibilità di trarre in inganno il giocatore: se si salta il “Simon says” e si dice solo l’azione (ad esempio se dico “Stand up!”) e il bambino la esegue comunque perde e deve lasciare il gioco e si prosegue così finché non rimane un solo vincitore. Fammi sapere se provate a giocarci!
Sei grande!
Noi come genitori di una bambina con difficoltà specifiche di apprendimento abbiamo deciso di farci carico dell’insegnamento dell’inglese, che dovrà essere sostanzialmente orale. Non sappiamo ancora da che parte cominciare, in realtà!
una canzoncina!
sembrerà banale, ma l’impatto di dover cantare in un’altra lingua è un bell’esercizio.
Ciao Daniela e complimenti per la tua tenacia nel voler insegnare inglese ai tuoi bimbi. Il gioco del pupazzo è ottimo, non ti arrendere e cerca sempre di offrire nuovi stimoli per parlare la lingua. Su http://www.bilinguepergioco.com leggevo di una mamma che ha chiesto a sua figlia/o (non ricordo) di aiutarla a imparare l’inglese perché la sua insegnante (della mamma) le aveva detto che aveva bisogno di esercitarsi. Ecco, anche questa mi sembra ottima come strategia. Io uso molto i libri inglesi illustrati per bambini, li preferisco alle conversazioni libere (quelle le lascio al papà che è più bravo) e se letti regolarmente portano i loro frutti. Poi ci sono i cartoni animati, primo su tutti Peppa Pig, ma questo dipende dall’età dei bimbi e dai gusti. Ovviamente le nursery rhymes non mancano mai e le ascoltiamo e cantiamo in casa e in macchina. Continua ad aggiornarci sui i vostri progressi con l’inglese! – Graziana
Come sta proseguendo il cammino con Prince Williams?
Lo abbiamo mandato in vacanza per qualche giorno, perchè aveva perso il suo appeal. Sto preparando dei giochi, perchè diversamente mi sembra che senza un appoggio pratico rimanga tutto troppo sospeso per aria, senza un’opportunità per loro di riprendere i vocaboli. Voi invece come siete andati avanti?
Sto preparando l’ingresso della nostra Penny Cow (non sai quanto sia stato difficile trovare la marionetta….) … e anch’io sto scervellandomi per trovare qualcosina di originale da fare…per mantenere l’attenzione oltre le prime presentazioni…teniamoci in contatto
Me la immagino una mucca pazza. Anche tu, però, invece di scervellarti potevi chiedere da dove veniva la nostra! Dall’Ikea
Miiii….e l’ho pure pure pagata il triplo!!! e non ha le braccia. (ovviamente…)
Dai, sarà bellissima
Magari il suo fascino dura di più di quello di Prince Wililam.
A proposito io sto preparando un domino (lo vuoi?), dopo che ho scoperto che il programma di inglese di quest’anno è (udite! udite!) ESATTAMENTE QUELLO DELL’ANNO SCORSO!
Repetita iuvant? La maestra ha perso un giro di calendario? Pensavano che non ce nesaremmo accorti?
Ciao! Interessante il tuo metodo, lo devo provare! Ti lascio una mia esperienza personale. Da qualche settimana sto sperimentando “Canta English” un divertente modo di imparare l’inglese cantando le filastrocche in italiano e inglese. Il gioco è per bambini dai 3 ai 6 anni e si compra in libreria. Ti danno un DVD con le lezioni di John Peter Sloan e le filastrocche animate. In più hai un gioco da tavolo dove i bambini possono imparare e ripetere giocando i nomi delle figure. Insomma un alternativa divertente per apprendere. Io l’ho conosciuto qui: https://www.facebook.com/cantaenglish mentre qui https://www.youtube.com/user/Cantaenglish puoi vedere i tutorial e il resto.
Spero ti possa tornare utile. Un saluto e a presto!
Grazie, ne ho sentito la pubblicità e volevo provarlo. Ciao
Ciao Caffenero.. hai provato Canta English? cosa ne pensi? lo consiglieresti? 🙂
grazie mille. Lucia
Ciao, Lucia. Lo devo provare, ti saprò dire.
Ciao a tutti io andrò a comprarlo oggi (come regalo al nipotino). Sento parlare di questo gioco d’inglese da un pò, e so anche che sono usciti gli altri numeri della collana!!.. Ciao.